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Sono sempre stata una ragazza che pretendeva fin troppo da sé stessa, tutto questo probabilmente è dovuto dalle pressioni che mi mettevano (e mettono) le persone che mi stanno intorno. Probabilmente non lo fanno neanche con malizia, ma il peso che si è creato sulle mie spalle è peggiorato di giorno in giorno facendomi sentire schiacciata da me stessa.

Purtroppo tutto quello che provo lo tengo dentro, come se fosse rinchiuso in una cassaforte impossibile da aprire, conservata nel più piccolo anfratto del mio cuore. E fino ad oggi, sembro pure essere riuscita a nascondere tutte le mia preoccupazioni e sensazioni al mondo che mi circonda, tanto ché, in un certo senso anche io non so più bene cosa provo e chi sono.

Tutti mi hanno sempre visto come la piccola Cloe che non ha problemi, un fiore in un mondo di sola edilizia. Ma questa non sono proprio io. Il mio problema è il sentirmi una fallita in ogni ambito, anche se gli altri credono che eccello in tutto ciò che faccio. In verità io non sono niente di quello che credono: Non ho amici veri, ho una famiglia che litiga in continuazione e in quello che faccio non sono il massimo. Proprio per questo io mi sento un' "Ultima", l'ultima della scala della vita.

Colui che mi ha fatto sentire meno sola è un cantante che non sa nemmeno chi io sia, ma di cui io so la qualsiasi. So che abita a San Basilio, che ha 23 anni e che scrive canzoni che da quanto sono belle sembrano poesie. Se ancora non si fosse capito sto parlando del cantautore romano esploso a Sanremo 2018, arrivando primo, e arrivato secondo a Sanremo 2019 (A mio parere una completa ingiustizia). Il suo nome è Niccolò, ma è meglio conosciuto come Ultimo; per la mia felicità quest'anno farà un mega tour in cui io parteciperò alla data del 4 luglio, che farà a Roma. Non riesco ad esprimere le mie emozioni in questo momento, sono davvero troppe .

In questo momento sto nella mia piccola cameretta, tappezzata da sue foto come le migliori delle Fangirls. Alle orecchie ho le mie cuffiette e in riproduzione sta "Colpa delle favole" per rimanere in tema.

L'unica cosa che poteva rovinare questo mio momento idilliaco e una ed una sola telefonata. Quella di una delle mie "amiche" chiamiamole così. Sbuffo sonoramente dato che la musica si è bloccata per lasciar spazio alla mia fastidiosa suoneria (Forse dovrei cambiarla con una canzone di Nic, anzi no mi correggo, devo assolutamente.). Leggo il nome di Sonia sul cellulare e non posso far altro che mostrarmi leggermente infastidita dalla sua chiamata.

Mi saluta con il suo solito tono stridulo, che io ovviamente ricambio con uno stanco e seccato. <<Senti volevo chiederti se mi passeresti il lavoro che hai fatto per la Costa, quella di scienze, sai mi servirebbe assolutissimamente>>. Ecco perché mi chiama, una delle solite telefonate in cui mi chiede tutti i miei progetti per scopiazzarli. Che odio, mai una volta che mi chiama per dirmi: "Ciao Cloe, come stai? spero che la tua vita non stia andando del tutto a rotoli. Mi importa della tua salute mentale, non sarebbe male farci quattro chiacchere". O meglio, la prima parte potrebbe anche verificarsi, ma di solito non mi da neanche il tempo per rispondere che subito passa alla richiesta che deve farmi. Non sopporto essere trattata in questo modo, ma non ho le forze per oppormi. Quindi rispondo con un sospiro e un << Va bene, dammi un attimo che te lo passo>>, subito prima di chiudere frettolosamente la chiamata senza neanche i convenevoli, tanto so che se non avessi chiuso io, l'avrebbe fatto lei qualche istante dopo.

Mi alzo dal mio comodo letto per andare alla scrivania dove è riposto il mio computer e le invio il file posizionato nella cartella "Maturità 2019". Ebbene si quest'anno sono diventata "matura", pochi giorni fa ho dato l'orale e sono contenta di essermi tolta questo grande pensiero fisso che mi tenevo dall'inizio dell'anno. Anche ora ho molta paura per il risultato, però so che quel che è fatto è fatto e non si può più tornare indietro.

Ma passando a cose più importanti per la mia gioia posso dire che oggi è il 2 luglio e tra poco meno di 42 ore potrò incontrare la persona che stimo di più al mondo.

Prima di chiudere il computer mi arrivano delle notifiche da WhatsApp che mi fanno incuriosire.

LE DIVE:

Annuzza: Raga oggi andiamo alla festa di Simon? Sarà da sballo😎😍

Sonietta: Io non ci sono devo studiare 😑

Auri: Mi disp love. Io comunque ovvio che vengo non c'è neanche da chiedere

Annuzza: Le altre? Ginny? Sophie? Isabelle? Cloe?

Mi affretto a rispondere con un si, per una volta cosa può andare di storto?

🎶

Mi guardo allo specchio, posso dire di ritenermi soddisfatta, non indosso nulla di esagerato: una gonna in lino bianca, abbinata ad una camicetta verde, per coronare il tutto ho messo le mie magiche converse bianche così da rendere l'outfit nel mio stile. Un filo di mascara, Labello e sono pronta per andare, ma proprio quando stavo per andarmene mi do un'ultima occhiata. Noto tutto ciò che odio di me stessa. La mia mente mi ribadisce che sono solo una poveretta che non concluderà mai niente e che chi mi ha creata poteva impegnarsi leggermente di più per il mio corpo...
Inizio a sentire la gola chiudersi in una morsa e l'impulso di piangere per le parole dette dalla mia stessa mente si fa sempre più vicino. Ma mi faccio coraggio e mi avvio verso l'uscita di casa, facendo attenzione a fare piano dato che già alle 22 di sera tutti sono in un sonno profondo, asciugandomi ogni tanto qualche lacrima solitaria.

Attraverso alcune delle vie più centrali e rumorose di Roma a piedi, dato che la discoteca dove sta sera si terrà questa festa è molto vicina a casa mia. Cammino a passo svelto, fino a quando non arrivo in questo lussuoso locale. Da fuori si può notare un neon che recita il nome del locale e davanti a me c'è uno spazioso giardino e non si può non notare la musica che esce fioca raggiugendo le mie orecchie. Mi faccio coraggio mandando giù tutte le preoccupazioni ed entro dando il mio nome al bodyguard presente fuori dalla porta di ingresso principale.

Alla mia vista sul giardino, si para davanti una serie di persone sconosciute già mezze ubriache che canticchiano e stramazzano. La domanda mi sorge spontanea: Perché mai sono venuta qui? Io odio questo genere di persone e situazioni. Finalmente entro e noto subito una valanga di persone che ballano tutte ammassate come sardine, tanto che fatico a respirare. Cerco di individuare il mio gruppo e subito le trovo, ubriache che cantano e ballano come delle scalmanate. Quando mi avvicino non mi notano nemmeno. Mentre mi avvicino a loro, una mano mi afferra la spalla e una voce si fa spazio tra la musica: <<Ma ciao Cloe, non credevo di trovarti qui>> dice, anzi biascica Simon <<Ciao Simon>> rispondo gelida, odio quando qualcuno mi tocca senza permesso. <<Su piccola non fare così, oggi dovresti divertirti un po' non puoi sempre essere così seria>> risponde facendo andare la sua mano al mio mento così da alzarmi di poco la testa <<E poi guardati...>> dice lanciandomi un lento sguardo al mio corpo. <<Okay basta, puoi anche finirla qua>> mi scanso un po' dalla sua presa. <<Mi stavo solo un po' divertendo, non è mica qualcosa di così grave...>>. Quando stavo per controbattere una voce lo chiama per farlo avvicinare, <<Ci vediamo bellezza>>. Dio quanto odio questo ragazzo. Odio lui e i suoi nomignoli. Poi però, capisco che sarà l'unico con cui parlerò questa sera.
Sono troppo timida per incominciare una conversazione con qualche sconosciuto, quindi mi lascio andare su una delle poltroncine del locale.
Ma perché non sono capace a relazionarmi? Guarda tutti come si stanno divertendo! e io sola in questa poltroncina scomoda che puzza di vomito...
La mia mente vaga pensando alla mia stupidità e timidezza. Mi sento sempre più inadeguata in questo posto fino a non riuscire più a respirare bene. Esco istantaneamente dal locale cercando aria fresca per farmi rilassare, almeno per un paio di minuti. Ma proprio quando mi sembrava di essere sola, in quella piccola porzione di giardino, una voce mi spezza il respiro...

La fragilità di essere ultimi | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora