Chiara

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Avevo nove anni quando la mia prima infatuazione non fu di tipo maschile.

Quando iniziai a provare qualcosa di inusuale, strano e di nuovo, in me; il cuore mi batteva forte, e al solo vedere il viso di lei, provavo, bizzarri ma, piacevoli, sentimenti: il mio "primo", il mio amore fanciullesco, l'ho vissuto piacevolmente. Lei si chiamava Chiara, ironicamente, come mia sorella, ed era ciò mi faceva ricordare di lei ancora di più.

Solamente che, lei e mia sorella, non avevano niente in comune. Proprio nulla, zero.

Chiara era una bambina timida, dai modi gentili ed di una educazione eccellente e modesta, la tipica educazione che si insegna ai bambini: buone maniere, di poche parole, parlare solo quando interpellati. Insomma, un bambino.

Cosa mi folgorò di lei? Una specifica, ma, significativa frase e che, ancora oggi, ho impresso nel mio cuore, nella mia mente e nella mia anima. È stata la frase, l'inizio di tutto.

Stavamo giocando sul suo letto, ricordo che era un letto a castello, ove vi erano delle scale che collegavano i due letti: quello di sotto a quello di sopra. Io ero seduta su quelle scale; giocavamo alla principessa e al principe, io dovevo essere salvata e lei mi doveva salvare.

Eravamo entrambe bambine, i giochi da piccoli non hanno genere, così mi sono sempre convinta. Ma tornando a quel ricordo, io e Chiara ci stavamo divertendo, ed anche molto, quando, ad una certa, la madre di lei ci chiama per avvisarci che la cena era pronta. Eravamo affamate, ma felici, spensierate e l'innocenza che ci faceva da maestra.

Ad una certa, Chiara si ferma. Mi prende la mano, e mi guarda. Occhi azzurri che incontravano i miei marroni. Io non mi muovo, ma il mio corpo lo fa per me. Le mie gote erano di un rosso puro, pupille grandi e attente su di lei. Chiara si ferma, mi guarda, mi fissa, con quei occhi da cerbiatto, e mi fa:

"È la prima volta che sto bene con una persona, mi sento me stessa e sono felice. Grazie di essere mia amica."

Io sorrisi, arrossii e le diedi un abbraccio. Andammo a mangiare. Ci sporcammo gli abiti. Vedemmo un film. Dormimmo insieme. Il giorno dopo tornai a casa, e i miei pensieri erano rivolti solo a lei.

Dopo quella sera, io e lei diventammo sempre più amiche, fino alla fine della scuola dove, purtroppo, ci dovemmo separare. Le elementari erano finite.

Non ho più notizie di Chiara. Non so cosa fa. Non so dov'è, se ha cambiato città o meno. Mi manca.

Chiara; spero che tu stia bene, e spero che la vita ti abbia trattato bene. Non ti ho mai dimenticato e mai lo farò.
Con affetto, Viola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 27, 2023 ⏰

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