Capitolo 28 Marco

9 2 1
                                    


Ho finito di cenare e vado in camera mia, mi arriva un messaggio sul telefonino da un numero sconosciuto, è di Emma. Salvo in contatto in rubrica.

"Ciao Marco, sono Emma. Va bene per te se ci incontriamo domani pomeriggio? Ci vediamo da me?"

Sorrido alle sue parole, per metterla in difficoltà rispondo: "Emma, chi?"

Dopo qualche secondo arriva la sua risposta: "Lo sai chi sono, mi hai detto tu di scriverti, è per l'organizzazione della festa scolastica."

"Scherzavo :) Va bene domani, scrivimi l'indirizzo."

Lo segno sull'agenda, soddisfatto.

Mi manda un nuovo messaggio: "Non capisco davvero perché siamo stati scelti noi per organizzare questa festa. Sembra quasi una punizione. Tu cosa ne pensi?"

Sono sorpreso dalla sua osservazione, non è stupida e si fa delle domande, le rispondo con onestà: "Credimi, nemmeno io volevo accettare all'inizio, però ho capito che la Prof. ci tiene molto e non è una punizione, anzi, se ci ha scelto è perché si fida di noi."

"Può darsi che tu abbia ragione, non l'avevo vista in questo modo. In effetti la Prof. ha un'ottima idea di te."

"E anche di te. Sei libera di fare come credi, non può certo obbligarti. Io non voglio deluderla." 

Ho deciso non farle pressione; si tratta di una sua scelta, spero solo che non cambi idea. 

Visualizza il messaggio, resto imbambolato a guardare lo schermo in attesa che aggiunga qualcosa. 

Arriva un nuovo messaggio: "Grazie per il chiarimento, ci vediamo domani. Buona serata."

"Buona serata anche a te." È andata!                                                                        

                                                                                           .....

Sistemo il ciuffo con il gel, mi spruzzo il profumo, mi guardo un'ultima volta allo specchio prima di uscire. La camicia bianca di lino, abbinata al pantalone grigio, non sta male. Con il colletto francese, lasciato aperto, mi sento figo e anche comodo...

"Allora, vuoi uscire dal bagno?" 

Mia mamma, mi sta chiamando con insistenza, appena esco, inizia le indagini. "Si può sapere dove devi andare vestito cosi?"

Mento, "da Riccardo."

Scuote la testa, "guarda che non sono cretina, scommetto che c'è di mezzo Eleonora."

Ancora con questa storia, è proprio fissata! 

"Mamma, no. Se proprio vuoi saperlo, c'è una ragazza che mi piace e si chiama Emma." 

Lei sposta i capelli del viso, li mette dietro le orecchie, sospira... "Lo sapevo," dice compiaciuta. 

Ma che cosa sapeva? Proprio un bel niente sapeva, mi fa sorridere.

"Dimmi, questa ragazza, da quanto tempo la frequenti?"

Non voglio essere tempestato di domande, taglio corto il più possibile. 

"Stiamo lavorando insieme ad un progetto con Prof. Evans, ci frequentiamo appena, siamo solo amici." Mi limito ai fatti, anche so che vorrebbe saperne di più. 

"Guarda che puoi parlarne con me, potrei darti qualche consiglio."

Questa, poi. Figuriamoci se seguo i consigli di mia madre, non sono ancora tanto disperato. 

"Magari un'altra volta, devo andare." 

Le do un bacio sulla fronte, esco di corsa.

L'AMORE TI CAMBIA (Qualcosa che non dimentichi.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora