Frustrazione

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Non era tanto la frustrazione per la sconfitta a bruciarlo dentro, tanto più la consapevolezza che lui, l'asso della squadra, non fosse riuscito a fare nulla se non difendere e farsi battere dal pazzo che avevano reclutato e imposto alla loro squadra direttamente dal Blue Lock.
La doccia non era riuscito a calmarlo, così come non avrebbe aiutato a calmarlo restare chiuso nella lussuosa camera d'albergo che gli avevano dato. Decise quindi di abbandonare quella stanza vuota, nella quale i suoi pensieri stavano diventando troppo opprimenti, e camminare alla ricerca di qualcosa che potesse calmarlo.
Magari i suoi compagni di squadra erano nell'area comune e avrebbe potuto unirsi a loro o magari al bar dell'hotel c'era qualche bella modella che gli avrebbe potuto svoltare la serata.
Tuttavia, quello che si trovò davanti non fece altro che peggiorare la sua situazione.
Shidou Ryusei, con un semplice asciugamano intorno alla vita e i capelli ancora bagnati per la doccia, aveva un sorriso soddisfatto in volto e si stava dirigendo lungo il corridoio.
Sendou avrebbe potuto e dovuto ignorarlo, ma la frustrazione che aveva in corpo si moltiplicò nel vederlo e non riuscì a trattenersi dal chiedere -Cosa hai da essere così felice? Abbiamo perso, coglione.
Shidou lo guardò come se si accorgesse di lui solo in quel momento, poi ampliò il suo sorriso e rispose a tono -Tu hai perso, testa di cazzo. Io ho vinto tutto oggi.
Sendou si infuriò ancora di più -Come puoi direi così? La tua squadra ha perso!
-Non è la mia squadra. Non siete manco una squadra a dirla tutta, siete solo un gruppo di incapaci che sono stati messi insieme per un qualche tipo di scherzo mal riuscito.
Sendou iniziò a vedere rosso e a non connettere più. Fece un passo avanti e lo spinse da una spalla, costringendolo a fare un passo indietro -Non ti permettere mai più di parlare male della mia squadra!
Il sorriso di Shidou si fece più ampio, più cattivo. Lo afferrò per i capelli e rispose con freddezza -Altrimenti cosa? Vuoi che ti spacchi di nuovo la faccia? Sarebbe facile romperti quel bel visino che ti ritrovi.
Si stava riferendo al loro primo incontro durante la riunione che li aveva preparati alla partita contro il Blue Lock, Sendou ricordava bene come Shidou gli aveva quasi spaccato il naso dopo avergli afferrato la testa e schiacciata con cattiveria contro il tavolo.
Stava per rispondere a tono, quando anche quella volta interevenne Aiku per salvarlo.
Il capitano, comparso dal nulla, afferrò il braccio di Shidou costringendolo a lasciare la presa sui capelli rossi di Sendo, poi affermò -Ti sarei grato se evitassi di dare problemi al mio asso.
Shidou si scrollò di dosso la sua mano, poi lo schernì -Il tuo asso? Non mi sembra tu stia facendo un grande lavoro nell'aiutarlo a toglirsi la testa dal culo e magari mettergli qualcos'altro che lo farebbe sicuro rilassare di più. Perché non provate invece di andare in giro a rompere i coglioni alle persone?
Una porta del corridoio si aprì e un Sae dall'espressione infastidita (quindi non diversa dal solito) fece la sua apparizione con le braccia incrociate mentre si appoggiava allo stipite della porta.
-Ne avete ancora per molto? Mi sono rotto i coglioni di aspettare.
Il volto di Shidou tornò a illuminarsi di gioia, poi si dimenticò completamente dei due ragazzi nel corridoio e corse verso la stanza del centrocampista.
-Mi piace che tu sia impaziente, tesoro. Da dove vuoi iniziare?
-Iniziamo da te che chiudi quella cazza di bocca e la smetti di fiatare, soprattutto evita di pronunciare questi soprannomi di merda.
-Tutto quello che vuoi, amore.
La porta si chiuse con un pò troppa forza alle loro spalle e Aiku e Sendou rimasero per diversi secondi in silenzio a metabolizzare quello che avevano appena ascoltato.
Infine, fu il difensore a parlare dopo aver rilasciato un sospiro -Anche io mi farei una bella scopata.
A Sendou prudevano le mani dalla rabbia. Lo odiava. Lo odiava con tutto se stesso perché era una grandissima testa di cazzo. Ma soprattutto lo odiava perché aveva sempre avuto la meglio, aveva sempre avuto ragione su tutto quello che aveva detto. Ma non gli avrebbe permesso di vincere anche questa volta, non gli avrebbe dato la soddisfazione di avere ragione un'altra volta.
Si voltò verso il suo capitano con uno sguardo risoluto, le guance rosse di rabbia e i pugni chiusi -Camera mia o camera tua?
Questo prese Oliver alla sprovvista, il quale si ritrovò a rispondere con confusione -Come?
-Hai detto che vuoi scopare. Io non voglio dargli la soddisfazione di vincere anche questa volta. Quindi camera mia o camera tua?
Per tutto il tempo Sendou aveva utilizzato un tono risoluto, un tono al quale difficilmente Aiku sarebbe riuscito a dirgli di "no". Perché in quel momento non importava che fossero amici, che non avessero mai fatto nulla del genere, che non avessero mai esplorato la loro parte bisessuale e che avrebbero dovuto pensare alle conseguenze delle loro azioni. In quel momento importava solo che avessero bisogno di un modo per eliminare la loro frustrazione e Shidou aveva aperto per loro una porta impossibile da richiudere.
-Va bene qualsiasi camera- rispose infine Oliver, arrendendosi alle volontà del suo asso.
Sendou annuì secco e iniziò a marciare verso la propria stanza che aveva lasciato solo qualche minuto prima. Non controllò alle sue spalle se l'altro lo stesse seguendo, consapevole che ormai nessuno dei due poteva più tornare indietro.

La mattina seguente la frustrazione che aveva in corpo era sparita. Certo, era ancora triste e incazzato per la loro sconfitta, ma adesso poteva vedere tutto in modo più razionale: non erano stati abbastanza forti, ma avrebbero avuto modo di migliorare.
Mentre faceva colazione da solo seduto al tavolo dell'albergo, Sae e Shidou fecero la loro comparsa senza preoccuparsi troppo di nascondere i lunghi graffi sulla schiena nuda dell'attaccante o i vari succhiotti visibili sul collo di Sae.
-Tsz- sbottò infastidito Sendou mentre metteva il broncio: avevano vinto di nuovo quei due.
-Non fare quell'espressione corrucciata- la mano di Aiku si poggiò sulla sua testa con dolcezza.
Sendou distolse lo sguardo dai due e rispose a tono -Non sto facendo nessuna espressione, è solo la mia faccia.
Oliver rise, poi iniziò ad accarezzargli i capelli -Miglioreremo, ne sono sicuro, riusciremo a batterli.
Sendou gli lanciò uno sguardo di sottecchi, le guance leggermente rosee mentre chiedeva -stai parlando del calcio?
La mano di Aiku scese dalla sua testa al suo collo, premendo leggermente le dita in un punto dove il rosso era ben consapevole avesse un succhiotto, poi affermò -sto parlando di tutto.
Sendou non aveva nulla da ridere.

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