Poteva sentire il calore del corpo di Kacchan contro il suo fianco, le loro gambe che si sfioravano l'una contro l'altra, la loro pelle, lucida di sudore, che sembrava appiccicarsi ad ogni minimo tocco.
Izuku non poté fare a meno di piagnucolare mentre Eijiro si spingeva dentro di lui, sentendosi riempire, in una maniera totalmente diversa rispetto a ciò che aveva percepito prima con Kacchan. Le dita del rosso affondarono nella carne dei suoi fianchi, obbligandolo ad inarcare di più la schiena mentre cominciava a muoversi.
«Rilassati...», gli disse dolcemente Eijiro dando però ad entrambi una spinta decisa. I suoi movimenti erano ruvidi, duri, implacabili: poco gli importava del loro piacere, quando aveva solo la voglia e l'urgenza di liberarsi. «Lasciati andare e divertiti...», incalzò.La mente di Izuku provava a concentrarsi sul compito da svolgere, ma era il suo corpo ad essere sovra-stimolato; e per quanto fosse consapevole di non riuscire a venire ancora e in breve tempo, sentire Eijiro contrarsi dentro di lui, il respiro del ragazzo che gli arrivava in rantoli irregolari alle orecchie... Non era poi così sicuro di riuscire a resistere.
Ma non conosceva né il premio né tantomeno la punizione. Strinse il labbro inferiore con i denti, un gemito soffocato in gola e le braccia doloranti che cedevano ad ogni nuova spinta. Ma non poteva permettersi di venire per primo.
Quando però sentì il rosso ritirarsi, lasciando dietro di sé una scia bagnata, incurvò le labbra in un debole sorriso, ansimando contro la superficie umidiccia del materassino su cui s'era ritrovato ad appoggiare la fronte, stremato, capace solo di voltare appena il capo e osservare indistintamente il volto di Kacchan arrossarsi, le labbra tendersi in un'espressione di piacevole sorpresa, mentre un gemito lasciava la sua gola prima di una serie di imprecazioni.
«Ecco fatto...» mormorò Eijiro, il suo respiro caldo contro l'orecchio di Katsuki. «Non aspettavi altro, vero?».
«Finiscila di fare lo-», ma quella vocale rimase sospesa, come l'offesa che di sicuro l'avrebbe seguita.
Le spinte di Eijiro divennero più veloci, più urgenti, e Katsuki sentì che si stava avvicinando al limite. Chiuse gli occhi, concentrandosi sulla sensazione di pienezza e piacere. E, per una volta, non gli importava di perdere.«Cazzo... non di nuovo!» piagnucolò il biondo, i suoi fianchi quasi lo tradirono nel seguire il movimento di quel bastardo dell'amico mentre usciva da lui. «Ti prego...», mentre con la mano cercava di dare sollievo al proprio cazzo dolente, prima di sentire un sonoro schiaffo sul culo che gli tolse il respiro e gli fece lasciare la presa.
«Sei così disperato, Kat?», Eijiro emise una risatina divertita: «Sai che non puoi, vero?», le labbra tirate da quel sorriso malevolo che Katsuki detestava. «A meno che tu non voglia perdere miseramente contro il tuo odiato Deku...».
Un grugnito di frustrazione lasciò le labbra del biondo, mentre batteva il pugno con stizza sul materassino, la schiena ora curvata a renderlo al pari di un bozzolo, di un grumo di brividi, malumore e palle indolenzite. Le sue orecchie erano piene dei gemiti di Deku, tenuto sollevato dal materasso per i polsi, la schiena inarcata, il petto esposto e la bocca aperta in un cerchio perfetto, le labbra e le guance arrossate e lucide di saliva e sudore.
Eijiro spingeva di nuovo - più forte questa volta, più velocemente, più in profondità - e Izuku poteva sentire la rabbia e l'urgenza irradiarsi da lui a ondate, ogni colpo dei suoi fianchi era una stoccata di dolore alle reni e una scossa di piacere che viaggiava attraverso entrambi i corpi.
Il respiro di Izuku si bloccò in gola mentre lottava cercando di non urlare per l'intensità di quegli affondi; con una mano provò a stringere il polso di Kirishima, mentre la presa del rosso si faceva più forte sul suo fianco e se lo tirava addosso, facendo aderire la schiena al suo petto, la mano che dal fianco risaliva lungo ventre e petto, fino a stringersi un po' sul collo, inarcandolo in maniera innaturale, offrendo a Eijiro una penetrazione più profonda con ogni spinta via via più lenta.
Arrivò a mordicchiargli la cartilagine dell'orecchio destro, il fiato caldo gli solleticava la pelle ad ogni sillaba: «Ti piace, vero?» pronunciò il rosso, con una voce bassa e roca, lanciando un'occhiata affilata a Katsuki. «Ti piace sentirmi dentro di te?», e si bloccò, piantato nelle sue carni, pelle bollente contro pelle altrettanto infuocata e umida.
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Work me out | {KiriBakuDeku}
FanfictionLe amicizie si consolidano in pochi modi: condividendo pensieri ed esperienze, condividendo traumi o, più semplicemente, condividendo un letto. O un materassino da palestra. ~ The way you move has got me stuck. ~ PLAYLISTS: https://open.spotify.co...