-Leila
Da quando David mi accompagna praticamente ovunque, mi è impossibile sgattaiolar via da sola per parlare con le ex soldatesse del mio esercito. Per quanto riguarda Megan, non saprei dove trovarla e né mi è capitato di incontrarla in giro per il palazzo. Potrebbe trovarsi nelle stanze del principe, oppure potrebbe averla portata con sé quando è partito due giorni fa, per assicurarsi che i soldati rimasti non si facciano venire strane idee. O che io non mi faccia venire strane idee.
Devo trovare un modo per parlare con lei. Più tempo trascorre senza che io faccia nulla e più quelle donne soffriranno per mano dei soldati. Nel frattempo, però, non voglio starmene con le mani in mano.
"Voglio che mi insegniate a combattere". La mia attenzione è rivolta ai vari libri sull'immenso scaffale della biblioteca, ma sento gli occhi di David bruciarmi sulle spalle.
"Alle donne è vietato combattere", borbotta con tonto cantilenante, come se avesse dovuto ripetere questa frase talmente tante volte da farla diventare un riflesso, ma allo stesso tempo non sembra crederci neanche lui.
Con un'alzata di spalle, tiro fuori un libro di poesie che mi ha menzionato Hazel un paio di giorni fa e me lo rigiro fra le dita. "Ma io non sono una donna qualunque".
"Da dove nasce questo improvviso interesse?"
Non è un interesse, semmai un bisogno.
"È così strano che io voglia essere in grado di difendermi, dopo quello che è successo con...?", lascio la frase in sospeso, parlando sottovoce e aprendo il libro su una pagina a caso. Faccio scorrere gli occhi sulle parole, solo per evitare lo sguardo compassionevole di David, ma non le leggo davvero.
"Non pensate che io sia in grado di difendervi?"
"Non ho detto questo", scuoto la testa. "Ma forse le donne non avrebbero bisogno di protezione, se avessero la possibilità di imparare a difendersi da sole. Se voi non gliel'aveste privata".
Osservandolo con la coda dell'occhio, lo scopro a spulciare attentamente uno degli scaffali sulla parete opposta, dandomi le spalle. "Non ho fatto io le regole, Vostra Altezza", voltandosi con un vecchio volume tra le mani, dalla copertina in velluto marrone ricoperta da una patina di polvere che non dev'essere stata pulita da secoli, vi soffia sopra facendo alzare una nuvola di sporcizia che lo fa tossicchiare. "Ma conosco bene vostro marito e so che lui non è il tipo da volervi fragile e indifesa".
Inizia a sfogliare le pagine ingiallite del libro, finché non trova ciò che stava cercando. Poi me lo porge, prendendo invece fra le mani il libro che stavo maneggiando io. Incurvando la fronte, mi limito a leggere le frasi in grassetto.
<<Giacché voi siete bella, ma fragile e delicata>>, esordì Tahir, <<vi terrò al sicuro da qualsiasi pericolo, ma in cambio vi chiedo la vostra obbedienza poiché io so quello che è meglio per entrambi>>.
Freya si sottomise, poiché quella era la natura delle cose; lei era stata creata per servire e per accudire, lui per dominare e conquistare. E insieme popolarono la terra di valorosi figli e bellissime figlie, i quali di generazione in generazione sedettero sul trono, mantenendo per sempre viva la loro memoria
Arriccio il naso. Tahir, mi disse mia sorella, è per gli angeli il dio della guerra. Certo che gli angeli se ne raccontano di storielle, pur di giustificare il loro raccapricciante modo di vivere.
"Per secoli la religione è stata usata come scusa perché gli uomini potessero fare ciò che più era conveniente per loro", conviene David. "Su questo siamo d'accordo, ma io ho le mani legate. Quando sarà il momento, sarà il principe stesso a insegnarvi quello che volete tanto sapere".
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The Other Twin || Book One
ChickLitLeila, principessa della fazione dei demoni, ha trascorso buona parte della sua esistenza a competere con sua sorella Irie, più vecchia di lei di solo qualche minuto e dunque destinata ad ereditare il trono. Il destino di Leila, però, viene completa...