Cesare, il gatto grigio dei vicini miagolava senza sosta in quella notte umida d'autunno e lo faceva così forte che si sentiva anche dalle finestre, seppur ben chiuse, della camera da letto del signor Tassio e dalla signora Greta.
Erano da poco passate le due di notte quando il piacevole sonno di Greta venne improvvisamente interrotto da un movimento sospetto. Aprì pigramente solo l'occhio destro per dare un veloce sguardo al marito accanto a lei, notando che si era seduto sul letto sbuffando infastidito.
"Che c'è caro?" Chiese assonnata la moglie, "Rimettiti a dormire, dai."
Tassio Pomelli, 57 anni, ne aveva piene le balle di quel gattaccio balordo e quella notte non ne poteva proprio più: "Questa volta lo ammazzo..."
La moglie sorrise delicatamente, uno di quei sorrisi che lanci ad un bambino per assecondarlo quando vuole avere ragione.
"Tassio caro, vedrai che tra poco la smette." Dicendo questo, Greta tornò a dormire beata.
Il marito rimase ancora lì, seduto sul matrimoniale a maledire sottovoce quella bestiaccia.
Dopo qualche minuto finalmente calò il silenzio.
Tassio si alzò, andò verso la finestra e osservò tra le fessure delle persiane: la strada era finalmente sgombra e silenziosa; ora poteva davvero rilassarsi sul suo morbido cuscino.
Il sonno ci mise davvero poco a rapire il buon Tassio, peccato che Cesare ci impiegò altrettanto poco per ricominciare con quel suo dannato miagolio.
L'uomo aprì di scatto gli occhi, si voltò verso la moglie che dormiva serena. A lui invece cominciava a ribollire quel nervosino che lentamente gli strisciava su dallo stomaco fino a scaldargli il petto.
Cercò di rilassarsi, ma quel verso fastidioso sembrava farsi sempre più forte.
"Ora basta! Possibile che dia fastidio soltanto a me?"
Tassio scese dal letto senza fare rumore, indossò il giubbotto, percorse le scale e aprì la porta d'ingresso. Il fastidioso gatto era lì, in silenzio, voltò la testa per fissare l'uomo negli occhi.
"Sciò gattaccio! Via di qui!" Gli intimò Tassio a bassa voce.
Cesare lo guardò con i suoi grandi occhi verdi, miagolò delicatamente e corse dietro al vicolo adiacente la casa.
Soddisfatto dell'imprevedibile risultato, Tassio tornò in casa da vincitore, si tolse la giacca e andò svelto sotto le coperte.
La notte trascorse nel totale silenzio, almeno fino alle 4.45 quando il miagolio riempì nuovamente la testa di Tassio, spazzandogli via il meritato sonno.
"No...non ci credo..." Si voltò verso Greta che ancora dormiva profondamente: "Ma come diavolo ci riesce?" Pensò.
"Miao...MIAO!"
Il verso di quel dannato gatto si faceva sempre più intenso, ora sì che era davvero fastidioso, tanto da rimbombare nella testa del poveruomo. La cosa strana però era che sembrava davvero vicino, non più soltanto in strada.
Tassio ascoltò bene: "Impossibile! Arriva dalla cucina...?"
Questa volta l'uomo non si curò del sonno della moglie e scattò verso la cucina.
Greta, spaventata, si svegliò di soprassalto: "Dio mio Tassio! Ma che..? C'è qualcuno in casa?"
Tassio non rispose, non aveva tempo, doveva correre da quel fastidioso gatto e magari, questa volta, farlo fuori per davvero. Un altro "miao" fece scattare ulteriormente i nervi dell'uomo: "BASTA!" urlò.
Arrivato nella cucina, Cesare era proprio lì, seduto sopra al tavolo intento a leccarsi le zampette. A Tassio scattò l'istinto omicida, ma fu subito spento dall'intervento di Greta che vedendo il gatto sul tavolo si intenerì: "Eccoti qui. Che carino." Esclamò sorridendo. Greta si avvicinò al felino che subito saltò tra le braccia della donna cominciando a fare le fusa, ma soprattutto lanciando un'occhiataccia al marito di lei.
"Guarda, Greta. Mi sta sfidando!"
"Ma non dire fesserie, Tassio e lascia stare questa bestiola."
Cesare si accucciò per bene e lentamente sprofondò tra le braccia e il petto della donna, letteralmente.
Tassio lo vide con i suoi occhi sgranati: il gatto stava scomparendo dentro alla donna.
Ora anche Greta non era per niente tranquilla: "Tassio c'è qualcosa che non va'...non è un comportamento nor...miao!"
Greta provò a gridare, ma ogni suono che emetteva era solo un fastidioso e rumoroso miagolio.
Tassio si tappò le orecchie e uscì di corsa in strada.
Il rumore costrinse il vicino di Tassio, Alcide, a sbucare con la testa dalla finestra della stanza: "Allora? Facciamo meno casino, magari!"
Appena Tassio vide il suo vicino cambiò espressione e il viso fu travolto dalla rabbia: "Tu!" Esclamò puntandogli addirittura il dito dal basso della strada, "Maledetto te e il tuo gattaccio. Con il suo miagolio mi ha tenuto sveglio tutta la notte e adesso dovresti vedere Greta..." Tassio quasi scoppiò in lacrime.
Alcide cercò di calmarlo: "Guarda che Cesare è morto questa mattina. L'ho trovato in mezzo alla strada in fondo alla via. Qualcuno lo ha preso sotto." Alcide fece una pausa e sospirò: " Guarda, non farmici pensare..." L'uomo si portò una mano al volto e dopo qualche istante richiuse la finestra.
Tassio rimase senza parole.
Tornò in casa e il pensiero andò alla mattina precedente, quando effettivamente urtò qualcosa con l'auto in fondo alla via e nel suo subconscio sperò davvero che fosse quel maledetto gatto.
"Non può essere..." Pensò scioccato dal fatto.
L'odio per quella bestia fastidiosa sparì nel momento in cui vide sua moglie seduta sul letto.
Greta guardava suo marito con occhi grandi e verdi, ma non poteva pronunciare nient'altro che uno stupido "miao".
Tassio si avvicinò con timore e l'abbracciò, lei fece lo stesso, ma senza accorgersene, lo graffiò.
Miagolò di nuovo verso di lui, un triste lamento di rammarico. Tassio si innervosì, ma guardando quel viso si calmò all'istante.
Quel dannato gatto che Tassio tanto detestava lo perseguita ancora ogni singola notte, quando a mezzanotte precisa, Greta comincia a miagolare senza sosta fino all'alba per poi non ricordarsi di nulla al risveglio.
Ora, Tassio non può che convivere con questa maledizione e dannarsi in eterno per aver odiato così tanto quella povera bestia. Quell'odio però non si è ancora dissolto e forse soltanto il giorno che lo abbandonerà riavrà indietro la vecchia parte di Greta e la tranquillità notturna che ancora non è riuscito a recuperare.
STAI LEGGENDO
Un fastidioso miagolio
Short StoryIl gattaccio dei vicini, Cesare, non lascia tregua al povero Tassio che dovrà fare i conti con una nottataccia in bianco, mentre sua moglie Greta sembra avere il sonno pesante e non accorgersi del frenetico miagolio! Tutto qui? Mh, forse c'è qualcos...