Siempre En Mi Corazón

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Un forte mal di testa si impossessò delle mie tempie. Nonostante i miei occhi fossero ancora chiusi, sentii il mio viso fare una smorfia di dolore.

Cosa mi era successo?

Bip
Bip
Bip

Un suono elettrico mi rimbombava nei timpani insieme a un altro rumore più umano, ma il mio udito ancora ovattato non mi permetteva di capire cosa stessero dicendo quelle voci.
Provai ad aprire gli occhi, fallendo miseramente, la luce che illuminava la stanza era ancora troppo forte per i miei occhi.
Da quanto tempo ero in quello stato?

"Lauren?"

Il mio udito stava migliorando molto velocemente, e finalmente sono riuscita a decifrare una parola.
Lauren...perché mi sembrava così famigliare questo nome?...
E come un lampo, la mia mente ritornò al momento presente. Sono io Lauren, ma dove ero? Come ero finita qui?

Con grande fatica, riuscì ad aprire gli occhi a mo di fessura, così da poter capire dove mi trovassi; la mia vista non era perfetta al momento, ma riuscivo ad identificare, con un po' di fatica, cosa avevo davanti ai miei occhi.
La prima cosa che vidi davanti a me, fu una porta color grigio chiaro e delle pareti bianco latte.
Ora ero sicura al cento per cento di non trovarmi a casa mia, ma neanche in quella dei miei genitori.

Cercai di girare la testa per capire meglio l'ambiente circostante e noto due figure ombrate vicino a me, che ancora non riuscivo a identificare.
La figura più vicino a me era la più piccola e la più minuta, la seconda era un po' più alta e paffuta.

"Vedo che finalmente ti sei svegliata"

Una voce mi fece scattare verso la sua direzione, questa volta la figura era un po' più nitida delle due che avevo visto, la vista mi stava tornando.
Era un uomo di alta statura, capelli e barba castane, con un camice bianco, e quello che si riusciva a vedere dei suoi pantaloni color blu elettrico, e delle semplici scarpe da ginnastica nere.
Al collo portava uno stetoscopio.

Ero finita in ospedale, ora ero certa.
Ma perché ero qui? Come ci sono finita qua dentro?

Il dottore prese a visitarmi, non prima di aver gentilmente chiesto ai due visitatori di uscire, e ora che ho potuto vederli meglio ho notato essere un uomo e una donna di mezza età.
Non li ho visti bene in faccia, ma la loro presenza mi donava sicurezza e serenità.
E il mio stato confusionario continuava a persistere nella mia mente.

"Ti ricordi perché sei qui?"
Mi chiese l'uomo dal camice bianco, mentre scriveva qualcosa sulla sua cartella.
Scossi il capo.
Lo vedo distogliere lo sguardo e guardarmi.
" Non ricordi proprio niente?"
Questa volta la sua voce suonava preoccupata.
Scossi nuovamente il capo.

Lo vidi allontanarsi dal mio letto e riportò in stanza i due signori di prima.
"Sai chi sono loro?"
Li vidi avvicinarsi al mio letto e finalmente potei vederli meglio, e come un fulmine a ciel sereno, finalmente ricordai.
La signora minuta e bassina con i capelli castano dorato che arrivavano alle spalle, con la paura negli occhi era mia madre.
Invece, l'uomo poco più alto di lei, con il viso e la forma un po' più rotonda con i capelli corti e la barba che tendeva al color argento, era mio padre.

"Mamma? Papà?"

-

Fissavo il soffito scuro della mia stanza d'ospedale, mentre fuori regnava il silenzio assoluto, che ogni tanto veniva spezzato dal suono di qualche barella e di qualche medico che parlottava.

Avevo scoperto nel giro di un paio d'ore di aver perso la memoria dei miei ultimi sette anni di vita.
Non ricordavo niente, soprattutto il come io sia finita in ospedale.
Per fortuna la mia famiglia mi ha dato l'unica piacevole notizia di quella giornata assurda.
Non ero entrata in coma.
Non è piacevole svegliarsi in un letto d'ospedale senza sapere ne il come, ne il perché si fosse finiti lì, ma era rassicurante sapere di non aver fatto preoccupare notevolmente la mia famiglia.

Siempre En Mi Corazón || (Lauren/You) One ShotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora