Straight To Your Neck

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Hermione alzò lievemente un sopracciglio, soffiando sulla tazza di tè bollente mentre osservava il suo migliore amico girare lentamente su sé stesso avvolto nel costume che aveva scelto per poi ritornare con il viso verso di lei, mettersi le mani sui fianchi e sorriderle brillantemente.

«Allora?» disse Harry, incoraggiandola a parlare.

Lei si schiarì la voce mentre cercava di prendere un sorso senza scottarsi la lingua. «Non so, Harry.» disse seccamente, cercando di non tradire le sue vere emozioni a riguardo. «Di certo è...pittoresco.»

«Voleva dire geniale.» Blaise appoggiò una mano sul braccio di Harry e scosse la testa verso di lei. «Giusto?»

Hermione si morse il labbro nel tentativo feroce di non ridere, o urlare. «Certo.» disse poi, sottovoce. «Geniale.»

«Li ho visti in negozio e non ho potuto fare a meno di prenderli. Ho pensato sarebbero stati perfetti per domani.»

Lei si strozzò con il poco tè che era finalmente riuscita ad ingoiare. Tossì, lacrimando lievemente mentre il bruciore le si diffondeva lungo l'esofago e nel naso, cercando di ricominciare a respirare normalmente. «Domani?!» disse poi, posando giù la tazza. «Davvero?»

Harry annuì. «Perché no? Potrebbe essere divertente.»

«Assolutamente no! Sei il Capo Auror. Devi presentarti in divisa!» gli fece notare lei.

«Ma la divisa non è così spiritosa.» la interruppe Blaise. «Finchè porta il distintivo è in regola, ho controllato.»

Hermione prese un profondo respiro. «Harry... Non puoi presentarti al ballo di domani sera con un costume da saliera.»

L'amico storse la bocca, infinitamente offeso. «Perché no?» incrociò le braccia al corpo. «Tutti sarete in costume.»

«Non per nostra volontà.» rispose lei. «È stata un'idea delle risorse umane che, tra l'altro, trovo infinitamente stupida. È un pregiudizio aspettarsi che ai vampiri piaccia Halloween.» incrociò le braccia al petto. «Ti prego, non venire con quella stupida cosa. Qualsiasi altro costume andrà bene.» lo implorò. «Blaise, diglielo anche tu.»

Lui scosse la testa e si alzò in piedi, agitando gaiamente la bacchetta. «Non potrei mai. Se lui non venisse vestito da saliera, come potrei mai indossare il mio?»

I pantaloni e il maglione di Blaise svanirono per trasformarsi in un costume quasi identico a quello del fidanzato tranne per il colore, grigio scuro invece che bianco, e la scritta sul davanti, una grande P invece che una S. Hermione sgranò gli occhi.

«Avete davvero intenzione di venire vestiti da sale e pepe?» chiese poi, con un filo di voce.

Ci fu un forte "crack" nel soggiorno, che ormai Hermione riconosceva come la Smaterializzazione della sua coinquilina che tornava dal lavoro, ogni sera ad orari diversi ma sempre nervosa e stizzita.

Pansy Parkinson gettò, con consumata abitudine, la borsa sulla poltrona giallo senape e il cappotto in aria, che, rassegnato al suo triste destino, aspettò che vi si aggiungesse la sciarpa prima di fluttuare mesto verso l'attaccapanni all'angolo. Ancora perfettamente truccata e con i capelli in piega, non parlò né saluto Hermione, Blaise ed Harry se non prima di essersi diretta al tavolino all'angolo, aver stappato con un tintinnio il decanter di vetro dove riposava il suo Whisky d'annata ed essersene scolata almeno quattro dita.

Hermione la guardò, con la solita punta di ammirazione per la velocità con cui lo faceva e preoccupazione per il suo fegato, sorseggiando mestamente il tè verde.

Quando abbassò il bicchiere, Pansy si passò la mano tra i capelli e si voltò verso di loro con un gran sorriso. «Allora...che c'è per cena?»

Blaise puntò il dito contro la busta piena di cibo che avevano messo sotto incantesimo di stasi per mantenere tutto caldo e lei vi si fiondò subito. «Ehi, Pan, che ne pensi del costume per domani?»

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