Capitolo 1

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Era una sera come tante altre, una di quelle noiose, dove non sai che fare. Fuori diluviava e tuonava, e Lea stava girando i canali della televisione con ossessione, mentre messaggiava con il suo Iphone 6. L'altro giorno infatti c'era stato il suo sedicesimo compleanno, e tra i tanti regali le fu regalato dai suoi genitori quel bel cellulare che desiderava da tanto. In tv non facevano assolutamente niente, allora la spense e andò verso la cucina continuando a mandare messaggi, per poco non intruppava sul comodino vicino al divano.

Tutto andava secondo la norma, come tutti i santi Giovedì sera. Era sola a casa in quanto i suoi erano a cena fuori, doveva anche fare una relazione per la scuola, ma non le andava molto a genio l'idea di mettersi a studiare a quell'ora; erano all'incirca le 23:30. Aprì il frigo, ma come al solito c'erano solo verdure, aveva proprio voglia di una merendina.

Di botto sentì un forte colpo. Lea per lo stupore lanciò un urlo appena accennato, e a stento non le cadde di mano il suo amatissimo cellulare. Forse era stata la sua immaginazione, o forse no.. era sicura di aver sentito qualcosa.

Di seguito un altro colpo, più forte del primo, proveniva da sopra; questa volta era sicura, non se l'era affatto immaginato. Il battito del suo cuore accelerò all'istante, gli occhi si fecero gonfi. Era pietrificata, era da sola a casa con un temporale che imperversava, sembrava uno di quei film horror che lei ha sempre odiato.

Un altro colpo più forte ancora seguito dal rumore di vetri infranti. A quel punto era davvero terrorizzata, poggiato il cellulare sul tavolo, aprì il cassetto dove c'erano le posate e prese un coltello, uno di quelli belli grossi.

Si era rotta una finestra? Tutto ciò però le sembrava davvero strano, era sicura di aver chiuso bene tutte le serrande. E se si fosse rotta? Come poteva essere successo? Un tuono? O forse un ladro? Mille domande si facevano largo nella sua testa. L'atmosfera era tetra, l'unica luce proveniva dalla cucina. Si sbrigò nell'accendere tutte le luci di corsa, impugnando il coltello con la mano destra sempre più tremante, si sentiva più sicura con la casa illuminata.

-Chi c'è?- disse ansimante, stava sudando freddo, poi urlò a squarciagola - Chi diavolo c'è ho chiesto!?

Mise il piede sul primo scalino, e quando accese pure lì la luce vide sulla sommità della rampa Marley, il suo gatto siamese, per l'agitazione si era completamente dimenticata di quello stupido gattaccio. Probabilmente aveva rotto una lampada o un vaso come fa di solito, tirò un sospiro di sollievo; sentiva le gambe cedere allora si sedette sullo scalino dove si era bloccata.

"Va tutto bene" pensò "era solo Marley, quel gattaccio". Inclinò la testa all'indietro per rilassarsi un po', i capelli biondi le ricadevano all'indietro.

Nonostante tutto ancora non si sentiva sicura, decise che era meglio chiamare i genitori, per sicurezza era meglio farli tornare, anche se le dispiaceva rovinargli la serata. Riprese il coltello da terra e si diresse in cucina a passo veloce. Ma rimase di stucco, il cellulare non c'era più.

Le cadde il coltello dalla mano e scoppiò improvvisamente a piangere, un pianto isterico, non capiva cosa stesse succedendo.

Era stato Marley? No, impossibile, era rimasto lì sopra quello stupido gatto. E poi come poteva un gatto prendere un cellulare?

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