Sempre

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Harry ripose le ultime cose dentro la scrivania.
Da quando si era sposato con Ginny ed era diventato capo degli Auror, si era ritagliato un piccolo spazio dove poter lavorare in pace.
Ginny sarebbe tornata pressappoco in un' ora dall' allenamento e doveva fare in fretta se voleva farle la sorpresa di farle trovare la cena pronta.
Amava viziarla e coccolarla, gli sembrava una cosa così naturale.
Spinse con forza il cassetto della scrivania, per farlo chiudere nonostante tutti i fogli che vi aveva immesso, ma dopo l' ennesimo scossone la scrivania traballò e la boccetta d' inchiostro si rovesciò inesorabilmente sui fogli.
" Merda" imprecò Harry, rimettendo la boccetta dritta e notando tutto l' inchiostro che stava colando sulla mappa del Malandrino.
La prese con mani tremanti e la studiò, sapeva che non avrebbe dovuto tenerla lì.
In fondo, ormai era fuori da Hogwarts e non gli serviva poi a molto, ma non riusciva a relegarla in un cassetto o dentro un baule.
La guardò, era davvero molto macchiata. Sperò con tutto se stesso di non averla rovinata.
Stava maledicendo per l'ennesima volta la sua goffaggine, quando vide la macchia d' inchiostro trasformarsi in un alone e poi lentamente regredire.
Sgranò gli occhi e per un attimo gli venne in mente il diario di Riddle.
Ma non poteva essere un Horcrux, nessuno dei quattro Malandrini, neanche l' essere abbietto di Peter, avrebbe fatto una cosa del genere.
Eppure la macchia era sparita.
Guardò la boccetta d' inchiostro...forse poteva provare... ma se l' avesse rovinata?
Scosse la testa e riappoggiò la mappa sopra la scrivania. Fece un paio di passi e poi si fermò.
La curiosità lo stava divorando.
Si sedette dietro la scrivania e aprì la mappa, la rivoltò e guardò il retro. "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni" recitò, toccando la mappa con la bacchetta, ma il retro rimase immacolato.
La voltò e vide che il davanti aveva cominciato a riempirsi di nomi e di stanze.
"Fatto il misfatto" disse, sempre più pensieroso.
La voltò di nuovo. Era il compleanno di suo padre e la tentazione era sempre più forte.
" Auguri, Harry" lo scrisse in piccolo, in un angolino.
Se non fosse successo niente sarebbe rimasto un ricordo, invece una calligrafia minuta e spigolosa rispose " Grazie"
Harry sentì le sue labbra aprirsi in un sorriso spontaneo mentre guardava entrambe le parole svanire.
"Ci stavamo giusto chiedendo se qualcuno avrebbe mai scoperto questo lato della mappa" aggiunse un' altra calligrafia e Harry ebbe un tuffo al cuore, non poteva non riconoscerla. Era la calligrafia di Sirius.
"Che magia è?" chiese Harry stupito.
"Sono felice che tu l' abbia chiesto" affermò quello che Harry suppose essere Remus " è una delle nostre magie migliori"
" Che stai dicendo Lunastorta, alla fine, è la stessa magia della mappa"
" Felpato, smetti di rovinare il mio momento di gloria"
Harry sorrise. Erano senza dubbio i Malandrini.
" Bè, in realtà, ci chiedevamo come usare la mappa fuori da Hogwarts e in un momento di noia è nata questa cosa" si schernì Peter.
" E' magia davvero avanzata" scrisse Harry, ignorando il moto di odio verso Peter.
Non gli importava chi era a parlare. Stava parlando con suo padre.
" Veramente...senza il mio aiuto non ci sarebbero riusciti" Harry ebbe un tuffo al cuore.
Quella era una calligrafia tondeggiante e decisamente femminile.
" Non dovevi mettere le mani nelle cose dei Malandrini, Evans"
" Potter prego e comunque, sei stato proprio tu a dirmi che sono una degna Malandrina"
" Puro affetto per mio fratello"
Harry era così felice che credeva di essere in un sogno. Li aveva davvero tutti lì, compresa sua madre.
" Come state?" chiese Harry, sapeva che era una domanda stupida ma saperli con lui, lo stava confondendo.
" Bene grazie, è una bella giornata di sole, Harry dorme pacifico e..."
" James non può stare senza i suoi Malandrini"
" Evans"
" Sì, Potter? Vorresti negare?"
Harry rise, convinto che se avesse potuto avrebbe sentito la pergamena sospirare.
" Tu sei Lily Evans" affermò Harry.
" In persona, hai sentito parlare di me ?" chiese
" Hai sposato James" scrisse Harry.
" Non sarai Piton" intervenne suo padre.
" E il premio per il miglior investigatore dell' anno va a..."
" Sirius, è la prima visita non lo spaventare"
" Remus, sembri mia nonna...no hai ragione, lei spaventa davvero"
Harry sarebbe rimasto tutta la sera ad ascoltare i loro battibecchi. Erano così belli e così reali che gli sembrava di poterli avere davanti a sé.
" Perché lo chiedi?" la scrittura di sua madre lo riscosse.
" Ho visto un ricordo di Piton e tu odiavi James" scrisse Harry.
" Lo sapevo, è un amico di Mocciosus"
" Hai i capelli unti quanto lui?"
" James"
" Per Merlino Felpato, vuoi dargli una possibilità?"
Le scritture ormai si sovrapponevano " No. Io vorrei solo sapere se lo amavi"
" Perché non ti fai i fatti tuoi?"
" Chi sei ?"
" Perché lo chiedi?"
Harry sospirò. Così non sarebbe arrivato da nessuna parte.
" Sono Harry Potter" scrisse e aspettò di vedere la risposta.
" Hai dato la mappa a nostro figlio? Te l' avevo proibito"
" Come faccio a sapere cosa farà in futuro? Me la deve aver fregata"
" Lily, che ti aspetti è vostro figlio, è un Malandrino"
" Aspetta un attimo, ma sei amico di Mocciosus?"
Harry scoppiò a ridere. Erano davvero irrazionali.
" Ho visto il ricordo durante una lezione ad Hogwarts con lui"
" Mocciosus professore?"
" Ok, adesso ho davvero visto tutto"
" E cosa insegna, vigliaccheria?"
L' ultima frase era stata scritta da sua madre e il cuore di Harry tornò a battere regolarmente.
" In questo ricordo tu mamma, sembravi odiare molto papà, era il giorno dei vostri GUFO"
" Certo che lo odiavo"
Il cuore di Harry sprofondò di nuovo, in fondo, nessun figlio vorrebbe mai vedere l' odio negli occhi della madre. Non mentre guarda suo padre.
" Era uno sbruffone"
" Ehy"
" Prefetta Perfetta"
" Sirius tra moglie e marito..."
" Non conosco detti babbani, Rem, te l' ho detto mille volte"
" Serpeverde"
" Non osare..."
" BASTA"
La frase di sua madre, mise tutti a tacere.
" Signorsì Signore"
" James, per favore"
" Stavo scherzando prima, credo di averlo sempre amato, anche con tutti i suoi mille difetti"
" Ma se sono perfetto"
" Appunto...anche con i suoi mille difetti, tra i quali l' immodestia"
Harry rimase con la piuma sospesa sopra la pergamena. Non sapeva se scrivere la frase successiva.
" Hai detto di avermi visto nel ricordo e credi davvero che qualcuno avesse potuto obbligarmi a fare qualcosa che non volevo?"
" Io no di certo" scrisse James
" Infatti, né tu né qualcun altro"
" Quindi mi avete voluto?" chiese Harry e quando vergò quella domanda trattenne il fiato.
" Sapevo che dovevamo mettere anche il sonoro"
" Per far cosa...per sentire la tua orrenda risata canina?"
" Certo...avrebbe reso tutto più scenico"
" Ma per favore"
" Sai Harry, tuo padre e tua madre, hanno rotto le scatole per un' infinità di tempo quando hanno scoperto di aspettare te"
" Su questo devo dar ragione a Sirius"
" Remus"
" Bè è vero"
" Peter"
Harry sorrise e lesse le parole successive, scritte da sua madre.
" Sei frutto dell' amore più profondo che ci possa essere"
Tornò a respirare regolarmente.
" Papà, perché ti comportavi in quel modo?"
" Bè, avevo quindici anni" scrisse come se questo potesse rispondere a tutto.
" Anch' io ho avuto quindici anni"
" Ne hai di più adesso? Per Godric, chissà come sono vecchia"
Harry ebbe di nuovo un tuffo al cuore.
" Ammetto che sono entrato ad Hogwarts pensando di avere il mondo ai miei piedi, i tuoi nonni mi hanno sempre perdonato in tutto, io riuscivo in ogni cosa e non mi mancava niente, forse ero un po' viziato..."
" Forse?"
" Sì, il sonoro manca"
" Remus, non ti ci mettere anche tu"
" Bè, la risatina sarcastica ci stava bene adesso"
" Ah ah, simpatico Lunastorta"
" Sono solo sincero, tu sei la persona più viziata e superba che conosco"
" Fa piacere essere apprezzati"
" Ma hai anche il cuore più puro che conosca "
Leggere quella frase di Remus, fece sentire Harry molto più leggero, come se finalmente, un peso se ne fosse andato dalle sue spalle.
" In realtà tuo padre è un amico e un fratello per me. E' unico"
" Concordo"
" Anch' io"
" Ehy, cosa sono tutti questi complimenti?" si schernì James.
" Bè, se non fosse stato per te, probabilmente sarei morto ammuffito e la mia testa farebbe compagnia alla collezione di teste di elfi domestici di mia madre"
" Se non fosse stato per te, non avrei mai capito cosa significa amarsi e accettarsi, vivrei ancora recluso nel mio mondo e non riuscirei a parlare con tranquillità del mio piccolo problema peloso"
" Se non fosse stato per te, sarei solo"
Harry sentì l' odio nascergli dal profondo quando sentì quelle parole.
Quel maledetto. Nonostante tutto aveva tradito suo padre.
" Se non fosse stato per te, mi sarei evitata anni di ulcere nervose"
" Davvero simpatica, Lily. Non hai appena detto ad Harry che mi ami?"
" Ahimè, è vero"
" Per lo meno io sono cambiato per te"
" Colpo basso" scrisse la grafia di Remus.
" Sei mai stata innamorata di Piton?"
Ci fu un attimo di pausa e poi le parole si scrissero nuovamente da sole.
" Ha ragione Sirius, manca il sonoro"
" Io ho ragione? Evans, stai bene?"
" Volevo farmi una grassa risata"
" La mia Lily è un fuoco in questi giorni"
" Solo in questi giorni, Potter? "
" Finitela"
" Scusa Rem"
" Scusa Lunastorta"
Harry sorrise di nuovo. Era davvero una confusione pazzesca.
" Che domande fai, Harry?"
" E' un' idea talmente inconcepibile che non riesco neanche a pensarla"
Harry si sistemò meglio gli occhiali e vide la nuova frase apparire.
" Piton è stato il mio migliore amico per tanti anni, poi quando ho visto quanto era immerso nelle arti oscure e quando mi ha chiamato..."
" Non lo dire"
" Non importa"
" Oh sì che importa" ribadì Sirius.
" Nessuna persona sana di mente si preoccuperebbe dello stato di sangue di un' altra persona, che cosa vuol dire?"
" Vedi Harry, questa è una delle differenze fondamentali tra tuo padre e Piton"
" Remus"
" No, lo deve sapere " intervenne Sirius.
" Ha ragione, Harry deve sapere che tu, al contrario di Piton, non sei mai stato attratto dal lato oscuro, che tu essendo un Purosangue avevi la strada più spianata di lui per entrare nelle file di Voldemort, ma l' idea ti ha sempre schifato, che per te le persone sono sempre state tutte uguali, mentre lui, quando divenni una strega mi disse che non c' erano differenze tra le persone, salvo poi ritrattarla cinque anni dopo"
" Deve sapere che sei sempre stato un amico fantastico e un fidanzato anche migliore, che con me non hai mai ceduto, che hai saputo conquistarmi e farmi aprire il cuore, nonostante lo avessi messo sotto chiave per non soffrire ancora"
" Merlino! quanto ti amo, Lily"
" Per Godric, morirò di diabete"
" Ramoso, mi si cariano i denti da lupo"
" Bleah"
" E dai concedetemi cinque minuti con la mia mogliettina"
" Ramoso, c' è tuo figlio di là"
" Ah già, Harry dimmi, c' è ancora Voldemort?"
" Io scommetto che lo abbiamo ridotto in poltiglia"
" L' ordine ha vinto, vero?"
L' unico che non aveva scritto niente era stato Peter e Harry era sicuro, che stesse ancora tremando per il nome Voldemort.
" Sì lo avete battuto" scrisse.
" Lo sapevo"
" I Malandrini non danno scampo"
" L' ordine non dà scampo"
" Non essere pignola, Lily"
Harry si ritrovò gli occhi pieni di lacrime. Leggere la loro gioia per la sconfitta di Voldemort e sapere come in realtà il destino aveva infierito su di loro era un duro colpo per lui.
" Pensa che qua abbiamo appena saputo della profezia" scrisse sua madre.
" Piton l' ha riferita a Voldemort"
" Piton ha vissuto anni con il senso di colpa per quello che ha fatto"
" Non è abbastanza"
" E' passato al bene"
" Troppo tardi"
" Ti ama, mamma"
" Non m' importa, è un Mangiamorte ed ha fatto quello che il suo Signore voleva da lui. Ha tradito me e condannato a morte te, nessuna madre potrebbe mai accettarlo"
" Le persone hanno sempre una scelta, figliolo"
Harry annuì, anche se sapeva che non potevano vederlo, ma anche lui aveva dovuto scegliere tra ciò che era giusto e ciò che era facile.
Sin da quando aveva undici anni. Sin da quando Voldemort gli aveva chiesto la pietra e in cambio avrebbe fatto tornare i suoi genitori.
Non c' era niente che lui, un piccolo bimbo di undici anni cresciuto senza un affetto familiare, avesse desiderato di più.
Niente di più facile che dirgli sì e invece aveva detto di no.
" Ti proteggeremo, Harry" la scrittura di sua madre.
Forse aveva preso il suo silenzio come un moto di paura.
" A costo della vita" aggiunse suo padre e il cuore di Harry sobbalzò di nuovo.
" Mi avete protetto" scrisse a fatica.
" Silente ci ha proposto l' incanto Fidelius"
" Quindi funzionerà ?"
" Avevi dubbi con me come custode segreto?"
" Non dubiterei mai di te, Sir"
Harry fissò la pergamena, ormai le lacrime gli scendevano lente dal viso e una arrivò al suo mento, prima di staccarsi e finire sopra alla pergamena.
" Perché piangi?"
Harry non riuscì a rispondere. Cosa doveva dirgli che erano tutti morti?
Un' idea gli balzò in testa. Sembrava una pessima idea, ma perché non provare?
" Per favore, il vostro custode segreto deve essere Sirius" scrisse, cercando di tenere la mano ferma " Non dovrete mai, mai, cambiare".
Nessuno rispose. Sembravano aver perso la voglia di scrivere e parlare.
Forse avevano messo insieme tutti i tasselli e avevano capito.
Harry aspettò a lungo ma non successe niente.
Appoggiò la schiena contro la sedia e chiuse gli occhi.
Aveva scoperto che sua madre e suo padre si amavano davvero molto.
Sembravano cane e gatto, ma era amore vero, erano un po' come Ron ed Hermione e non avrebbe mai più dubitato del loro amore.
Aveva anche capito che suo padre era una persona da ammirare e il suo essere un po' bulletto, non gli aveva impedito di essere una meravigliosa persona e un amico perfetto.
Ma parlare con loro l' aveva spossato.
Per un attimo aveva davvero pensato di essere riuscito a salvarli.
Ma era una cosa stupida. Una convinzione fanciullesca che doveva togliersi dalla testa.
Salì le scale e si distese sul letto. Voleva vuotare la mente.
Era stato davvero troppo per lui.
Chiuse gli occhi per quello che gli parse un minuto e poi la luce del giorno lo colpì direttamente negli occhi.
" Sveglia" Ginny si chinò su di lui e gli depose un bacio sulle labbra.
Harry rispose al bacio e si strofinò gli occhi. Aveva dormito tutta la notte.
" Dai pigrone, tra poco arrivano i tuoi genitori"
Si voltò di scatto verso di lei, doveva aver capito male.
Ginny sorrise " Non mi guardare così, ho invitato anche Sirius e Remus non preoccuparti"
Harry sbattè le palpebre e un sorriso gli illuminò il viso.
Si alzò di scatto. Non riusciva a crederci.
La sua mente continuava a frullare. Doveva esserci qualche fregatura.
Doveva aver frainteso le parole di Ginny.
Sobbalzò al suono del campanello e si precipitò di sotto, rischiando di travolgere Ginny.
Aprì la porta con il fiatone e la camicia ancora sganciata.
" Sai credo che dovresti pettinarti, Harry" la voce di sua madre e gli occhi, quello sguardo che tutti gli avevano sempre detto essere uguali al suo.
Finalmente aveva potuto constatarlo. Non solo aveva lo stesso colore, persino il taglio degli occhi era uguale.
Si appese alla porta, come se quei cardini fossero la sua unica ancora ed in fondo, era vero.
Se non si fosse appeso le sue ginocchia avrebbero ceduto e lui sarebbe caduto a terra.
Spostò lo sguardo su suo padre.
Follemente identico a lui, tranne per qualche errore intenzionale, proprio come gli avevano sempre raccontato.
" Non ci fai entrare, Harry?" chiese Sirius prima di scoppiare a ridere.
La sua risata canina, gli era mancata così tanto.
Accanto a lui c' era Remus, un po' più vecchio ma meno malandato.
Harry era immobile, non riusciva a muoversi. Era scioccato e riusciva solo a tenere gli occhi fissi sulle mani giunte dei suoi genitori.
" Vi amate" disse e James sorrise" Sempre" rispose soltanto.

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