Un Nuovo Amico

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Gli era stato detto di scappare. Scappare e correre più che poteva. Veloce e senza guardarsi dietro. Verso i boschi a ovest, dove sicuramente le truppe del governatore non si sarebbero inoltrate. Meglio affrontare i lupi alati che farsi prendere dai crucchi di Kodos gli aveva detto il padre di Billy Seller. E lui lo stava facendo, obbediente come sempre. La città di New Haven era caduta e i lupi alati che vivevano nelle selve settentrionali della Nuova Alaska non gli facevano paura: erano più grandi ma anche più stupidi dei normali pipistrelli che vedeva tutte le sere a casa sua, a Riverside, sulla Terra.

La cosa che gli faceva paura era quella neve così alta, quei fiocchi che il vento gli soffiava in faccia e il rumore delle esplosioni dalla città alle sue spalle, anche se, per un motivo che non riusciva a spiegarsi, non sentiva freddo. Una sensazione assurda e paradossale. La bufera imperversava e il vento gli soffiava contro. Un vento così violento che avrebbe dovuto essere gelido e tagliente. Ma non lo era.

Una voce. Giunse alle sue orecchie all’improvviso. O la sentiva nella sua testa? Era una voce nitida e sussurrante allo stesso tempo, che si udiva nel fischiare della bufera. E lo chiamava. Pronunciava il suo nome: James… come se fosse uno spettro dei boschi.

James… continuava sussurrante. Era gentile e dolce. Una voce femminile, diversa da come avrebbe immaginato la voce di uno spettro. Gli ricordava quella di sua madre.

James… poi un boato!

Un ricognitore hovercraft puntò il faro proprio su di lui, come un ciclope che aveva appena trovato la sua preda. Era spacciato! Cominciò a sentire l’adrenalina scorrergli nelle vene, il battito del cuore accelerare. Cercò di correre più veloce per superarlo e uscire dal suo spettro visivo, ma inciampò e cadde. Non sentì il viso affondare nella morsa gelida della neve, ma vide la luce del faro divenire un alone caldo e luminoso. Sentì quella gentile voce femminile più nitidamente. «James…» lo chiamò. «Non preoccuparti, era solo un brutto sogno.» una piacevole sensazione gli solleticò il viso, infondendogli calore, benessere e sicurezza.

Lentamente, James cercò di aprire gli occhi. Delineò un volto man mano che essi si abituavano a quella calda penombra che lo avvolgeva. Aveva il capo coperto da un velo, con delle ciocche che sembravano bionde uscire dai lati, grandi occhi azzurri che lo fissavano intensamente dal basso e un’espressione gentile e preoccupata. La sua mano destra gli stava accarezzando il viso con il dorso delle dita. Continuò a farlo per diverso tempo. Il tocco era delicato e amorevole. Un tocco che solo quello di sua madre poteva essere.

«Mamma…» disse. «Mamma, sei tu?» cercò di alzarsi, ma aveva difficoltà. Sentiva le gambe indolenzite e gli faceva male la schiena. Provò ancora ad alzarsi, ma senza risultati. Lei, delicatamente, gli poggiò una mano sulla spalla.

«Non sforzarti, James.» disse con dolcezza. «Adesso sei al sicuro.» gli sorrise. Un sorriso bellissimo e rassicurante. Una mistica aura di saggezza sembrava avvolgerla. Gli ricordava un angelo. «E mi spiace, ma non sono tua madre.» aggiunse. «Mi chiamo Amanda.»

In quel momento James si rese conto che quella davvero non era sua madre – nonostante sembrasse avere la stessa età – e che la luce che filtrava dalle finestre non era quella algida tipica del cielo di Tarsus IV, come anche la difficoltà che aveva nel muoversi gli fece notare che la gravità era diversa, più alta.

Iniziò ad essere un po’ più lucido, vedendo che i capelli che scivolavano dal velo della donna erano castani e non biondi. Vide che era vestita con un abito dalle tonalità crema, senape e lignee, maniche larghe e un cappuccio appoggiato sulle spalle. Un foulard marrone con degli strani simboli alieni ricamati in oro era poggiato anch’esso sulle spalle. 

«Tra qualche giorno i tuoi genitori verranno a prenderti.» continuò la donna. E con la stessa delicatezza che aveva mostrato da quando aveva aperto gli occhi, gli rimboccò il lenzuolo sotto cui era disteso. Era uno strano tessuto: sembrava fatto con una mistura di seta e velluto, ma poteva immaginare che non era così. 

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