Una fredda mattina di Novembre, l'uomo camminava frettolosamente, con le mani sprofondate nelle tasche del caldo giaccone imbottito. Si intuiva una certa impazienza nell' espressione del volto. Giaccone si domandò dove Uomo fosse diretto e a cosa era dovuta tutta quella premura, ma allontanò quei pensieri. Il suo compito era quello di riparare l'umano dai rigori dell' inverno, funzione che svolgeva molto bene. Dopo una decina di minuti Giaccone vide Uomo soffermarsi e salutare con un cenno della mano. Sul marciapiedi di fronte a loro si trovava una donna graziosa il cui corpo era avvolto da un caldo cappotto di lana. La figura esile e slanciata appariva ancora più alta perché indossava décolleté con tacchi vertiginosi. Donna aveva un espressione contrariata, perché Uomo era in ritardo e lei aveva aspettato quasi dieci minuti sola e infreddolita.Cappotto rivolse la sua curiosità verso l'umano che se ne stava impalato e notò che Giaccone la stava a sua volta guardando con interesse. Uomo interruppe il silenzio " Ho sbagliato ,mi dispiace, ma ti prometto che non succederà più , te lo giuro. " A quelle giustificazioni, tra l'altro espresse con poca convinzione, Donna ebbe un accesso di ira e vomito ' tutto il suo risentimento con pesanti accuse e offese velenose. Giaccone osservando la scena pensò a quanto fossero strani gli umani che, invece di manifestare gioia e affettuosità, si facevano dominare da forti emozioni e sentimenti negativi. "Lasciami spiegare.... non è come pensi"disse Uomo cercando di arginare quel fiume di parole. Ma lei si rifiutava di ascoltarlo.
Improvvisamente Donna si zitti' e scoppiò in lacrime dirotte intervallate da brevi singulti. Uomo la guardò imbarazzato per quella reazione e le porse premurosamente un fazzoletto, che lei accettò. Si asciugò le lacrime e si soffiò il naso. Cappotto guardò l'uomo inorridita pensando "Che genere di uomo era colui che faceva piangere una donna? Sicuramente una persona orribile". E rivolse uno sguardo sdegnato a Giaccone. Uomo cercò di riappacificarsi con Donna e l'abbraccio attirandola al suo petto. Lei non oppose resistenza. Giaccone e Cappotto si ritrovarono loro malgrado stretti in un abbraccio. Giaccone fu invaso da una sensazione di piacere al contatto della morbida lana di Cappotto e prese l'iniziativa "Ciao, sei cosi' morbida e carezzevole. A dirla tutta sei la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia. Mi piaci molto". Cappotto insofferente per quella forzata promiscuità, raffreddò il suo entusiasmo "Puoi risparmiarmi le tue stupide avance, non mi piaci e non sopporto il tuo ruvido contatto,neanche Donna è contenta di questo abbraccio, spero che il tuo umano lo capisca". Giaccone a sentire quelle parole ci rimase male. Perché era stata cosi' scortese? Lui voleva solo essere carino. Dopo qualche minuto Donna si sciolse dall'abbraccio e puntando un dito accusatore verso Uomo disse in tono visibilmente alterato " Non ti perdonerò mai. Tra noi è finita. Non voglio rivederti mai più". E senza aspettare una risposta,si girò allontanandosi ancheggiando e facendo risuonare i tacchi sul marciapiede, tic tic tic, lasciando dietro di sé una scia di profumo. "Brava, hai fatto benissimo" affermò convinta Cappotto "Cosa te ne fai di quella brutta persona che ti ha fatto soffrire? Non hai bisogno di lui né di nessun altro uomo.
Uomo provò dolore, non riusciva a credere che lei volesse veramente lasciarlo. La chiamò per nome sperando che tornasse indietro. Ma lei non si girò, voleva che soffrisse. Giaccone rimase turbato e provò dispiacere per Uomo pensando che le donne fossero tutte volubili e capricciose. Cappotto indirizzò uno sguardo di compatimento verso l'uomo e il suo dozzinale e arrogante giaccone. All' angolo di una strada Donna si specchiò nella vetrina di un negozio. Scostò una ciocca di capelli dagli occhi e si rimirò lisciando il cappotto. Cappotto provò piacere al contatto delle mani di Donna e non poté che apprezzare l' immagine riflessa, nella quale si notava classe ed eleganza. Quindi con una nota di autocompiacimento pensò che era per quel motivo che la sua umana aveva scelto lei tra tanti cappotti. Le calde tonalità della sua lana davano risalto ai riflessi dorati dei capelli di Donna. Insieme si completavano. Uomo ancora incredulo e deluso si incamminò per la sua strada. Ricacciò le mani intirizzite nelle tasche del giaccone e pensò con enfasi "Lei non poteva trattarlo così solo perché aveva commesso un errore, del quale si era peraltro pentito. Se credeva che l'avrebbe implorata per farla tornare, si sbagliava di grosso. Doveva essere lei a cercarlo se era realmente innamorata di lui. Giaccone approvò il suo pensiero. Aveva perfettamente ragione pensò convinto. Provava verso Uomo un sentimento di simpatia e complicità, d'altronde anche lui era stato rifiutato da quel cappotto di bell'aspetto ma pieno di alterigia. Uomo dette un calcio a un ciottolo davanti a lui e entrambi,ormai perfettamente in simbiosi, pensarono " Ma quanto se la tira!".
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Cappotto e Giaccone - Pensieri In Libertà
FantasyUn cappotto e un giaccone prendono vita condividendo sentimenti ed emozioni con i loro umani