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"Simo', ma me spieghi perché te piacciono tanto i film de 'sto genere?"

La voce di Manuel spezza la tensione che si era creata in camera di Simone.

I due sono entrambi stesi a letto in posizione speculare, con la schiena poggiata al muro, con le spalle che si toccano e le gambe distese davanti a loro. Alla fine del letto, poggiato su un mobiletto, è poggiato il computer su cui scorrono le immagini di "Nightmare", uno dei film preferiti di Simone da guardare nel periodo di Halloween.

"Ma sono dei capolavori, Manuel. È solo che a te fa paura tutto e non riesci a goderteli."

"Ma scusa, come me può piace' 'n film dove questo te ammazza nei sogni? Se nun riesco a dormì stanotte, sappi che è solo colpa tua."

"Vuoi che te tenga la manina mentre ti addormenti?"

Magari - pensa Manuel, ma il coraggio per dire al suo migliore amico che si è innamorato di lui ancora non l'ha trovato; già è stata dura dirgli che è bisessuale; deve ricaricare un po' la barra del coraggio prima di buttarsi dritto nel burrone.

"Ma te l'ho mai detto che sei proprio 'n deficiente?"

Il tono del ragazzo è divertito e Simone sorride a quell'insulto amichevole.

Manuel prende il cellulare che aveva abbandonato sul comodino e inizia a digitare sulla tastiera.

"Certo, se ti distrai sempre, è normale che non capisci niente."

Simone allunga il braccio e gli strappa il telefono dalle mani.

"Oh, ma che stai a fa'?", chiede Manuel scocciato, mentre già si sta gettando sul corpo dell'altro per cercare di recuperare quello che gli appartiene, senza riuscirci.

"Non ti devi distrarre.", risponde Simone, quasi serio, ma con l'ombra di un sorriso sul viso.

"Dai, Simo', damme 'sto cellulare."

La voce petulante di Manuel si unisce al suo ennesimo tentativo fallimentare di strappare il telefono dalla mano di Simone.

"Ma perché t'hanno dato du' chilometri de braccia?"

Simone scoppia a ridere osservando l'impegno che ci sta mettendo l'altro per riavere indietro l'oggetto. È così divertito dalla situazione che inizia a muovere velocemente le dita sul fianco di Manuel, provocando in lui degli spasmi causati dalla sensazione di solletico che tale movimento gli provoca.

"Fin-finiscila, Simo'. Da-daje."

La voce di Manuel è sincopata mentre cerca di non cedere alla risata a cui vorrebbe abbandonarsi; ma non può darla vinta a Simone.

Il siparietto continua per alcuni secondi, prima che un urlo proveniente dal computer, ormai dimenticato da entrambi, non li riporta alla realtà.

Si ritrovano con le facce a pochi centimetri, entrambi con il fiatone, come se avessero appena finito di correre.

"Forse è meglio che il film lo finiamo un'altra sera", trova la forza di dire Simone.

"Che?"

Manuel sembra cadere dalle nuvole, perso com'è a fissare le labbra del suo amico.

"Il film, dico. Lo finiamo di vedere un'altra volta; s'è fatto tardi e tu non ne hai visto metà"

"Ah, il film, seh, va bene."

Con poche difficoltà, Manuel cerca di alzarsi dal letto e si dirige verso il bagno che ha in comune con Simone; bagno che comunica con le loro stanze.

"Er bagno lo uso prima io però, che se no la doccia me la faccio direttamente domani mattina pe' quanto sei lento."

Detto questo, entra nella stanza e chiude a chiave entrambe le porte che separano il bagno dalle loro camere.

A lovely spooky nightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora