Be my Valentine

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Jimin non sapeva nemmeno con precisione perché quella sera avesse deciso di uscire, per poi finire vestito come un coglione e accasciato mezzo ubriaco sul bancone di quel bar.

E non sapeva che cosa lo stesse spingendo a scrivere a quello stronzo del suo capo.

Forse era perché, dopo due anni in cui gli era silenziosamente morto dietro, sapere che quella sera sarebbe andato ad una festa con l'ennesima squinzia lo aveva fatto rimanere da schifo. Insomma non che Min sapesse della sua cotta... e se anche lo avesse saputo non gliene sarebbe fregato di certo nulla. Però lo faceva star male lo stesso.

Si sentiva un coglione.

Aveva messo la sua vita in pausa per due anni solo nella speranza che il suo capo lo considerasse qualcosa più del suo assistente pubbliche relazioni. Idiota...

Min Yoongi uno degli uomini più potenti e desiderati di Seoul, perché avrebbe dovuto guardare lui? Aveva perso il conto di quante ragazze e ragazzi aveva avuto il maggiore in quei due anni. Mai per più di uno o due mesi, sembrava non gli importasse avere una relazione seria.

Buttò giù un altro lungo sorso del suo Manhattan e iniziò a ridacchiare, subito sentendosi più leggero. Fanculo Min!

Si raddrizzò a sedere sullo sgabello alto del bancone bar e scosse i fini capelli biondi all'indietro.

Un sorso ancora, svuotò il calice e ridacchiò nuovamente, sentendo un lieve capogiro e la testa leggera.

Basta, cazzo! Era la sera di San Valentino, si trovava in uno dei più famosi gay bar della capitale e c'era una festa in costume in corso. E lui non era un coglione, né era vestito come un coglione, era uno schianto! Era sexy, un sexy diavolo tentatore che questa sera avrebbe scopato!

Si aggiustò il cerchietto con le corna rosse che facevano parte del suo costume e passò le mani sui pantaloni rossi in latex. L'ultima volta li aveva indossati minimo quattro anni prima per una festa a tema anni '90 a casa di Hobi, eppure ancora gli calzavano come un guanto. Specie sul culo.

Sentì una risatina idiota lasciare le proprie labbra, la testa sempre più leggera. Dio da quanto tempo era che non si lasciava andare così?

Sì! Stasera avrebbe scopato perdio!

Prima però ci teneva che Min lo sapesse. Ridacchiò nuovamente. Ecco sì... il suo capo non sarebbe stato l'unico a divertirsi quella sera.

Afferrò il cellulare con mani leggermente insicure per scrivergli, invece lo fece scivolare per sbaglio sul bancone.

Sbuffò e fece per riprenderlo ma fu preceduto da una lunga mano dalla carnagione ambrata e le dita affusolate.

Alzò lo sguardo ad incrociare quello del barista che gli stava porgendo il telefono con un sorriso.

"Ehi amico, tutto ok?"

Cavoli... era carino! Cioè no, più tipo uno schianto! Sorrise in risposta e si limitò ad annuire.

"Sei da solo?" gli chiese guardandosi intorno il ragazzo dai capelli rosso fuoco con un delizioso sorriso squadrato.

"Sì, beh sai quello stronzo del mio capo se la sta spassando, quindi..."

L'altro ridacchiò divertito dalla risposta insensata del biondino "Il tuo capo?! E quindi...?"

Jimin corrugò la fronte. Ok, il tipo era carino ma non molto sveglio. Era chiarissimo, no?!" Quindi visto che lui non mi scopa, stasera vado a caccia. Mi sembra chiaro!"

"Oh! Ti ha scaricato stasera? Non avevo capito avessi una tresca col capo."

"N-non ce l'ho infatti. Lui non mi calcola. Mai." mormorò abbassando lo sguardo sconfitto. 

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