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La prima cosa che mi tornò in mente furono i cupcake che ci spaccavamo a pranzo. Oppure le lezioni di inglese che non sopportava. Ma anche tutti quei pomeriggi dove non studiava per giocare ai videogiochi. Tutto ritornò con uno slancio violento. Mi sentii così stupida per non averlo riconosciuto subito, ma la mia faccia sconvolta spiegava quanto fosse cambiato. Era più alto, muscoloso, con spalle più ampie. I suoi lineamenti erano decisi e i suoi occhi sembravano aver visto tante altre cose dall'ultima volta. Era sbocciato come un fiore. Quei sette anni lo avevano plasmato, come uno scultore con un blocco di marmo. Avevo lasciato un ragazzino per ritrovarmi un uomo. Tutto quello che era diventato mi fece quasi paura, ed insieme a quella paura si sbloccò qualcosa che non mi sarei mai aspettata. La sua persona era diventata imponente, mi intimoriva. Ma allo stesso tempo una presenza del genere suscitava un certo desiderio, un'attrazione impossibile. Non era più il Jungkook timido e schivo che avevo conosciuto.

«Che ci fai qui?» mi domandò avvicinandosi a me.

«Ero venuta per... ehm» non fui capace di continuare.

«Vieni, spostiamoci da qui. Sediamoci su quei divanetti» mi indicò il lato più buio, poggiandomi poi una mano sulla spalla per assicurarsi che non mi allontanassi. In quel momento non connettei molto. Avrei potuto sembrargli una perfetta idiota, una svampita che faceva fatica persino a rispondere a monosillabi.

Una volta seduti su quei divanetti si girò completamente verso la sottoscritta, sfoderando un sorriso che brillò nonostante il buio. «Questa sì che è stata una sorpresa» scosse il capo cercando il mio sguardo.

«Grazie per prima» mi sporsi alzando la voce.

«Non ci pensare, stavi rischiando grosso. Ma dimmi, sei qui per la cena?»

Annuii mentre i miei occhi schizzavano in tutte le direzioni. Ero agitata e poteva capirlo anche lui. Non sapevo davvero cosa mi fosse preso, mi aveva letteralmente frastornata. Le luci stroboscopiche illuminavano metà del suo viso, ed era l'unico modo per capire quanto lo stessi facendo divertire con il mio comportamento. Il suo sguardo vagava lentamente su di me, da capo a piedi.

«Siamo nello stesso hotel» urlai indicando simbolicamente l'esterno.

Jungkook mi fece capire di non aver sentito, così mi sporsi verso di lui, ma allo stesso tempo si spostò più vicino facendo sfiorare le nostre ginocchia. A quel movimento sentii un'onda di calore investirmi completamente.

«Dicevo che siamo nello stesso hotel, quello qui di fronte»

«Davvero? Che coincidenza, è assurdo» ridacchiò. «Come te la passi? Sono anni che non ci vediamo. Sei cambiata tantissimo» sorrise ancora guardandomi intensamente.

«Dovresti vedere quanto sei cambiato tu! Non ti ho riconosciuto quando ti ho visto in piscina» mi feci scappare, tralasciando il fatto che lui non mi avesse visto.

«C'eri anche tu? Credevo di essere solo»

«Già, cercavo di rilassarmi un po' prima di domani sera» sospirai abbassando lo sguardo.

«Nervosa?»

«Un po'. E' passato tanto tempo e le cose sono cambiate» nella mia testa allusi a Yoongi.

«Certe cose devono cambiare, non credi?» si poggiò allo schienale e allargò le braccia, accogliendo anche me in quel movimento. Il suo sguardo divenne profondo ed entrò dentro di me scuotendo ogni nervo fino a farmi venire la pelle d'oca. Mi stava stregando. «Vorresti ballare?»

«In realtà credo di tornare in hotel» confessai dispiacendomi.

«Ti riaccompagno-»

«Oh no ti prego, resta se vuoi. Devo solo attraversare la strada in fin dei conti, io-»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 12, 2023 ⏰

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𝐆𝐋𝐈𝐌𝐏𝐒𝐄 𝐎𝐅 𝐓𝐎𝐊𝐘𝐎|| 𝐦𝐲𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora