8. Los Angeles

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Mi lascio cadere sul divano appena lei esce dalla stanza e resto così, imbambolato a guardare scorrere i titoli di coda del dvd. A cosa diavolo stavo pensando! Quella ragazza nemmeno mi conosce, cosa può pensare di me ora che ci ho provato con lei? Dio che idiota sono! Non ho avuto nemmeno il buon senso di fermarla e chiederle scusa. Ma scusa per cosa? Per cosa avrei dovuto scusarmi? Perché mi piace? Perché la trovo una donna affascinante o perché desidero baciare le sue labbra? No le scuse sono proprio fuori luogo, come del resto il mio gesto impulsivo. Forse avrei dovuto dirle che mi sono invaghito di lei? Che mi piace il suo modo di parlare, di muoversi, le parole che usa, i suoi occhi e la sua intelligenza? O che in lei vedo qualcuno che mi conosce senza bisogno che io mi faccia conoscere? Sei solo un disastro Downey! Un maledetto disastro! Non sono nemmeno 24 ore che è in casa mia e io già ci provo. Ma che mi è preso!!! Spero solo non decida di andarsene. Dovrò trovare il modo per farmi perdonare. Non la conosco nemmeno ma quel poco che so di lei mi piace e questo non posso cambiarlo.

Spengo tutto e me ne vado in camera mia, mi butto sul letto, quando riprendo conoscenza è solo l'alba. Il ricordo della serata e il pensiero di lei mi impediscono di rimettermi a dormire. Tanto vale che mi alzi. Una tazza di caffè è quello che ci vuole per ritrovare lucidità e riordinare le idee.

-Buongiorno Consuelo, c'è del caffè?

Mi saluta e lo versa nella mia tazza preferita, mi appoggio alla penisola sedendomi su uno degli sgabelli ancora intontito. Sta preparando dei pancakes, uova e pancetta, macedonia di frutta. E' sempre la migliore! Non posso non notare come mi guarda perplessa

-Che c'è? Sono vestito no?

-Non fa colazione con la signorina?

Chiede indicandomi la terrazza con la caffettiera dove Rose è seduta al tavolo con il notebook, sta scrivendo. Ringrazio il cielo che mi abbia avvisato. Ci manca solo che voltandosi mi veda qui seduto, potrebbe pensare che la sto ignorando visto come è finita la serata. Mi faccio versare una seconda tazza di caffè e la raggiungo a tavola.

-Buongiorno

Abbozzo senza troppe pretese in modo neutrale per vedere come reagirà, lasciando la seconda tazza vicino al suo pc.

-Ciao, ben alzato!

Accenno un sorriso e bevo forse più per paura di dire qualcosa di sbagliato che per necessità. Chiude il portatile e lo appoggia su una sedia. Interpreto questo gesto come disponibilità al dialogo.

Imita il mio gesto e beve un po' del suo caffè mentre Consuelo serve la colazione. Cerco di essere me stesso e mettere fine a questo silenzio innaturale

-Se ti va oggi potremmo fare un giro della città visto che è la tua prima volta a L.A..

Sorride sincera e non può immaginare quel sorriso cosa significhi per me.

-Mi piacerebbe molto.

-Allora è deciso, oggi facciamo i turisti.

Mi faccio raccontare della città in cui vive, della scuola che ha frequentato, della sua famiglia. Mi racconta che qualche anno fa i suoi genitori sono mancati, così scopro anche che non ha fratelli o sorelle. Infine istintivamente, come mio solito, le chiedo com'è successo che ha iniziato a scrivere dei racconti con Robert Downey Jr come protagonista. Rose sorride e mi stupisce

-Per lo stesso motivo per cui tu ti sei messo a scrivere e cantare canzoni.

Ad essere sincero mi aspettavo qualsiasi risposta ma non questa. Rido

Robert StoriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora