Lilja

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Sento il vento che mi chiama e ripete il mio nome:Lilja,Lilja.
Non resisto,è più forte di me, mi affaccio al balcone e guardo giù, lo vedo:è davanti alla fioreria di Raissa con un mazzo di gigli e cammina in tondo come se non sapesse cosa fare.
Prima di potermene rendere conto sono davanti alla porta con in mano il cappotto; sono talmente emozionata da non riuscire nemmeno a infilarlo e mi catapulto in ascensore. Premo il numero del piano terra e mi infilo in fretta il cappotto, vedo la lancetta disegnare un arco dal 5 piano dove abito io al 1 dove sono diretta. Appena le porte si aprono corro verso le porte di vetro del condominio e mi ritrovo in mezzo alla strada, attraverso senza neanche guardare a destra e a sinistra e mi dirigo velocemente alla fioreria di Raissa. Lo vedo e getto le mie braccia sul suo collo con talmente tanta forza che rischiamo di cadere entrambi. Appena riacquistiamo abbastanza equilibrio da stare in piedi mi allontano abbastanza da riuscire a vederlo in viso ma non tanto da non sentire più il suo respiro caldo e affannato sul mio collo. È bellissimo, i suoi capelli sono dello stesso colore della paglia e i suoi occhi del colore di un lago ghiacciato sul quale pattinano ragazzi e ragazze mentre si tengono per mano.
Non mi ero resa conto di quanto mi fosse mancato fino a quando non ho sentito il calore del suo corpo e la sicurezza che mi infondono le sue forti braccia. Dopo esserci salutati lo accompagno al mio appartamento e lo faccio sedere su uno sgabello vicino all'isola della cucina.
Accidenti, è da tre anni che non lo vedo e non ho la piu pallida idea di cosa dirgli. Per fortuna è lui il primo a parlare.
《Lilja, allora, come stai?》mi chiede.
Accidenti, come sto? dopo tre anni e tutti i traumi dovuti al passato non so neanche io come sto. Che sia il caso di raccontargli quello che ho dovuto passare?

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