Capitolo 2

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CAPITOLO 2



Me ne stavo in disparte, mangiando un panino col prosciutto che mi aveva preparato la mamma prima di uscire alle sei e mezzo del mattino. L'orario di ricreazione era la parte della mia giornata scolastica che odiavo di più, i ragazzi delle altre classi (ma anche della mia) non facevano altro che fissarmi perché ero sempre tutta sola. Seduta sotto un albero, nel cortiletto della scuola a fissare come gli altri avessero una vita sociale mentre io no. C'erano ragazze che si scambiavano consigli su come vestirsi al primo appuntamento con un ragazzo figo da far paura e altre che si truccavano per apparire al meglio e infrangere tantissimi cuori. Mentre i ragazzi, povere creature immature a parer mio, si divertivano a stuzzicare qualche mal capitata lanciandole delle pietruzze oppure a far commenti idioti a chi passava di lì per il proprio culo.

Scossi la testa amareggiata, ammettevo che infondo, ma proprio infondo infondo, ero un pochino invidiosa di non essere parte del branco.

Sbadigliai, la lezione di matematica avuta in seconda ora mi aveva già distrutta.

Avevo ricevuto i complimenti da Mr Jones per gli ottimi esercizi svolti, non sapevo se dirgli o meno che non era tutta farina del mio sacco.

Eliot quella mattina alle sei e mezza era arrivato da me, aveva incontrato mia madre sull'uscio della porta a chiedersi il perché fosse venuto così presto.

Mio padre invece prima della sette e mezza non si era alzato e noi eravamo già fuori.

Avevamo fatto colazione al bar dietro casa mia per poi partire in moto e arrivare un quarto d'ora prima del suono della campanella.

Mi aveva accompagnata in classe, nonostante l'avessi supplicato di non farlo. Sotto lo sguardo della bellissima, e gatta morta, Christy.

A parer mio, Eliot si divertiva da matti a farla ribollire di rabbia ignorandola completamente.

Mi chiedevo il perché.

"Com'è andata la lezione??"

Sobbalzai al suono di quella voce. Era Giselle, la compagna di banco di Eliot. Una ragazza con la pelle molta chiara e i capelli color carota e tantissime lentiggini sulla faccia.

"Bene, grazie. A te com'è andata?" Le domandai di rimando, bevendo un sorso d'acqua dalla mia bottiglietta.

Giselle mi sorrise: "Tutto bene, ti ringrazio"

Posai lo sguardo su di Eliot che ci fissava con aria divertita. Lo odiavo quando faceva così.

"Lo conosci da molto??" Giselle parve leggermi dei pensieri

"Da quando avevo 3 anni"

"Cavoli! E' un bel po' di tempo. Ed è sempre stato...così...insomma..."

"Così Eliot??"

"Così Eliot" Ripetè.

"Sempre"

Ci mettemmo a ridere.

Giselle era nuova di quella scuola, era il secondo anno per lei. Aveva frequentato i primi tre in America ma poi suo padre dovette trasferirsi a Londra per lavoro o almeno questo era quello che mi raccontò Eliot.

"La bella e la bestia"

"No amico, la bestia e la bestia"

Quelle voce e quelle risate erano talmente irritabili che se fossi stata certa di non rischiare la galera, li avrei uccisi con un masso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 07, 2015 ⏰

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