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Mi chiudo la porta di casa alle spalle e tiro un sospiro di sollievo, Max è stato così gentile da accompagnarmi sotto casa con la sua auto, e dopo averlo ringraziato sono corsa su per le scale impaziente di farmi una doccia calda

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Mi chiudo la porta di casa alle spalle e tiro un sospiro di sollievo, Max è stato così gentile da accompagnarmi sotto casa con la sua auto, e dopo averlo ringraziato sono corsa su per le scale impaziente di farmi una doccia calda.

Quando entro in bagno mi guardo allo specchio come prima cosa, notando fin da subito le mie condizioni disastrose.
Gli occhi rossi e affaticati contornati dal trucco colato e un ematoma scuro sull'occhio sinistro, le labbra gonfie per i morsi che hanno subito data l'agitazione di tutta la nottata e i capelli sparati come se un fulmine li avesse colpiti.

Prendo un respiro profondo cercando di metabolizzare il tutto.
Odio ritrovarmi in situazione dove non ho il pieno controllo, come quella di questa sera, ho lasciato tutta la mia vita, che comunque non aveva chissà quale prospettiva, per allontanarmi da dinamiche di questo tipo e non correrò gli stessi rischi per nessuno.

Mi sfilo la felpa nera dandomi qualche secondo per ripiegarla e riporla sopra il lavandino per poi buttare tutto il resto dei miei abiti nel cesto e infilarmi nella doccia.

Elimino tutte le preoccupazioni e la sensazione di sporcizia che sento addosso ogni secondo della giornata con l'acqua sperano che domani sia migliore, lo spero sempre.

Dopo mezz'ora mi rivesto e abbandonando la felpa nera sul divano del salotto mi chiudo in camera per crollare sul letto.

Con tutti i pensieri che mi girano in testa non riesco a prendere sonno, al centro di questi pensieri però purtroppo c'è solo un ragazzone ricoperto di tatuaggi che mi fissa con un paio di pagliuzze color vetro.

Sono ben consapevole che dopo questa notte la mi fissa per lui crescerà a dismisura ma alla fine non ho mai pensato che questa fissa platonica potesse mai essere qualcosa di più reale, credo che la mia attrazione nei suoi confronti sia a dir poco letale per il mio cervello abituato al criceto che lo mette in moto girando sulla rotellina, ma credo che continuerò a fare la sottona aspettano che mi noti.

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Sono le otto passate quando mi allaccio intorno alla vita il grembiule nero e rivolgo lo sguardo ai pochi clienti oltre il bancone del bar, è un sabato sera perciò i soliti clienti abituali sono appostati qua e là nei tavoli fatta eccezione per Fred che occupa lo sgabello davanti a me, quando non si rintana nel suo ufficio e al bancone a tenermi compagnia, nonostante mi sia ambientata bene a volte mi sento ancora a disagio in mezzo ad un branco di uomini in giacca di pelle adornata da teschi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 31 ⏰

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