epilogue

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molti dicevano che la nostra era la famiglia perfetta, quando sentivo questa frase mi scappava sempre una leggera risata. Per la gente altrui la nostra

" come cazzo sei diventata Jane? Sei una bambina maleducata, giuro che ti manderò in un fottuto collegio! " quelle parole mi rimasero impresse, non capivo cosa avesse la mia amata mammina contro di me..ero davvero così maleducata? Le avevo solo chiesto una cosa.

" tu non capisci, sei un'idiota! Bambina capricciosa!"
" Ti odio!"
"Non dovevi nascere, se tuo padre mi ha lasciato è solo colpa tua!"
" Dovevo abortire! Maledico quel maledetto giorno!"
" Muori!"
" Non potevo avere una figlia migliore!?"
" Vai subito via!".

dalla mia bocca non uscì niente, iniziai solo a piangere. Non capivo
Cosa stava succedendo
Avevo solo nove anni, perché
mia madre voleva bene di
più a mio fratello? che avevo di diverso? Perché si, dovete sapere che mia madre ha sempre avuto preferenze.
Tra me e mio fratello ha sempre preferito lui, diceva che era più dolce, più socievole, più gentile, più dolce..
Ma non era vero.
Lui con me era cattivo, troppo cattivo.
Non capivo cosa avevano codeste persone contro di me! Sono sempre
stata così dolce, una bambina solare..ma da quella notte fredda del tredici dicembre, tutto cambiò.
da lì, capii che ormai dovevo cambiare.
quella notte, fu infernale..fu paurosa..quelle luci blu e rosse che marcavano la soglia della porta, sangue, i miei poveri bracci pieni di tagli e lividi e mia madre che mi minacciava di morte.

" Cazzo Jane! La pagherai, sei una stupida bambina! La pagherai, la pagherai! " queste furono le ultime parole che uscirono dalla bocca di mamma. Anzi, no, non era più mia madre, era un'estranea.
Mi misi sopra lo scalino della nostra villa e guardai dritto con gli occhi ancora piangenti. Ero così triste, così distrutta, tutto il mondo mi era caduto addosso.
" piccola, guardami. " uno sconosciuto in divisa, catturò il mio piccolo viso tra le sue mani. Purtroppo il poliziotto non ricevette nemmeno una risposta da me, non riuscivo a parlare. Qualcosa mi bloccava, ero così triste, distrutta, amareggiata.
Anche se io non riferivo una risposta a nessuno di quelle alte figure, riuscivo a capire cosa stessero dicendo.

Uno di loro si avvicinò a me e mi poso una coperta lungo le spalle, stavo morendo dalla paura, ma dopo quel gesto capì che sicuramente mi sarei potuta fidare di codeste persone..o meglio, forse.
" È sotto shock, ma penso stia bene. Non avrà più problemi. "
Gli agenti continuarono a parlare, io nel mentre guardavano l'atmosfera che mi stava circondando. Il vento che faceva muovere leggermente gli alberi, le luci rosse e blu che circondavano l'aria e delle pattuglie che attraversavano la soglia della porta per guardare cosa c'era dentro casa.

" Cosa ti hanno fatto? Raccontaci tutto. " Mi prese dolcemente il mento e lo alzò in modo che io potessi guardarlo in faccia, i miei occhi erano spento. Ero disperata dentro di me, era tutto così difficile..una bambina di nove anni non dovrebbe stare così, tutte le bambine di questa età stanno nella propria casa a giocare con le bambole sennò si riuniscono con la propria famiglia, si divertono e stanno in compagnia dei propri amici.
amici..non ho mai saputo cosa fossero

" Vabene piccola, abbiamo capito. Non vuoi proprio parlare, comunque volevamo dirti che a questo punto essendo che non hai più una famiglia e non riusciamo a contattare nessun tuo famigliare, ti manderemo in un orfanotrofio. "

Il mio viso non reagì a quell'affermazione, non mi importava. So solo che non volevo più stare sola, volevo vivere e stare bene.
Ero così sicura che tutto sarebbe cambiato dopo quella stupida notte.

E si cari lettori, le famiglie da buon'aspetto..sono sempre quelle peggiori, quelle dove la vita non va mai rose e fiori.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 29, 2023 ⏰

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~  " the blue rose" ~ TOM KAULITZ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora