Simone non lo guardava nemmeno.
Se ne stava con Laura e Luna a ballare poco lontano dal bancone del bar, con un'Ichnusa tra le mani ingioiellata e con indosso una camicia indecente. Era così fastidioso che, qualsiasi cosa indossasse, sembrasse sempre tanto etereo. Il bianco poi, il bianco gli stava da dio... sembrava un dio. O un angelo. Uno di quegli esseri inarrivabili che i comuni mortali potevano solo ammirare a distanza. Intravide il suo sorriso aprirsi contro il collo stretto della bottiglia di vetro, il pomo di adamo risalire con un guizzo verso l'alto per assecondare una risata che gli andò a schiudere le labbra piene.
Probabilmente, invece, era il demonio in persona e lui, sciocco umano, aveva avuto anche la grazia di toccarlo quel sempiterno con gli occhi più grandi della volta celeste.
I capelli inumiditi dal sudore erano attaccati alle tempie, i ricci meno vivi del solito si muovevano morbidi seguendo il ritmo di quella musica discutibile che gli impediva finanche di dare ascolto ai propri pensieri. O forse erano le luci stroboscopiche che gli mettevano in risalto gli zigomi, illuminandoli ad intermittenza, a mandarlo in tilt.
Si era sentito così euforico quando Matteo aveva proposto alla ciurma di prendere parte a quella festa perché un amico di quinto riesce a inserirci in lista. Ché Simone aveva dato conferma senza nemmeno fermarsi a riflettere, d'altronde il vantaggio di avere un ragazzo in carcere era avere tutti i sabati sera liberi. E Manuel ne era stato... felice? In maniera assolutamente contorta e malsana, visto che il suo migliore amico non poteva essere più lontano di così e quindi che Mimmo ci fosse o meno, cambiava poco.
Non sapeva nemmeno come ci fossero arrivati a quel punto, semplicemente avevano smesso di parlarsi, di cercarsi. Mille cazzi per la testa, era stata la giustificazione di Manuel, quella che si era auto-propinato per convincersi che in realtà - almeno con lui - andasse tutto bene. Che fosse tutto invariato.
In un primo momento ci aveva pure creduto, era sempre stato maledettamente bravo a raccontarsi storie e a renderle credibili almeno a se stesso. Pur avendo spesso criticato quella smoderata voglia di parlare e analizzare, tipica di Simone Balestra, sapeva di avere a sua volta necessità di dare un senso alle cose. Un senso facile però. Perché a lui le cose difficili lo mandavano in confusione e in genere le affrontava evitando di affrontarle.
Poi i suoi famosi mille cazzi erano diventati cento, Nina l'aveva lasciato per concentrarsi su se stessa e su Lilli e pure se Manuel ci aveva provato a far parte delle loro vite, alla fine aveva dovuto arrendersi alla consapevolezza di non essere davvero fondamentale per nessuna delle due. Un figura marginale in una vita già avviata che non aveva spazio a sufficienza per accogliere davvero una terza persona.
Nicola invece era diventata un costante stabile, per quanto una persona perennemente in viaggio potesse essere considerata tale. Quantomeno s'impegnava a coltivare il rapporto padre-figlio, ché Manuel aveva davvero poca intenzione di compiere i primi passi ma era ben intenzionato a starvici dietro. Ci stavano provando e in qualche modo anche riuscendo, a trovare un equilibrio.
Viola, dopo i primi tentennamenti, era diventata fondamentale, indispensabile. Sua sorella.
Gli faceva ancora strano pronunciare quella parola, sorella, eppure la usava spesso, più del dovuto. Se parlava di Viola con qualcuno si premurava di sottolinearlo quel mia sorella, quando doveva darle appuntamento se ne usciva costantemente con frasi come: "mia sorella me lo concede un pomeriggio?". Sua sorella. Era ancor più incredibile che avere un altro genitore, essere fratello di qualcuno.
Piano e con lo scorrere dei mesi, si erano attenuati tutti i rumori, tutte le distrazioni che si era reso conto di aver anelato per non pensare, ed era rimasto un silenzio agghiacciante a fargli compagnia, con un fischio sordo di sottofondo che giorno dopo giorno non aveva fatto altro che divenire più invadente e fastidioso.
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Ichnusa [Simuel]
Fanfictionone-shot sui due fessi perché sono provata dalla fine della seconda stagione e avevo bisogno di dare giustizia a munufe bisexual king. ho fame di te ho fame dei biscotti col tè e della tua indifferenza