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Da qualche parte oltre il muro

La mia immaginazione é davvero
limitata. La grande massa azzurra sopra la mia testa sembrava sul punto di ingoiarmi. La terra sotto di me stava cercando di tirarmi giù, con i suoi piccoli tentatocoli color smeraldo. La mia immaginazione é davvero limitata, e il mondo sembrava sul punto di volermi divorare. Mi passai una mano sul  viso, umido. Strano. Tutto quello era davvero diverso. Non pensavo che il mio viso potesse perdere liquido. Non mi sentivo affatto bene. Bene. Con le dita massaggiai la pelle al dì sotto degli occhi. Alzai le mani verso l'alto. Mani.

Era tutto così confuso. Provai a piegare le dita una ad una. Uh. Magico. Chissà com'era possibile. Le strinsi a pugno. Ero io a farlo ? Ero in grado di muovere le cose con il pensiero ? Uh. Cercando di non affondare nel mare verde , mi alzai sulle ginocchia. Chissà cos'erano  quelle cose. Sembravano un muro rotondo. Alte. Com'è che si chiamava quel colore ? Bianco. Giusto. Artemis lo sapeva. E anche Ray. Alzai le braccia davanti a me. Il muro più vicino... Colonna. Non muro. Come avevo fatto a dimenticarlo ? La colonna prese a volare.

Avevo la sensazione che avrebbe potuto raggiungere la grossa massa azzurra , se solo lo avessi voluto. Se solo lo avessi voluto, avrei potuto  perforare tutto quel blu. La colonna cadé rovinosamente a terra, e un nuovo suono escí dal mio corpo. Urlo. Avevo appena urlato. Potevo urlare. Ma certo. Feci un altro paio di prove. Mi veniva abbastanza bene.

Una improvvisa forza invisibile mi spinse in avanti. Era fresca. Mi voltai ma non vedi nulla di diverso. Tornai ad osservare la colonna a terra. Ed fu in quel momento che in lontananza scorsi qualcosa. Uh. Cercai di tirarmi su. Gambe. Dovevo usare le gambe. Com'era possibile che la mia massa venisse sorretta da quella minuscola porzione di ossa, bhe era un'altra grande domanda. Ma Artemis avrebbe saputo  rispondermi. Lui sì che mi avrebbe dato tutte le risposte che volevo. Solo un passo alla volta. Non sembrava affatto facile. Il terreno non voleva mollare, deciso a ingoiarmi , e le sue piccole braccia si infilavano fra le mie dita. Urlare non sembra spaventarle. Cominciavo a pensare che quella nuova cosa fosse più che inutile.

Wow. Questo muro era più grande della colonna. Molto più grande. Minuscoli buchi né rovinavano la superficie, ma più che guardavo in basso più quelli sembravano allargarsi. Era anche una colonna a più punte, come se qualcuno la avesse  tagliata in due. Io mi sentivo tagliatə in due. Provai una strana sensazione verso quel pensiero. Decisi di evitarlo per un po'. Non era una bella cosa. Lo capii e basta.

Artemis era lì. Lo decisi dopo poco meno di un'occhiata. Doveva essersi infilato in quella enorme colonna, per qualche strano motivo. E io dovevo raggiungerlo. Con non poca difficoltà ( difficoltà?) Raggiunsi una delle voragini più vicine. C'era un odore buono all'interno, di fiori. Sapeva di prato. Ed era pieno di muri. Quel posto era appena diventato uno dei miei posti preferiti. Il terreno li non cercava di divorarmi. Era liscio, e freddo. Rabbrividì, una cosa davvero orribile. Mi parve che le ossa si fossero ridotte ad una gelatina.

Era davvero una colonna singolare. C'erano un sacco di rumori. Voci. Ma nessuno li urlava. Era davvero strano. C'erano voci ma non persone. Um.Io ero una persona? E se quelle voci fossero appartenute ad Artemis? Decisi di puntare da quella parte. C'era un nuovo rumore. Ogni volta che mi muovevo. Oh no. I miei piedi facevano rumore. Sperai che quello non fosse il primo sintomo di qualcosa. Non volevo che Artemis mi abbandonasse di nuovo.

Le voci provenivano da dietro un muro. Bhe , io volevo andare dall'altra parte. Una buona parte della parete si staccò, rotolando via. Facile, quasi più che camminare. Un'altro mondo si apriva dall'altro lato. La grande massa azzurra non si vedeva più. Ora era scura, e a strisce. E c'erano delle persone. Dovevano esserlo per forza. Tutte loro stavano eretti sulle loro gambe. Come me. C'era però un dettaglio che non comprendevo. Tutte quelle figure erano immobili. Rivolti verso di me , si , ma non sembravano sul punto di mettersi a camminare. Decisi di non indagare oltre. Artemis non poteva appartenere a quelle cose. E di sicuro , non si trovava in quella stanza.

Stavo giusto per tornare alla mia ricerca , che uno degli umani urlo. Strano , perché pensavo che quel genere di cosa fosse da loro. E invece , lanciò un urlo caprino. Enormi ali si spalancarono alle sue spalle, come su quelle di tutti i suoi compagni. Non volevo più stare lì. Lo compresi appena quelle creature partirono alla carica. Con un movimento brusco della mano , feci tornare al suo posto il muro. Se era quella la cosa che gli aveva fatti urlare , potevo risolverla. Non dovevano per forza urlare. Gli avrei calmati, con un bel urlo rincurante, e mi avrebbero aiutato a trovare Artemis.

Peccato che non sembrava lo stesso per loro. Chissà come, superarono il muro e si misero al mio inseguimento. E per unə che non aveva mai corso , non era il massimo. Superai diversi muri, breccia dopo breccia. Forse , poi mi avrebbero ringraziato. Non mi sembravano in grado di superare le pareti, e così sarebbero potuti passare da una colonna all'altra. Doveva essere per forza così. Altri umani risposero all'urlo degli altri , e si unirono alla corsa. Davvero strani questi umani. Non sembravano davvero felici del mio lavoro , eppure continuavano a starmi dietro.

Superai un paio di nuovi mondi , fino a che la colonna non si divise in tre parti. Il mio istinto, anche se dovevo ancora verificarne l'esistenza, mi diceva di continuare in avanti. Lì dovevano esserci altri muri da aprire. Ma un'altra forza , una presa salda sul mio avambraccio mi fece del tutto cambiare direzione. " Vieni. Non sei al sicuro qua. "

Quello non era un urlo. Decisi che mi sarei fidatə di quella nuova voce. L'umano mi portò via , lontano dai miei inseguitori.

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