Un sorriso mesto, appena accennato.
Vuoi esprimere solidarietà e amicizia, ma è solo uno specchio distorto della realtà.Dentro soffri, muori, come un fiore che appassisce lentamente ma in modo inesorabile.
Un contenitore vuoto, pieno di sofferenza e decorato all'esterno di tanta cortesia.
Sei sincero e di cuore: mai avresti strappato la felicità della persona a cui hai donato tutto, mai lo vorresti vedere triste.
Anche se questo significa restargli lontano.Perché sei fatto così: di tante buone intenzioni e un animo gentile, troppo.
«Con lei mi sento felice, lo capisci?»
"No, non lo capisco." Vorresti sussurrare.
«Be si che lo comprendo, ne sei innamorato» dici con un entusiasmo che risulta un pò troppo forzato anche a te stesso. Non ami mentire, ma ci sono delle volte in cui lo si fa a fin di bene.
Dentro di te però, ogni secondo, un petalo di quel fiore cade in maniera silenziosa, come le lacrime che tenti di nascondere.
Oh dolce Marco, troppo preso a volare con la fantasia, volteggiare su pensieri dolci e teneri che, quando la realtà ti ha strappato le ali sei caduto da troppo in alto.
"Sono un miserabile angelo caduto"
Oh povero piccolo Marco.
«Quindi...tu...»
Ringrazi il frastuono dei cadetti, troppo presi a festeggiare per la loro vicina diplomazione. Mentre tu, volti lo sguardo nuovamente sul tavolo di legno, incapace di dire qualsiasi altra cosa.
«Vado alla legione » dice sicuro, o così vuol far apparire, perché sai bene quanta paura abbia di morire.
E tu anche ne hai, sapendo l'inferno che ti aspetta nei giorni futuri, vedendolo partire oltre le mura violate e non sapere se tornerà tutto intero o vivo.
L'ansia, ogni mattino, se -quando le campane suoneranno ad annunciare il ritorno delle Ali della Libertà- lui sarà ancora in sella a un cavallo.
"Non voglio perderti, di nuovo."
Perché faceva ancora più male sapere che si sarebbe arruolato per lei.
Lei, che aveva rubato il cuore alla persona che amavi.
Ma in realtà, non ti è mai appartenuto.
E senti infranta anche quella promessa che Jean ti aveva fatto tempo prima: "Entreremo insieme nella gendarmeria" ti disse.
Due, tre petali. Quanta delusione e desolazione eh, Marco?
«Si, per Mikasa»
"E noi? Te lo sei dimenticato di noi? Della promessa? Della persona che ti stava vicino? Della persona che sa la tue paure? Che ti capisce? Ti sei dimenticato della nostra amicizia eterna, Jean?" Avresti voluto gridare con foga, con tutta la forza e il dolore che ti brucia dentro, ma stai zitto, mentre chiudi gli occhi e senti come sottofondo solo l'eco lontano di voci che parlavano tra loro.
Non vuoi comprenda, sappia: niente si deve rovinare nuovamente.«Voglio dirle quanto...quanto tenga a lei» questo ti desta, e con la coda dell'occhio lo guardi: sembra timido e arrossisce, quasi fa tenerezza.
Con malinconico sorriso che Jean non può vedere, mentre sei impegnato a bere -o meglio, fingere- di farlo.Quattro, cinque, e lo stelo sta per rimanere nudo e solo alla balia del vento, gracile come te in questo momento.
Quante cose vorresti dire, tante, troppe.
Desideri inespressi che mai si realizzeranno.
«M-mh» annuisci anche se ti è costato uno sforzo enorme farlo.
«Marco?» la nota preoccupata nella sua voce non ti sfugge e stacchi le labbra dal boccale ma senza guardarlo, non ne hai il coraggio: leggerebbe nei tuoi occhi grandi e castani quanto in realtà faccia male.
«Mi raccomando, stammi bene, ma ne sono sicuro: la dentro non ci sono pericoli»
"Ti prego, sii codardo"
Non ama quel genere di persone, ma se Jean lo fosse stato, sarebbero rimasti assieme.
"Ama e lascia libero, non essere egoista, Marco"
Il vento della discordia soffia nel tuo animo debole, ormai quasi privo di vita, tra quello che vorresti e ciò sai sia giusto fare.
Lo desideresti accanto a te, ma è giusto lasciarlo andare.
Nonostante i pericoli,
Nonostante sia doloroso;
Nonostante tutto.
«Stai attento, Jean» e non hai neanche la forza di rinfacciargli le promesse infrante.
Oh dolce Marco, ami troppo, da farti male. Da lacerarti il cuore con le tue stesse mani.
«Si si, lo farò, promesso»
Quante volte ho sentito quella parola...
Sei, sette. Quanto lentamente ti sta uccidendo questo amore?
Nemmeno ti rendi conto che la mora è entrata nella stanza, fino a quando Jean non sposta lo sguardo verso di lei e si accinge ad alzarsi.
"Ti prego, non andare..." Vorresti prendergli il lembo della manica ma non puoi, lo sai.
Cerchi di calmarti e di non esplodere in quel vortice pericoloso di emozioni.
«Scusa, vado un attimo... » ammicca il biondo, timidamente verso Mikasa.
Tu lo guardi velocemente, prima di traccannare -sta volta sul serio- un pò del vino rosso nel boccale, sentendo quel pizzicare piacevole lungo la gola e un leggero giramento di testa.Non l'hai mai retto l'alcol, ma ora poco importa.
«Augurami buona fortuna, sii felice per me»
Stacchi leggermente le labbra dal bordo e alzi un pò il bicchiere. Per la prima volta lo guardi, con gli occhi lucidi, che facilmente si potevano confondere con la sbronza.
Ma erano occhi pieni di lacrime, quelle.
Lacrime che sarebbero scese quella notte, nel silenzio del dormitorio, fatte di tanti rimpianti e cose che mai gli avresti detto.Ma in fondo è giusto così, no?
«Buona fortuna, Kirschtein»
Gli ultimi petali cadono, lasciandolo solo nella sua malinconia. Come quello stelo, ormai fragile.
L'ennesima bugia Marco, tenero angelo che ha perso tutto.
~~~~
Angolo autrice: Questa è la prima storia scritta qui su Wattpad, su Marco che prova dei sentimenti non ricambiati. Tutto si svolge prima della battaglia di Trost e rende tutto molto più triste se pensate che poi muore. 😢
Comunque, spero che questa OS vi piaccia! Lasciate dei commenti o una ☆ se vi và!
Baci! ❤{Revisonata il 25/03/17}
STAI LEGGENDO
Bugie [JeanMarco]
Fanfiction"Perché sei fatto così: di tante buone intenzioni e un animo gentile, troppo. [...] Non ami mentire, ma ci sono delle volte in cui lo si fa a fin di bene." Ormai si avvicina la imminente diplomazione dove, i cadetti, sceglieranno il loro futuro da s...