Una gelida sera

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Nel momento in cui la sua mano si chiuse sulla maniglia e la spinse per entrare, un odore intenso di fumo e liquore lo accolse, come l'abbraccio di una zia troppo affettuosa.
Miles si accorse che le luci erano abbassate. Se lo aspettava, in un locale di quel genere.
Un elegante barista dai lunghi capelli biondi stava al bancone, scrutando la sala con sguardo apparentemente disattento.
Figure scure come ombre, accostate a coppie, occupavano i tavolini. Stavano vicini, intimi. Tutti uomini.
Era quello che cercava.
Si era imaginato tutto molto facile, semplicissimo, e invece ora non aveva idea di cosa dovesse fare. Stava lì, immobile come uno sciocco, come se si fosse dimenticato perché si trovava lì.
Qualcuno si protese per osservarlo, occhi famelici e lascivi lo squadravano al di sopra di bicchieri che nella luce fredda del locale scintillavano come coltelli.
Miles si sentiva braccato, come un animale nel mirino di un fucile.
Forse era una sua impressione. Si sedette ad uno sgabello vicino al bancone, provando un profondo disagio.
Il barista biondo si accostò a lui con gentilezza.
《Cosa le porto, giovane signore?》
Miles notò che aveva gli occhi di un blu glorioso e vivo. Gli ricordavano gli occhi di qualcuno.
《Qualcosa di forte》 disse, sentendosi la bocca secca.
《Pago io per lui》 intervenne un uomo, posando un carta di credito sul lucido bancone. Miles lo osservò. Era più grande di lui di almeno vent'anni ed era senza dubbio stato molto attraente in gioventù. Lo era ancora.
I capelli castani, lucidi di brillantina, erano tirati all'ndietro, e la mascella era completamente rasata.
Miles notò che aveva modi eleganti. Pensò che sarebbe stato piacevole trascorrere del tempo con lui.
《Vieni, siediti al mio tavolo》 lo invitò l'uomo.
Miles pensò di rifiutare. Ma non rifiutò.
Numerosi sguardi affamati lo seguirono mentre si alzava e si sedeva ad un tavolo appartato, in fondo alla sala. Lo sconosciuto reggeva il proprio bicchiere e quello di Miles.
Il giovane procuratore accavallò le gambe e si scostò una ciocca di capelli dietro un orecchio.
Quell'uomo aveva un'aria familiare.
Forse per via di quei modi eleganti. Si, doveva essere per quello.
-E così, è la prima volta che vieni, ragazzo?-
A Miles non piaceva essere chiamato ragazzo. Lui, che giovane non ci si era mai veramente sentito. Ma si rendeva conto che quel signore dai modi affabili non conosceva il suo nome, ed in qualche modo doveva pur rivolgersi a lui.
-Sì.-
-Sembri inquieto. - notò l'uomo, accendendosi una sigaretta. Nel portarsela alle labbra evitò di guardare il suo interlocutore, probabilmente temendo di imbarazzarlo.
-Non lo sono.-
-Ma certo che lo sei. Hai lo sguardo di chi è perduto. E di chi è solo.-
Miles si morse il labbro.
-Non lo siamo tutti, qui dentro?-
L'uomo lo guardò, con occhi profondamente malinconici.
-È vero. Una volta, lo siamo stati tutti. Ma tu non hai l'aria di essere un giovanotto perduto. Tu sei un uomo fatto e finito, costretto a crescere. Si vede nella rigidità delle spalle. Ti sei inserito perfettamente nella vita. Ma qualcosa ti manca. E lo stai cercando qui.-
Miles arrossì.
-Come tanti. Come lei.- gli fece notare, stringendosi le mani fra le ginocchia.
L'uomo gli sorrise. Aveva un sorriso gentile.
-Io non cerco nessuno. Vedi, io sono innamorato da anni di quel signore lì- spiegò, indicandogli il silenzioso barista biondo, che in quel momento si sistevamava il collo della camicia.
-È schivo, silenzioso, molto intelligente. Lo conosco da anni, e ogni sera torno per lui. Lo corteggio sfacciatamente... lui è molto timido, ma accetta la mia corte con garbo. Credo di non dispiacergli, ormai. Ha un bracciale al polso... è un mio dono, voglio sperare che indossarlo sia un segno di interesse.-
Miles lo guardò, colpito.
-Quindi, lei non cerca...-
-Non cerco niente, mio caro amico, per metà giovane e per metà uomo. -
-Non vi capisco. Perché allora mi avete offerto da bere? Io credevo...-
-...ti ho offerto da bere perché, nel tuo volto, nella tua rigida incertezza, ho rivisto me stesso, il me stesso di molti anni fa. Non intendo farti la morale, ma soltanto dirti, se hai voglia di dar retta ad un uomo che ne ha viste tante, che nulla di ciò che potresti trovare tra queste mura ti renderà felice.-
Miles distolse lo sguardo. Osservava un tavolo in un angolo, dove due avventori sembravano impegnati in intense effusioni. Nel guardarli, provava una sensazione intensa allo stomaco.
-Cosa ti aspetti di trovare, qui? Due occhi che ti mangiano, mani che ti spogliano, bocche che non chiedono permesso o per favore.
Cosa credi che ti resti, dopo?-
Crudo e diretto. Miles era spiazzato.
-Non ci hai pensato, scommetto.-
-No, è vero. Ma cosa mi resta? Io non ho niente, e nessuno.-
-Non credi di meritare di più? Non vorresti due occhi ardenti che cercano solo i tuoi, nella folla? Due mani pronte ad accarezzare le tue spalle quando tremi? -
Miles aveva in mente un paio d'occhi, un paio di mani. Sembravano così lontane.
-Questi sogni sono per le fantasie degli adolescenti- disse, secco e triste.
L'uomo esalò del fumo dalle labbra.
-Mio caro giovane, l'amore non è facile da ottenere, ma non è un sogno. Bisogna combattere per qualcosa di simile. Aspettare, lottare. La maggior parte della gente si arrende, cerca qualcosa di più facile.
Vuoi davvero scegliere la strada più semplice? E sentirti come un giocattolo usato, dopo? Un pupazzo maltrattato per diletto, senza gentilezza. Vuoi questo?
Miles rimase zitto. E guardò l'uomo, quell'uomo così diverso dal suo mentore, che gli ricordava così tanto l'unico uomo che gli avesse mai voluto davvero bene, che lo aveva tenuto sulle spalle da bambino, lo aveva cullato perché si addormentasse.
Chiudendo gli occhi, Miles si chiuse in sé.
Aprendo gli occhi, l'uomo era sparito. C'era solo una sigaretta ancora fumante, nel posacenere dinanzi a lui.
Miles si alzò in piedi. Si strinse nel cappotto rosso. Sollevò il bavero, mentre usciva dal locale. Era una serata terribilmente fredda.
Il freddo gli graffiava le guance umide.
Miles non si era mai sentito più libero, più leggero.

Una fredda seraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora