Capitolo V

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Quell'abbraccio sapeva di conforto. Un conforto che serviva ad entrambi, per significati differenti.
Mi liberai per prima, mormorando un "scusa" mentre mi asciugavo prontamente le lacrime con il tovagliolo.

« Non ti preoccupare, anzi grazie per queste tue belle parole. Mi.. mi ha fatto davvero piacere. »
Annuii sorridendo e abbassando lo sguardo, ancora scossa da ciò che è successo poco fa.
« Ma.. volevi dirmi qualcosa prima che ti interrompessi.. »
« Oh.. » me ne ero completamente dimenticata e il fatto è che .. « ehm, ora non ricordo più cosa volevo dirti, troppe emozioni mi hanno scossa » risi e lui mi seguì.
I nostri sguardi si studiarono. Chissà cosa stava pensando mentre il suo viso tornava serio e pensieroso ma i suoi occhi.. i suoi occhi brillavano come la più bella e luminosa delle costellazioni.

Proseguimmo con il pranzo, chiacchierando pacificamente.
Principalmente la discussione era incentrata su di me.
« Raccontami un po' della tua città, della tua famiglia.. » mi chiese mentre giocherellava con le sue verdure nel piatto.
« Beh, la mia città si trova in Piemonte. Si trova esattamente al centro di tre città importanti d'Italia: Torino, Genova e Milano. Una volta Alessandria un importante nodo di interscambio. Stando ai racconti dei miei nonni e i miei genitori, una volta era una città molto ricca e prosperosa ma adesso.. cioè, nel futuro,  è tutto un po' abbandonato a se stesso. Avevamo un teatro meraviglioso. Mi sono esibita lì per qualche anno quando facevo danza ed è stato memorabile. »
« Ah! Eri una ballerina? » ero talmente presa a raccontare che non mi accorsi che mi stava guardando. Probabilmente ha notato i occhi persi nei ricordi mentre raccontavo perché aveva un piccolo sorriso stampato in faccia.
« Si, ma niente di serio. Ho frequentato danza classica e moderna per qualche anno ma dopo un piccolo infortunio ho smesso. Al contrario di mia sorella che non ha mai smesso.. adesso sta diventando insegnante. »
« Mi piacerebbe conoscerla, se ha la tua stessa aura probabilmente è una brava persona. »
Lo disse in un modo così naturale che rimasi senza parole per qualche secondo, e lo guardai sbigottita.
« Oh, ehm.. si. Si è .. una brava persona. »

I nostri sguardi si incrociavano di tanto in tanto durante il pranzo ed erano loro che portarono avanti la conversazione. 
Se gli occhi potessero parlare...

***
Michael's.

Non mi resi conto di star fissando i suoi occhi. Mi persi completamente a contemplare il suo viso: quella bocca carnosa, quegli occhi verdi che avevano qualche sfumatura marrone e quel sorriso.
Le sue parole mi colpirono dritto al cuore e non riuscii a trattenermi dall'abbracciarla. So che ha parlato a nome di tutti i miei fans ma dette da lei hanno avuto un significato ancora più profondo e d'impatto.
Che cosa sta succedendo?

Cercai di distrarmi, le chiesi della sua vita, della sua famiglia ma ciò non fece altro che incrementare questo senso di calore che provavo nell'ascoltarla parlare. Scoprii che amavo il suono della sua voce, con quell'accento italiano la rendeva dolce e .. meravigliosa.

***

Dopo pranzo mi propose di fare due passi. Non faceva particolarmente freddo e mi propose di passeggiare verso il maneggio. Aveva detto che mi avrebbe fatto conoscere il mio futuro capo e collega e ne approfittammo per continuare a conoscerci meglio.

Camminammo vicini per qualche tempo, entrambi in silenzio a goderci la passeggiata quando lo sentì sospirare.
« Ehi, tutto bene? » gli chiesi.
« Si, ehm.. sai è ancora una situazione strana per me e faccio ancora fatica a credere che tu vieni.. dal futuro, insomma quanto può essere assurdo? »
Comprendevo benissimo, io stessa non credevo ancora a tutto questo eppure sono qui, nel 1991 insieme a Michael Jackson. Il mio idolo, la persona che ho sempre osservato attraverso uno schermo e troppo piccola per poter assistere ad un concerto. Adesso eccomi qui.
« Beh, mettiamola cosi: potresti approfittarne e chiedermi i numeri della lotteria o.. chi vincerà i prossimi mondiali di calcio.. » cercai di buttarla sul ridere per smorzare un po' la tensione che si stava creando. L'argomento "futuro" era tabù per il momento.
Sembrava che entrambi ignoravamo la cosa per non dover affrontarne le conseguenze. Ma di fatto, quali sarebbero state quelle conseguenze? Io dovrei saperlo meglio di lui ma in quel momento la mia testa era.. vuota. Ero ancora scossa da tutto quanto e avevo bisogno di tempo per riprendermi e pensare, tornare con la mente lucida. Se dovrò stare qui, Dio sa quanto, ho bisogno di elaborare un 'piano' per aiutare Michael il più possibile e trovare un modo per tornare a casa.. nel mio tempo.
« Sul serio Michael, se non vorrai avere a che fare con me io me ne andrò. L'ultima cosa che voglio è crearti problemi e il mio unico scopo è aiutarti, esattamente come ti dissi quando sono.. comparsa qui. Non voglio i tuoi soldi ne esserti vicino per sfruttare il tuo nome. »
Lo guardi fisso negli occhi. Volevo capisse che le mie intenzioni erano genuine e che se lui non mi avrebbe voluto attorno io me ne sarei andata serena, senza rimpianti.
Lui mi guardò per un momento, quasi come se dentro di se infuriasse una battaglia tra la parte razionale e quella emotiva.
« Aurora, se sei qui è perché ho visto qualcosa in te quel giorno che mi ha incuriosito e in qualche modo Dio ti ha messo sulla mia strada per un motivo. Quindi no, non ti voglio mandare via. Neverland è la tua casa ora, puoi rimanere fin quando lo desideri. »
Le sue parole mi rincuorarono un poco. In un gesto impulsivo gli presi la mano e la strinsi tra le mie, come segno di ringraziamento « Grazie Michael, davvero. »
E lì, in quel momento, nei nostri sguardi intrecciati, illuminati dalle luci intorno a noi, qualcosa di puro iniziò a prendere vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 30 ⏰

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