Fuck the police!

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«Tu devi essere...» disse il poliziotto con gli occhi fissi su una cartella entrando nella stanza degli interrogatori. «..Harry Styles presumo» disse posando gli occhi sul ragazzo seduto a terra. Mise una sedia davanti a lui e prese posto.

«In persona» fece l'altro ironico.

«Agente Louis Tomlinson» disse l'uomo mostrandogli il distintivo. «Bene Harry, da quanto leggo qui, hai picchiato a sangue un povero ragazzo per strada lasciandolo con un naso rotto...e suoi genitori hanno giustamente sporto denuncia...qualcosa da dire al riguardo?»

Il ragazzo dai riccioli morbidi e pelle tatuata non disse niente e invece si limitò a guardarlo con un'irritante indifferenza. «Bene» il poliziotto alzandosi in piedi.

«Ora mi picchierà fino a farmi parlare?» domandò l'altro ragazzo alzando gli occhi al cielo.
«No, ho sentito da un collega che le torture non funzionano con te. Per questo hanno chiamato me» disse l'agente prendendo una scatola da uno scaffale.

«Perchè?»
«Perchè io riesco sempre a far parlare i miei interrogati»
«E come? Sentiamo» chiese Harry all'improvviso incuriosito dalla scatola posata sul tavolo.
«Io ho...metodi miei per far parlare quelli come te»
«Quelli come me?»
«Quelli senza paura, che non hanno nulla da perdere, arroganti abbastanza da fare ironia davanti a un pubblico ufficiale»

Harry sorrise sghembo davanti alla convinzione del poliziotto di sapere che tipo di persona fosse nonostante avesse a che fare con lui da nemmeno cinque minuti. «E quale sarebbe questo suo metodo, agente?» gli chiese alzandosi da terra e torreggiando sull'uomo sentendosi intrigato dalla sua persona.
«Vi privo del vostro orgoglio» disse il poliziotto mantenendo il contatto visivo. «Spogliati» gli ordinò poi ad un soffio dalle due labbra.

Harry scoppiò a ridere. «Sarebbe questo il suo grande metodo? Umiliarmi? Mi dispiace dirle che io non ho problemi a mettere in mostra il mio corpo. Un agente come lei dovrebbe già sapere che 'quelli come me' peccano di pudore» disse il riccio convinto di aver incalzato l'altro uomo che invece si limitò a guardarlo con braccia incrociate come in attesa. Aveva la faccia di chi sapeva già tutto e si sentiva superiore. Come se quella fosse una sfida e avesse già la vittoria in pugno.

Ma Harry non gliel'avrebbe lasciata vinta.

«Che idiozia..» disse il ragazzo ridacchiando togliendosi la maglietta bianca e poi i suoi skinny jeans neri rimanendo in boxer. «Anche questi» gli ordinò l'agente tirandogli leggermente l'elastico della biancheria. Harry roteò gli occhi al cielo e sospirando nervosamente si tolse anche l'intimo rimanendo completamente nudo.
«Contento?» domandò all'agente con sfacciataggine.
«Quasi» gli rispose questo prima di tirargli un calcio sul retro di un ginocchio facendolo piegare dal dolore. Poi lo spinse sul tavolo mettendolo a novanta su esso, gli prese una mano con una velocità sovrumana e lo ammanettò ad una delle ante, bloccandolo in quella posizione.

Harry ridacchiò e «Fa sul serio?» gli chiese sghembo. Il poliziotto lo ignorò e invece si concentrò nel frugare nella scatola. Dopo poco tirò fuori un dildo vibrante. Il riccio vacillò di sorpresa per la prima volta in quella conversazione appena vide l'oggetto, ma ciò non lo svestì della sua arroganza, anzi lo intrigò ancora di più.

«Facciamo un gioco Harry: o tu mi dici la verità su cos'è successo davvero o questo andrà sempre più in profondità dentro di te» annunciò il poliziotto.
«Sta bluffando» rispose di scatto il riccio sentendo una nascente erezione formarglisi fra le gambe.
«Vogliamo iniziare con le mie dita?» disse questo avvicinandosi dietro di lui. «Ci siamo solo io e te attualmente in centrale e abbiamo tutta la notte davanti. Tu non vuoi farmi arrabbiare vero piccolo?» gli chiese direttamente nell'orecchio tirandogli leggermente i capelli all'indietro. Harry sentì l'erezione dell'uomo premergli contro le natiche da attraverso i pantaloni e bastò quello per fargli ritornare il sorrisetto arrogante in viso.

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