The day the music died

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"June vieni con noi che ti facciamo una sorpresa"

Ecco quelle furono le ultime parole che udì innocentemente in tutta la mia vita.

Parole innocenti che speravo ancora oggi dopo 12 anni di sentire ad alta voce.

La mia gioia quel fatidico giorno fu immensa nel udire un tono di voce così candido appartenente a quella madre che era solita a non rivolgermi la parola se non per andare a procurarle la droga.

Quel suo modo di fare insolito ma affascinante mi estasiò a talpunto da raggiungerla nella grossa auto rossa situata nel vialetto di casa.

Quella fu l'ultima volta che vidi la mia famiglia.

Avevo 7 anni ed ero la prima di due figlie femmine,frequentavo la scuola elementare provinciale,e avevo tanti amici. Il mio nome era june ma tutti i miei conoscenti lo storpiavano in un adorabile soprannome che ancora ad oggi mi porta dei brividi persistenti "jù".

Il mio nome fu l'unica cosa che mi rimase in tutti quegli anni di prigionia,l'unico spiraglio di luce,l'unico ricordo abbastanza Pacifico impresso nei miei dolorosi ricordi.

Ricordo come se fosse ieri che quel giorno ero particolarmente felice, aspettai con ansia tutto il giorno la fine della scuola osservando di tanto in tanto il grosso orologio color mora ticchettate con assoluta costanza,e rimbombare nella sala piena di piccoli studenti.

Quando finalmente udì il suono stridulò della campanella mi catapultai con forza innata all'esterno della struttura giallastra con un evidente scritta
"Grundschule".
Ora fuori dalla costruzione mi incamminai sola come al solito verso le vie del paese dirigendomi verso casa con delle cuffie tre che riproducevano la mia canzone preferita "forever young".

D'un tratto però mi fermai notando una presenza piazzarsi sulla mia traiettoria,alzai di poco lo sguardo ceruleo,e con confusione sul mio piccolo visino scorsi il volto chinato con fatica di mia madre.

Non mi ricordo molto di lei ma ciò che mi riaffiora alla mente ogni volta che la penso é il suo pallido incarnato color vampiro i suoi zigomi scavati in profondità,le sue occhiaie violacee e le sue labbra secche e cadaveriche.

Ella con una dolcezza che mai prima avevo visto in quella donna mi prese il braccio,non più per picchiarmi ma per condurmi delicatamente in un negozietto nei dintorni.

Arrivate a quella che d'aspetto pareva una gelateria mia madre infilò una mano nella tasca dei suoi scurissimi jeans a zampa d'elefante,ci navigò un pochino con la sua mano sottile prima di tirare lentamente fuori una banconota da 5€.

Si avvicinò cautamente all bancone che rispetto a me era altissimo,e con voce un po' strozzata proferì al cassiere
"Prendiamo un gelato" prima di accucciarsi in mia direzione e chiedermi a che gusto volessi prendere lo sfizioso dolcetto che non avevo mai assaggiato in vita mia.

Con tanta indecisione davanti ad una tale varietà di gusti,e una miriade di colori accesi optai per un semplice gelato alla vaniglia (che tuttora è il mio preferito)

Il gelataio me lo porse con gentilezza prendendo i soldi che mia madre nel frattempo li aveva messo nella grossa mano e dandogli qualche moneta di resto.

con stupore negli occhi assaggiai quel dolcetto desiderato da una vita quasi. istantaneamente,aveva un sapore dolce che pizzicava un po' sulla mia lingua calda per lo sbalzo di temperatura, mandai lo pseudo boccone in gola prima di ingozzarmi totalmente di quella crema fredda e densa color panna.

dopodiché mia madre quasi d'un soffio mi prese la mano che al tempo era piccola come quella di un neonato,e insieme vi incamminammo verso casa,cosa che non accadeva mai da quando avevo compiuto 5 anni.

Con tanta felicità una volta varcata la soglia dell' appartamento al piano terra mi voltai bruscamente richiamata dalla stessa voce gentile che avevo udito prendendo il gelato.

Successe tutto così infretta

"June vieni con noi che ti facciamo una sorpresa"

Segui la sua voce con entusiasmo ed entrai nella macchina rossa che prima d'ora non avevo mai visto.

La musica che avevo ancora nelle orecchie si stoppò ,d'untatto un buio netto si palesò alla mia vista e un "mi dispiace"sussurrato fra le lacrime trapassò le mie piccole orecchie.

Caddi in un sogno profondo .

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 09, 2023 ⏰

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The darkness in my first loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora