Meet you in New York

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Era il primo dicembre, un venerdì e quasi le cinque del pomeriggio, ed Harry stava camminando veloce. Aveva iniziato a nevicare il giorno prima e doveva ancora smettere. Aveva freddo alle mani, nonostante fossero coperte da un bel paio di guanti pesanti, aveva freddo alla testa, nonostante indossasse un cappello di lana, aveva freddo al collo, nonostante fosse circondato da una grossa e calda sciarpa, aveva freddo ai piedi, nonostante avesse degli stivaletti e due paia di calzini, aveva freddo alle gambe, nonostante avesse un paio di leggings termici sotto i jeans (non giudicatelo, faceva davvero freddo), aveva freddo alle braccia e al resto del corpo, nonostante avesse la canottiera, una maglia a maniche corte, una a maniche lunghe, un maglione, una felpa e il cappotto.

Quindi si, Harry stava camminando decisamente veloce per arrivare il prima possibile alla sua meta. E ovviamente ci stava andando a piedi perché c'era davvero un sacco di neve ovunque e non aveva nessuna intenzione di muovere la sua macchina dal garage. Finalmente dopo quindici minuti, che potevano sembrare pochi, ma non con la neve che continuava a cadere indisturbata e con due gradi sotto zero, arrivò a destinazione.

Spinse la porta del negozio e sentì il campanello suonare, poi entrò e la richiuse velocemente dietro di lui. Si tolse il cappello e i guanti e li mise in tasca, per avere le mani libere, mentre cominciava a vagare tra gli scaffali. Non era mai stato in quel negozio, glielo aveva consigliato il suo amico Liam dicendogli che avevano davvero un sacco di cose per la casa e non solo e che sicuramente gli sarebbe piaciuto. Diede un occhiata in giro e si appuntò mentalmente di ringraziare Liam perché aveva ragione, quello era proprio il posto che faceva al caso suo. Ad un certo punto fu attratto da uno scaffale pieno di tazze, tazze di ogni tipo, soprattutto invernali e natalizie dato il periodo, ma poteva benissimo vederne alcune con le giraffe o dei bellissimi fiori.

Le guardò tutte attentamente finché non trovò quella che gli rubò il cuore e la prese in mano: una tazza a forma di renna, grigia e bianca, con il naso rosso in rilievo, e un coperchio a forma di cappello di natale. Subito un sorriso dipinse le sue labbra, la trovava davvero adorabile e sarebbe stata perfetta come soggetto per alcune sue foto.

Si girò a sinistra per andare verso la cassa e pagare, quando qualcuno si scontrò con lui e la sua tazza cadde a terra rompendosi

"Oddio, o mio dio scusami, mi dispiace" parlò il ragazzo sconosciuto

"Tranquillo, può succedere" gli rispose lui

"Non doveva succedere però, sono sempre così distratto" quel ragazzo sembrava davvero mortificato, così gli mise una mano sulla spalla

"Ehi tranquillo davvero, ne prenderò un'altra"

"No... nel senso... quella" disse indicando i cocci a terra "Era l'ultima fatta così. O dio ora mi sento ancora di più una persona di merda"

"Non fa niente davvero" cercò di rassicurarlo ancora una volta, e poi si abbassò per raccogliere i pezzi, ma ovviamente si ferì

"Ahia"

"Oh ecco ti sei fatto pure male, ed è tutta colpa mia. Vincent!" urlò alla fine il misterioso ragazzo dagli occhi azzurri, si li aveva notati bene

"VINCENT!!!!" urlò di nuovo ma questa volta più forte finché un ragazzo che avrà avuto massimo vent'anni non arrivò

"Mi dica signore"

"Ma dove diavolo eri?! Non importa, prendi una scopa e pulisci qui, per favore" gli ordinò e il ragazzo subito corse via per poi tornare pochi secondi dopo con in mano scopa e paletta "Tu" disse invece indicando lui, ma con un tono di voce più tranquillo e dolce rispetto a quello che aveva rivolto al povero Vincent "Vieni con me, ti medico quel taglio" e Harry lo seguì senza protestare.

Christmas In New York (L.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora