Giorno 10 - barra

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Un'altra domenica era esattamente ciò che gli serviva.

Si svegliano con calma e Harry affoga la pigrizia mattutina in una bella cioccolata calda, che porta a letto in due tazze rosa fumanti.

«Buongiorno amore» fa sedendosi sul materasso e appoggiando le tazze sulle ginocchia. Sorride quando Louis stropiccia gli occhi e arriccia le labbra ancora sigillate. «Cos'è, vuoi un bacio?».

Il suono che rimbomba nella gola di Louis è facilmente interpretabile con un sì e Harry si piega per baciare a le sue labbra morbide. «Tirati su, altrimenti la cioccolata si raffredda».

«Lo sai che non puoi svegliarmi con la cioccolata» protesta Louis strisciando con la schiena sui cuscini. «Dormirò ancora di più così. Mi serve un caffè».

«Non lagnarti» prosegue con un tono ancora più gentile. «Troppa caffeina ti distruggerà. Prenditi un giorno di relax».

«Mh» mugugna avvolgendo la tazza bollente tra le mani e soffiando delicatamente sul bordo. «Sei sempre così premuroso».

Harry, onestamente, vorrebbe squittire per quanto Louis sembri carino in questo momento. Ha i capelli arruffati e una striscia di saliva asciutta sulla guancia, gli occhi ancora gonfi di sonno. «Sembri un gattino» si lascia scappare, e Louis contrae le sopracciglia.

«Non dirlo mai più». La sua successiva mossa di infilarsi sotto il suo braccio e appoggiarsi alla sua spalla non fa che rafforzare l'affermazione di Harry.

«Perché ci hai svegliato così presto? È domenica, voglio dormire».

«Esagerato, sono già le dieci».

«È presto».

«È tardi».

Anche da appena sveglio Louis riesce a essere impertinente. «Ti dico che è presto invece, testa di cazzo». Appoggia le tazze sul comodino e lo spinge di nuovo sul materasso, premendo le braccia al lato della sua testa e attorcigliando le gambe alle sue. Spinge l'indice sull'ombelico e Harry reagisce urlando e dimenandosi come un pazzo.

«Fermo fermo fermo!» grida chiedendo pietà e cercando di colpirlo in rimando, ma Louis è inspiegabilmente più forte di lui e riesce a placcarlo e tenerlo fermo, rigilandolo come vuole nelle lenzuola.

«Dimmi perché» continua, un ghigno sul viso e la pelle di Harry sui polpastrelli.

«L'albero, dobbiamo fare l'albero!» esclama tra una risata e l'altra. «È il dieci, siamo già in ritardo».

«Cazzo! Hai ragione». Louis lo lascia libero di respirare. «Beviamo la cioccolata e poi ci mettiamo a prepararlo».

Harry però se lo tira di nuovo addosso, facendo scontrare i loro nasi e in modo meno morbido le loro labbra. «Speravo in un bacio come si deve» mugola, sbattendo le ciglia. È un problema che Louis si senti possibilmente eccitato anche da questo? Non è colpa sua, il suo cazzo ha ormai capito qual è la piega del mese. «Un bacino, Lou?».

Lo stomaco di Louis gorgoglia, e potrebbe essere per il sorso di cioccolata che ha appena deglutito, o forse perché Harry strofina le mani tra le sue cosce, e Louis ripensa a quanto sia stato piacevole scoparle.

Scende con le ginocchia e gli sposta i ricci da davanti agli occhi. «Adesso, senza esserci nemmeno lavati i denti? E dire che sei fissato col pulito».

«Anche tu sei fissato col pulito». Gli occhi di Harry scendono e si piazzano sui boxer di Louis dov'è accomodato il cazzo del maggiore. Louis legge dal suo sguardo la voglia di averlo in gola.

Louis scende con il viso a un centimetro dal suo, e la punta della lingua spunta tra le sue labbra come la testa di un serpente, quando parla. «E allora dovremmo rimandare il bacio».

Strawberry sweet like the firts kiss | Larry StylinsonnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora