È tedioso.
Insopportabile.
Fastidioso.
È altri mille aggettivi che li si addicono.
Sono forse passati dieci minuti da quando sono qui dentro è già sta diventato qualcosa di terribile, essendo il primo giorno che sono qui vuole che sto di fronte a lui, ma come immaginavo, non avrei mai lavorato, in realtà non sarei stata in grado di poter lavorare vista la dovuta presenza di una persona di fronte a me che non smetteva di farmi complementi di come fossi bella con quel completo. Non l'ho ancora detto? Beh mi ha obbligato a mettere gonna e camicia, proprio come una vera donna d'ufficio, la gonna era nera ed arrivava più o meno al ginocchio mentre la camicia... era una semplice camicia bianca aderente è parecchio trasparente. Proprio per questo continuava a fare battute su "Come sarei stata meglio con la camicia sbottonata" e non solo, faceva sempre quel sorrisetto malizioso leccandosi poi il piercing, merda.
Non sarei durata neanche altri due giorni.
«Cosa devo fare?» Cercai di sdrammatizzare la situazione, amo quando mi fanno i complimenti, ma così, è veramente troppo.
«Vediamo...» si alzò dalla sedia che era di fronte a me e mi venne incontro, si mise dietro di me e appoggio ambedue le sue braccia distese sulla scrivania, cercava il mio contatto.
Misi la mia mano destra sopra la sua e spinsi la sedia per alzarmi, sentivo il suo fiato sul mio collo, con l'indice e il medio li alzai il mento in modo che potesse guardarmi meglio gli occhi, abbozzò un'altro dei suoi sorrisi e fece un ghigno, ora però il controllo lo prese lui; mi prese dal collo e mi sbatté al muro, sorrisi anch'io, avvicinò le sue labbra alle mie e iniziò a baciarmi, inizialmente era solo un bacio a stampo ma poi ci prese la mano, diventarono baci più intensi e lunghi, mi stava letteralmente mangiando. Sentivo anche la sua lingua che si immischiava nel bacio, la cosa però incominciò a farsi sempre più viva, mi sbottonò la camicia e cominciò a palparmi le tette, mi uscì un leggero gemito che lo rese fiero e lo fece continuare ma con più forza, grinta. Ora mi sentivo fragile, un pezzo di vetro, lui invece un gigante. Sentivo la sua forza e la sua imponenza su di me, sul mio corpo, palpava sempre con più cattiveria, questo mi fece uscire non solo un lungo gemito ma anche un ghigno. Mano a mano il mio mio lip gloss si stava lentamente dissolvendo. Abbassai il braccio sinistro e sentii la sua forte erezione nei pantaloni, gli sbottonai il bottone dei jeans e gli abbassai la zip. I suoi boxer erano completamente bagnati, ma lasciai stare.
"Cosa fai, prima mi istighi e poi non fai nulla? Ora succhia" Prese la mia testa con entrambe le mani e la mise dritta al suo pene "Apri la bocca, Rhea" sembrava che conoscesse il mio nome da una vita, mi voleva e forse anch'io volevo lui.
Lo presi in mano e iniziai a succhiarlo, ogni tanto alzavo gli occhi per vedere la sua espressione di goduria stampata sulla faccia e anche qualche piccolo gemito. Mi prese i capelli con una mano per impedirgli di andare in mezzo e cominciò a tirarmi la testa avanti e indietro, andava sempre più veloce senza mai fermarsi per poi qualche volta rallentare per farmi prendere fiato, stavo per ansimare quando riprese la mia testa con forza e rincominciò, avanti e indietro.
Dopo poco sentii tra la mia bocca un liquido caldo, umido provenire dal suo pene, alzai gli occhi al cielo, stavo godendo e non poco. Notò la mia espressione e alzo la mia testa verso la sua "Quella espressione mi ha fatto venire ancora più voglia di sfondarti, tesoro" gemetti, amavo come pronunciava il mio nome, amavo qualunque cosa pronunciasse riguardante me, amavo come mi guardava mentre le pronunciava, amavo come si leccava il suo piercing mentre parlava. Con il pollice mi tolse sotto il labbro inferiore un po' del suo liquido; "Lecca." e lo leccai.
"Sai, non c'è mai stato un momento così bello nel mio studio da una vita" disse mentre continuavo a succhiare il suo pene, mi stava facendo impazzire.
"M-merda" provai a dire mentre la mia bocca si riempiva di altro liquido, "Cosa hai detto?" "Merda." sorrise. "Allora ti piace?" scossi la testa facendo il segno 'sì' , "Non sai quanto ti scoperei, ti vorrei toccare, leccare, farti tutta per me"
"Allora fallo, fammi tua, mostramelo" "Qui? No, qui non posso c'è troppa gente, ti sentirebbero tutti urlare il mio nome" "Quindi, sei geloso? Se mi sentono urlare che problema c'è, penseranno che sono una delle tue altre puttane, ma in realtà sono Rhea non una zoccoletta" si mise a ridere, lui era seduto a gambe aperte io invece ero messa in ginocchio davanti a lui. "No, Rhea, non voglio che ti sentano urlare. Se ti vedono nuda io gli ammazzo." risi anch'io "Tu, ammazzare loro? Non saprai neanche ricaricare una pistola" lo guardai dritto negli occhi, si avvicinò al mio viso, "Facciamo così, questa sera vieni a casa mia e poi vedi come ti faccio urlare bene visto che lo vuoi così tanto, no?" arrosì così tanto che mi notò e fece un ghigno, si rimise i pantaloni e si alzò in piedi, anch'io mi alzai e andai in bagno. Questo a differenza della discoteca, era molto più bello e pulito, si sentiva un profumo di vaniglia cosi buono che ci sarei stata per ore, forse era così bello perché era del capo, di Tom. Mi diedi una sistemata generale ma soprattutto al viso: lo sciacquai, mi sistemai i capelli e mi rifeci il trucco, ormai tutto sbavato e quasi inesistente.
Uscì dal bagno e vidi Tom seduto nella sua postazione fissarmi con uno sguardo malizioso ma al tempo stesso travolgente, mi sedetti anch'io come se non fosse successo nulla e continuai col lavoro, alla fine avevo capito come dovevo fare senza il suo aiuto.
Furono dieci lunghi minuti di silenzio quando fu proprio lui a rompere il ghiaccio: "Oggi vieni direttamente a casa mia." "Ma dove trovo i miei vestiti, la mia biancheria, insomma devo almeno passare da casa per prendermi queste cose!" "Mah non mi pare ti dia fastidio dormire nuda sopra di me, insomma chi non vorrebbe?" Accennò un lieve sorriso mentre pronunciava la seconda frase "No, semplicemente mi fa schifo dormire nuda" dissi di ripicca "A me non dispiacerebbe, sai saresti sempre pronta per una possibile scopata" rise, vaffanculo tu e la tua risatina che ogni volta mi facevano perdere la testa e la pazienza. "Beh vorrà a dire che non verrò da te questa sera" "Oh, no no no Rhea, tu verrai, verrai eccome" la sua voce mi scioglieva ogni volta che pronunciava il mio nome, ma in ogni caso ci sarei andata comunque anche se non avevo la mia biancheria intima a portata di mano. "Quindi, per la mia biancheria intima?" sospirò "Ancora? Troverai qualcosa da metterti." gli feci un semplice "Ok" con il pollice, la mia faccia sembrava molto scocciata ma in realtà ero entusiasta, molto entusiasta (e parecchio arrappata), ma purtroppo mancavano ancora 3 lunghissime ore.
Stavo lavorando al computer per delle fatture che Tom mi aveva prescritto "Tesoro?" lo guardai e mi alzai di scatto dalla sedia, "Si?" si leccò il piercing "Potresti portare questi moduli nel piano A4 a Chrissy?" deglutii e presi i moduli, uscì dalla porta e mi fiondai in ascensore -con quei tacchi non avevo la minima intenzione di fare le scale- pigiai il tasto "A4" e aspettai che le porte si aprissero, finita l'attesa camminai lungo il corridoio bianco, non conoscendo Chrissy andai verso la segreteria per sapere dov'era: "Ciao, hmm... Sapete dov'è Chrissy?" "Oh sono io! Cosa vuole?" "Nulla di particolare, Tom, il capo, mi ha detto di consegnarti questi." le porsi i moduli, aveva capelli lisci corvini con qualche sfumatura più chiara, occhi verdissimi e tette enormi, avrà portato minimo una quinta per avere delle poppe così grosse, anche lei era vestita abbastanza attillata, magari Tom si è portata a letto pure lei e io sarei stata la prossima? Ugh.
Mentre ero lì vidi alcuni distributori di bevande e cibo quindi presi un cappuccino e una fetta di crostata all'amarena.
Ritornata nello stanzino di Tom ripresi il lavoro "11.30 manca mezz'ora e finisco il turno!" dissi felicemente tra me e me, stavo finendo di scrivere il progetto su un foglio di carta mentre sorseggiavo ancora il mio cappuccino. "Inizia a mettere via, andiamo a casa" spensi il computer e lo rimisi a posto, buttai alcune cartacce che si erano raggruppate sul tavolo e andammo verso le scale "Cosa fai?" probabilmente notò che io ero rimasta indietro, "Sai, non sono molto capace a stare sui tacchi, perciò me li tolgo per fare le scale" alzai il braccio con i due tacchi in mano e mi avvicinai a lui per fare le scale.Lei in confronto a me era veramente piccola, era minuta e molto bassa, sarà stata circa un metro e sessanta. Non la ho mai vista così tanto da vicino, nemmeno prima quando mi ha fatto una sega, le ho aperto la portiera della macchina e la feci accomodare sul sedile di fianco al mio, io mi misi alla guida fino a destinazione.
Appena vide la mia villa spalancò gli occhi, forse non ne aveva mai vista una ed era un suo sogno da quando era bambina "È grande." disse contenta, mi sembrava una bambina e forse avevo veramente realizzato un suo sogno. Continuava a guardare fissa la casa anche mentre chiuse la portiera, aveva ancora i tacchi in mano e camminava a piedi nudi sull'erba leggermente bagnata a causa dell'umidità stagionale, quando spalancai la porta d'entrata sembrava ancora più entusiasta "Fa nulla se hai i piedi bagnati pulirò più tardi" in realtà mi dava fastidio quando si sporcava la casa, anche se non l'avrei comunque pulita io, ma non volevo rovinare un momento così, mi rendeva felice vedere il suo sorriso stampato in faccia, rendeva felice anche a me. "Sai io non vivo da solo," girò la testa verso di me per poi girare anche il corpo "vivo insieme a mio fratello Bill, ma questa sera non c'è quindi..." "Quindi?" rise muovendo un po' le spalle da un lato "Quindi ho casa libera, Rhea, casa libera" abbassai la testa per vederla meglio era diventata tutta rossa in faccia e lo notai in un nano secondo "Inutile che cerchi di nasconderti, ti ho vista" "Hai visto cosa?" cercava di stuzzicarmi "Ti ho vista arrossire, lo so che ti faccio impazzire" le presi la testa con il braccio e la appoggiai al mio petto per poi abbracciarla. Non stavo scherzando, questa ragazza era minuscola e fragile, aveva paura di romperla.
La presi in braccio e la portai in camera mia, la buttai sul letto e poi mi buttai anch'io, questa volta mi iniziò a baciare lei e poi io la baciai più appassionatamente del dovuto ma le piaceva particolarmente, potevo sentire i suoi gemiti tra le mie labbra, tra le nostre labbra.
"Vaffanculo, Tom"
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Dirty Secrets
FanfictionLui milionario, imprenditore e chitarrista di una band; lei sicario, vive in un appartamento di 20 mq e come lavoro normale fa la barista in un nightclub. Due famiglie rivali destinate a rincontrarsi per un Tequila Sunrise. In corso‼️, iniziata il:...