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ho provato a scrivere qualcosa ispirato alla S2, niente di che.
buona lettura, scusate gli errori.
cinzia



«Mi spiegate cosa sta succedendo?!»

Un Dante furioso entra nella sala d'aspetto della Presidenza mentre i due ragazzi ancora si guardano in cagnesco, dai loro occhi partono saette che se potessero incenerirebbero l'altro.

«Nessuno parla?» è ancora Dante ad interrompere il silenzio di quella stanza «Avete spaccato una vetrina della biblioteca, vi hanno trovati che facevate a botte e urlavate cose improponibili»

«Professò, Manuel è entrato in biblioteca urlandomi addosso e che dovevo fare?» sceglie volutamente di ignorare il motivo

«Sicuramente non prenderlo a botte, Mimmo» il professore è spazientito, era da tempo che percepiva molta tensione tra i due ragazzi e crede anche di aver capito il motivo, circa.

«Adesso voi due» indica i ragazzi «prima di entrare in presidenza vi dovete parlare»

«Prof ma-» prova Manuel

«Niente "ma" Manuel, ripeto parlare e non prendervi a botte» il tono è duro, ma forse più deluso perché Dante crede molto nella crescita dei suoi alunni, ma qui vede solamente passi indietro. Il professore sparisce dietro la porta della presidenza per parlare con la Preside e capire meglio l'accaduto, mentre lascia i due ragazzi con l'obbligo di confrontarsi.

«Nun me guardà che 'n ce metto niente a venì lì» dice Manuel notando Mimmo che lo guarda.

Appena posa gli occhi sul biondino, la rabbia ribolle dentro di lui, gli tornano in mente le parole di Simone che gli racconta dei giri loschi di quel Mimmo.

La cosa che però gli ha mandato in cortocircuito il cervello è stata vedere il livido sulla spalla del corvino, lì non ci ha capito più niente – perché quel giorno non aveva rugby, di conseguenza sicuramente non era colpa di qualche colluttazione sportiva – e quando Simone gli ha risposto "Ho aiutato Mimmo a nascondersi da quelli" ha collegato tutti i punti.

«Manuel non ti conviene e lo sai»

«E sai che me frega a me? Io nun so' fatto per venì a scuola»

«Simone dice il contrario» ecco, tra tutte le cose che poteva dire Mimmo questa era la meno azzeccata, infatti Manuel si agita vistosamente su quella scomoda sedia, sente lo stomaco accartocciarsi come un foglio di carta crespa, le sue mani formicolano e stringe i denti. È arrabbiato, molto arrabbiato. Ma forse solo ora si rende conto che la rabbia più grande che prova è verso se stesso.

È lui stesso la sua rovina. Ha questa incredibile capacità di rovinare con le sue stesse mani ogni cosa bella che gli accade.

Porta le mani tra i capelli e li tira leggermente, si odia così tanto.

«Manuel?» è di nuovo Mimmo ad interromperlo e Manuel è sempre più nervoso

«Che voi?»

«Il professore vuole che ci parliamo e chiariamo»

«'n ce sta niente da chiarì»

«A me sembra di sì»

«Torno subito»

Manuel ha bisogno di cambiare aria, si sente soffocare e se fosse rimasto solamente un altro minuto avrebbe dato di matto. Spinge il maniglione antipanico e si ritrova sulle scale antincendio, estrae dalla tasca tabacco e cartine e si gira una sigaretta.

«Mi spieghi che cazzo è successo Manuel?» Simone infuriato si presenta davanti a lui, ha il viso rosso di rabbia

«Simò lascia sta, 'n te riguarda»

i'm tired of lovin' from afar | simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora