Prologo

11 1 0
                                    

Cammino per le strade affollate di Milano, mi sono persa. Ho paura e mi sta salendo un attacco d'ansia, non amo camminare da sola per di più al buio, siamo a Dicembre e sono le cinque di pomeriggio durante i giorni della Merla, sta nevicando. Quanto amo la neve, adoro il silenzio che si crea intorno a me, la natura resta in silenzio mentre i gelidi fiocchi cadono sulla terra creando una coltre soffice di neve. Devo tornare a casa, ma ad ogni passo rischio di scivolare, le mie scarpe non sono adatte, sono una sbadata sapevo perfettamente che oggi avrebbe nevicato le previsioni erano state molto chiare.

Continuo a camminare verso la stazione, sperando di arrivarci il più in fretta possibile dato che le persone incominciano a ritirarsi infreddolite nel calore delle loro abitazioni ed io sto rimanendo sola su questa gelida e buia strada.

Ho costantemente attacchi d'ansia, dovrei esserci abituata ormai, la mia vita è sempre stata molto faticosa sotto questo aspetto. Ricordo ancora l'ansia che provavo ogni volta che dovevo entrare in classe per le interrogazioni, per le verifiche o addirittura per sedermi al banco sotto lo sguardo di tutti, scegliere il mio pasto in mensa e qualsiasi movimento mi faceva sentire fissata e giudicata. Purtroppo questo lato fa parte della mia vita e purché sia migliorata una volta finito il quinto anno di Liceo, una parte di me è rimasta scossa dalla vita scolastica. Gli adolescenti sono veramente malvagi in certi frangenti, pieni di rancore e rabbia per la loro vita e per il cambiamento che stanno affrontando, non misurano le parole e finiscono per ferire i più deboli di cuore e testa, chi come me non riesce a imporsi contro i loro insulti e prese in giro. Troppo piccoli per essere considerati adulti e troppo grandi per essere considerati bambini.

Oggi però ho una brutta sensazione, non è solo ansia, è panico.
Sento dei passi sempre più vicini e  incomincio ad accelerare il passo, 'non girarti' continuo a ripetermi, 'andrà tutto bene, presto sarai a casa', ma in cuor mio sapevo che non avrei più rivisto casa mia quella sera.

Sentì solo un bruciore lancinante al collo, poi delle urla, delle risate e uno spintone. Ero stesa sui binari, il treno arrivava a tutta velocità.

Da Preda A Predatore||Guadalupa Rosemary Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora