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                                                                               NORA
« non me ne frega un cazzo di quello che vuoi tu, hai capito? »
« lui pagherà bene e se sceglierà te andrai a letto con lui. Non me ne frega un cazzo se sei ancora vergine, tanto prima o poi la perderai e sarà meglio se lo farai con lui almeno ti tratterà bene »

le sue grida continuavano a rimbombarmi nella testa mentre i miei occhi erano fissi sullo specchio davanti a me, il vestitino succinto che mi avevano messo contro la mia volontà lasciava poco all' immaginazione e il trucco pesante mi faceva apparire molto più grande rispetto alla mia età.
« Nora muoviti tuo padre ti sta aspettando davanti la porta del privè, gli ospiti stanno arrivando » Sentendo quelle parole mi lascavi sfuggire un sospiro cercando di trovare una scusa credibile per non presentarmi a quello stupido incontro, ma lo sguardo velenoso della donna mi fece capire che non avevo vie di scampo. Virginia era la segretaria di mio "padre" adottivo, aveva origini italiane e si era trasferita qui a Los Angeles per cercare fortuna nei casinò , ma come molti altri aveva perso tutto e ora si godeva il suo lavoro. Rispetto a molte altre ragazze aveva molti privilegi perché riusciva a soddisfare adeguatamente le perversioni sessuali del capo e questo la faceva sentire superiore. Passandole accanto non le risparmiai il mio sguardo pieno di odio, ma questo contribuì soltanto a farla ridacchiare mentre mi seguiva verso l'uscita dei camerini. Appena entrai nel night club le mie guardie del corpo, che avevano il solo compito di controllare che non scappassi o che perdessi la unica verginità con qualcuno che non avrebbe pagato per ottenerla, mi affiancarono per scordarmi davanti la porta del privè.
« ho sentito dire che Volkov è qui sta sera per cercare una donna , da portare via con lui. sembra un Dio sceso in terra, da lui mi farei fare tutto »
« io spero che sta volta mi tocchi un ragazzo, l' ultima volta al Vecchio neanche si alzava » dal gruppo di donne davanti a me si levarono delle risatine, mentre io abbassai lo sguardo stringendomi le braccia intorno al corpo e desiderando di scomparire.
sei la più piccola forse neanche ti guarderanno, agli uomini piacciono le donne mature no? provai a cercare conforto tra i miei pensieri, ma tutto andò a farsi fottere quando le ragazze iniziarono ad entrare a mio padre si abbasso alla mia altezza per sussurrarmi all'orecchi:« Non provare a farmi fare brutta figura, devi impressionare Alexander Volkov.  Tu vali più di tutte le puttane qua dentro perché sei l'unica vergine quindi leva quelle cazzo di braccia attorno al tuo corpo e fai impressione su di lui. ti deve comprare lui altrimenti ti darò al primo vecchio pervertito che sborserà un po’ di soldi. Non ho preservato la tua verginità per niente Nora.» la sua mano afferro il mio braccio strattonandolo con forza per farmi entrare nella stanza buia.
Di colpo una luce non troppo forte si accese sopra le nostre teste in modo da poter far vedere perfettamente i nostri corpi seminudi, ma non ci permetteva di vedere in faccia i pervertiti seduti sui divanetti di fronte.
« signori vi presento queste bellissime donne che questa sera vi offriranno una notte di passione » iniziò mio padre indicando i nostri corpi, le ragazze con me si misero in posa sperando che il famoso signor Volkov le portasse via con lui.  Ogni secondo che passava la mia voglia di scappare cresceva sempre di più, ogni volta che provavo a nascondere il mio corpo dietro quello delle altre ricevevo sguardi pieni di disapprovazione da parte di mio padre.
« ragazzina vieni qua a presentarti » il sorrisetto che mi rivolse mi fece capire che un no non era ammesso, con passo lento e tremante lo raggiunsi fermandomi al suo  fianco e tenendo lo sguardo rivolto verso i miei tacchi vertiginosi.
« Lei è Nora Reed ed essendo mia figlia l'ho preservata con cura » accompagnò le sue parole con un occhiolino e una breve risata,  le sue dita ruvide mi sfiorarono il mento spingendo mi con una velata forza ad alzare il mento. Prima che mio padre riuscisse a pronunciare un' altra frase si senti il lieve rumore del bottone per lanciare le offerte, seguirono diversi minuti di silenzio dove nessuno osava lanciare altre offerte.  La voce entusiasta dell'uomo al mio fianco e gli sguardi invidiosi delle mie compagne mi fecero capire all' istante chi era il mia acquirente, i miei occhi Si riempivano di lacrime non versate mentre guardavo l'ombra del suo corpo alzarsi dalla poltrona per raggiungere mio padre.
« fatela vestire e aspettare nel suo camerino la raggiungerò a fine serata e la porterò con me. ogni cosa che rimarrà fuori dalla tua valigia dopo il mio arrivo rimarrà qua » disse rimanendo nascosto nel buio poi si girò e uscì dalla stanza seguito da altri due uomini.
«Nora muoviti e corri a preparare la tua borsa, chiedi a Virginia di trovarti degli abiti succinti della tua taglia. se il signor Volkov mi dirà di essere insoddisfatto sarà la tua fine, ah e non ti azzardare a dirgli la tua vera età  per ora hai 18 anni » mi minacciò mio padre spingendo mi verso l' uscita per poi continuare a presentare le altre ragazze.
Dopo aver eseguito gli ordini dati mi sedetti a terra guardando il borsone che conteneva per lo più vestiti succinti e le lacrime, che fino a quel momento avevo trattenuto con tutte le forze, scese ro copiosa sul mio viso offuscandomi la vista.

Di Volkov sapevo solamente che aveva origini russe e che era molto più grande rispetto a me, questo significava che mi avrebbe nascosto dentro casa sua per evitare di  rovinare la sua immagine con qualche scandalo e quindi la libertà a cui aspiravo sin da piccola mi era stata strappata via un'altra volta.
Quando sentì la porta aprirsi mi affrettai ad asciugarmi il viso e balzai in piedi mettendo il borsone in spalla,  mi avvicinai allo sconosciuto senza guardarlo negli occhi e senza proferire la minima parola.
« Dammi la borsa, Alexander ti aspetta in macchina » feci come mi disse uscendo dal night club di mio padre per quella che speravo fosse l'ultima volta, mi venne aperto lo sportello posteriore di una lussuosa macchina e mantenendo un silenzio tombale entrai ignorando la virile presenza seduta al mio fianco.
«ti farò vivere l'inferno, preparati bimba» la sua forte voce mi fece venire la pelle d ‘oca, ma non mi presi la briga di rispondergli spostando lo sguardo fuori dal finestrino.

Forse sta volta riuscirò a scappare, lui non mi vuole come sua schiava sessuale vuole solamente rovinarmi la vita e non riesco a capire cosa gli ho fatto per meritarmelo .

Mi hai salvataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora