(flashback)
Joel's pov.
Non riesco a togliere lo sguardo da Ellie mentre giace sul letto, ancora priva di sensi. Il suo petto si solleva e si abbassa con un ritmo lento e costante, un sollievo per i miei nervi. Non so quanto tempo ho passato in questa stanza, osservandola, ma so che non sarà mai abbastanza. Ogni istante passato lontano da lei è come un coltello che si gira nella mia carne. Mi ripeto che tutto andrà bene.
Quando Marlene entra nella stanza, la sua presenza riempie l'aria di una tensione silenziosa. Si avvicina, gli occhi puntati su Ellie con un'espressione che non riesco a leggere completamente. Mi si avvicina, mettendosi accanto al letto, e posso vedere il peso della sua decisione, la lotta interna che la consuma. Sa che ciò che sta per chiedermi non sarà facile da accettare, eppure è decisa.
"Joel," inizia, la sua voce è dolce, ma ferma. "Voglio ringraziarti per tutto quello che hai fatto per Ellie... per averla portata qui, per averla protetta."
Non dico nulla. Le parole si bloccano in gola, soffocate dalla paura che mi stringe il petto. Marlene si gira verso di me, i suoi occhi sono pieni di gratitudine, ma anche di una tristezza profonda.
"Senza di te, non ce l'avrebbe mai fatta."
La guardo negli occhi, cercando di capire cosa stia per dire. C'è qualcosa nel suo sguardo, una sorta di risolutezza che mi fa gelare il sangue nelle vene.
"Joel," continua, "c'è qualcosa che devi sapere. Stiamo per procedere con l'intervento. I medici hanno detto che c'è una possibilità di creare un vaccino, un modo per porre fine a tutto questo. Ellie potrebbe essere la chiave."
Le sue parole mi colpiscono come un pugno nello stomaco. Un vaccino. Ellie, la chiave per salvare l'umanità. Il peso di quella rivelazione mi travolge, e tutto ciò che riesco a pensare è che stanno per farle del male.
"No." La parola esce dalle mie labbra prima che io possa fermarla. "Non puoi farlo."
Marlene scuote la testa lentamente, quasi con compassione. "Joel, capisco come ti senti. Ma questa è la nostra unica possibilità. Ellie lo farebbe. Lo farebbe se potesse scegliere."
"Non le avete dato una scelta!" urlo, il mio cuore che martella nel petto. "Non sa nemmeno cosa sta succedendo! E non... non puoi farle questo."
Marlene rimane calma, ma posso vedere il dolore nei suoi occhi. "Non è facile nemmeno per me, Joel. Ellie è come una figlia per me, l'ho cresciuta io dopo che Anna me l'ha affisata, ma questa è la realtà. Non possiamo lasciarci guidare dai nostri sentimenti. Questa è una scelta che riguarda il mondo intero."
"Non m'importa del mondo!" rispondo, la voce che trema di rabbia e disperazione. "Marlene... ti prego. Non farlo."
C'è un lungo silenzio tra di noi. Marlene abbassa lo sguardo, poi lo rialza verso di me, i suoi occhi sono pieni di decisione. "Mi dispiace, Joel. Ma è troppo importante. Non possiamo tiraci indietro ora."
Marlene si allontana, e sento il mio cuore sprofondare. Non posso lasciarla fare. Non posso permettere che Ellie... che Ellie muoia. Senza pensarci due volte, afferro Marlene per il braccio.
"Marlene... non farlo. Ti prego."
Lei mi guarda, il suo volto impassibile. "Joel, i soldati ti accompagneranno fuori. È meglio così."
Due soldati si avvicinano a me, afferrandomi per le braccia. Provo a divincolarmi, ma sono troppo forti. Mi trascinano via, fuori dalla stanza, mentre il mio cuore urla di dolore. Ogni passo che faccio lontano da Ellie è come una pugnalata al petto. Non posso lasciarla lì. Non posso.
Mi portano lungo i corridoi dell'ospedale, e tutto ciò a cui riesco a pensare è che devo fermarli. Devo trovare un modo per salvarla. La disperazione si trasforma in rabbia, un'onda che mi travolge e mi dà la forza di agire.
Con un movimento improvviso, afferro il fucile di uno dei soldati, colpendolo alla testa con il calcio dell'arma. Il secondo soldato tenta di reagire, ma sono più veloce. Gli sparo prima che possa sollevare l'arma. Il suono degli spari rimbomba nei corridoi, ma non mi fermo. Corro verso la sala operatoria, il cuore che batte all'impazzata.
Quando raggiungo la porta della sala operatoria, la sfondo con un calcio, il fucile stretto tra le mani. I medici si girano verso di me, il terrore nei loro occhi. Ellie è lì, sul tavolo, priva di sensi, intubata e preparata per l'intervento.
"Fermatevi subito!" grido, puntando l'arma contro di loro.
Uno dei medici alza le mani, cercando di calmarmi. "Aspetta, fermati! Possiamo parlarne—"
Non gli do il tempo di finire. Sparo, il rumore assordante che rimbalza sulle pareti sterili della sala. Gli altri medici urlano, cercando di scappare, ma non gli lascio scampo. Nessuno di loro tocca Ellie. Nessuno.
Il silenzio che segue è devastante. Il mio respiro è pesante, il fucile che pende inerte tra le mie mani tremanti. Mi avvicino al tavolo, guardo il volto addormentato di Ellie. È così giovane, così innocente. Con le mani che mi tremano, la sollevo dal tavolo, stringendola delicatamente tra le braccia.
La porto fuori dalla sala, il peso del suo corpo è un conforto e un tormento allo stesso tempo. I corridoi sono vuoti, ma so che non ho molto tempo. Devo portarla fuori da qui, lontano da tutto questo.
Raggiungo il parcheggio dell'ospedale e vedo Marlene che mi aspetta, una pistola puntata verso di me. I suoi occhi sono pieni di disperazione e determinazione. "Joel... non farlo. Lascia che Ellie faccia ciò che deve fare."
"Non posso." La mia voce è un sussurro. "Non posso lasciarla morire, Marlene."
Marlene abbassa leggermente la pistola, il dolore evidente sul suo volto. "Non c'è altra scelta, Joel. Se la porti via, tutto questo sarà stato inutile. Tutto quello per cui abbiamo lottato sarà stato vano."
Le sue parole sono come coltelli, ma non posso cedere. Ellie è tutto ciò che mi è rimasto. Non posso perdere anche lei. Marlene sospira, come se portasse il peso del mondo sulle spalle, e abbassa definitivamente la pistola. Ma vedo nei suoi occhi che non mi lascerà andare via così facilmente.
Mi giro, intenzionato a raggiungere il furgone, quando sento il suono della pistola che viene di nuovo armata. Non ci penso due volte. Mi giro e sparo. Il colpo è preciso, e Marlene crolla a terra, la vita che abbandona lentamente il suo corpo.
Mi avvicino a lei, il fucile ancora in mano. So che dovrei andarmene, ma qualcosa mi trattiene. Marlene mi guarda, i suoi occhi pieni di domande non fatte, di parole non dette. "Ti prego..." sussurra, la sua voce quasi inesistente. "Non farla vivere in un mondo del genere..."
Ma non posso. Non posso lasciarla vivere. Non posso rischiare che torni, che la segua. Non posso rischiare di perdere Ellie. Il mio cuore è un groviglio di emozioni contrastanti, ma so che devo farlo. Devo proteggere Ellie, a qualunque costo.
Alzo l'arma un'ultima volta, il cuore pesante, e premo il grilletto. Il suono dell'ultimo sparo si dissolve nell'aria, lasciando solo il silenzio.
Poi mi giro, tenendo Ellie stretta a me, e la porto via. Via da quell'ospedale, via da quel mondo che avrebbe voluto strapparmela. La porterò dove nessuno potrà mai farle del male. Non importa cosa dovrò fare.
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The Last of Us
AdventureLa storia è ispirata al videogioco "The Last of Us". Spoiler sul gioco, sia parte I che parte II. Tutti i diritti sono riservati. Attenzione ai contenuti espliciti.