Una brezza mi colpisce in pieno volto mentre l'amaro della sigaretta mi si scioglie in bocca. Ogni persona che va e viene, uscendo dal locale, è una folata di vento in tutta la stanza. Ci sono solo dei minuscoli termosifoni a scaldare l'ambiente circostante, e un'aria di tensione si accumula all'angolo destro del pub. Siamo seduti nel nostro solito tavolo, infondo alla stanza, vicino alla porta. Molto spesso i ragazzi escono dal locale senza pagare ciò che hanno consumato e per non essere scoperti è più semplice sedere vicino all'entrata. Ormai i camerieri hanno fatto l'abitudine a vederci uscire senza tirare fuori uno spicciolo o una banconota come mancia per il loro servizio, la maggior parte delle volte li trattiamo in maniera pessima che hanno paura a portare l'ordine al nostro tavolo e preferiscono mandare sempre uno dei camerieri nuovi che ancora non ci conoscono.
L'odore di alcohol e fumo aleggia fino a riempire le narici di un'odore fin troppo conosciuto. Fumo tanto, parecchio. È un modo per non rigettare la mia rabbia addosso a persone che non la meritano, ma a volte, quando sono nervoso, il solo respiro mi urta il sistema nervoso e sbrocco come una bestia infuriata, ma sopratutto rigetto tutto su mia madre. È colpa sua se adesso mi trovo qui e non più a casa con lei e mia sorella.
Dio odio la vita che mi è capitata. Mia madre aveva preso una decisione per me ancor prima che io potessi controbattere, e il giorno dopo venni portato qua, stretto da manette per non farmi scappare e scortato da mia madre stessa che continuava a ripetermi cose del tipo:
«Ares non infrangere le due regole fondamentali. Tesoro hai capito?» da me, nessuna risposta. «Devi portare a termine ciò che ti è stato richiesto. Mi stai ascoltando?!» Cazzate, tutte cazzate.Non risposi mai a mia madre, la lascia lì da sola e sparii nel nulla, senza un saluto e senza un cenno del capo. Me ne andai e basta passando il resto dei giorni a girovagare per le strade di Valenzia prima di stabilirmi definitivamente. Dopo due anni precisi dall'accaduto, davanti alla mia porta trovai mia sorella, nelle stesse condizioni, con lo stesso dolore e la stessa anima spezzata. Addosso aveva un vestito bianco sporco e mezzo tagliato, era sicuramente da giorni che stava in giro a cercare la mia abitazione a vuoto fino a quando, chiedendo informazioni a qualche passante, non ha trovato la via in cui abitavo e la casa con su scritto il nostro cognome "Erikson"
Poche parole mi erano state dette prima di partire, alcune lamentele e qualche dritta su come agire. Dovevo portare a termine un lavoro iniziato circa 10 anni prima della mia nascita da mio zio, e solo dopo 35 anni si erano resi conto dell'errore commesso da costui. Mio padre, consultando alcuni testi ritrovati da mio zio, intuii la falsità di essi, e quanto fossimo in pericolo con la mancanza di quei pezzi di carta. Si, li definisco pezzi di carta perché non ne capisco la loro importanza. Se siamo stati tutti questi anni con delle prove false e siamo ancora in vita perché adesso siamo in pericolo?Probabilmente non sarei riuscito a portare a termine ciò che desiderano. Non sono fatto per le regole e nemmeno per gli ordini. Mi dò al fumo ogni sera, al gioco d'azzardo ogni venerdì e infine alle scommesse sulle ragazze ogni giovedì. Un programma fitto e complicato, e ad essere sincero, nemmeno mi piace. Non amo usare le ragazze e non ci ho mai riso o scherzato sopra. Lo trovo stupido e incoerente. Spesso ho bisogno di strapparmi i vestiti di dosso, buttarmi sotto la doccia e lavarmi a fondo perché sento di aver commesso un errore che non ripagherò mai, e di aver distrutto il sogno di una ragazza che aspettava il principe azzurro. Si sono sfacciato ma ho rispetto. Rispetto che nessuno in questi anni ha mai avuto nei miei confronti. Mi ritrovavo sempre da solo contro una miriade di persone, e puntualmente vincevo sempre, ma mai una singola persona che si sia accorta di come mi facesse schifo stare così. Cayden non lo sa, non se ne rende conto. Lo faccio solo per lui, per aiutarlo a causa della sua condizione...nonostante alla fine, sono io la merda.
Come ogni giovedì sera mi trovo nel bar in cui mi dirigo sempre per trattare una scommessa con un'abbondante ricompensa in soldi, e come sempre, un cuore spezzato.
Le scommesse non sono mai così semplici. Cercano sempre le vittime più fresche, le donne più accattivanti e quelle irraggiungibili. Questa volta nel mirino hanno centrato Meira Howard. Studentessa del 2 anno di architettura, l'avevo vista l'anno scorso a qualche corso, e poi, totalmente persa di vista. Una ragazza molto testarda, sicuramente non sarebbe stato facile farla cedere, soprattutto se la sua migliore amica Leila Wilson, nonché la mia ultima scommessa, non mi odiasse a morte.
Cayden mi piomba davanti alla faccia con l'aria da sbruffone e da stronzo, è un amante dei soldi e delle scommesse, principalmente se prevedono una bella somma. A lui non importa della ragazza in se per se, lui necessità quei soldi.
Non fraintendetemi, non è rinomato per ciò che fa ogni sera e per il suo modo d'agire, lo fa per motivi personali e per guadagnarsi da vivere.
«Togliti quel sorrisetto del cazzo dalla faccia Harris» Cayden è il mio migliore amico da 2 anni a questa parte, lo conosco fin troppo bene. Si escogita ogni scommessa, ci passa le serate per studiarsi ogni tattica e proporre la somma più adeguata al caso. Sa bene che tutte le ragazze mi guardano con un aria da innamorate pazze e da gatte morte a cui esce la bava dalla bocca. So quando ha possibilità di vincere qualche scommessa e quando invece sì sta buttando solo in un grosso casino. Ecco questa volta si sta buttando nella merda e le conseguenze le pagherò io stesso.
Avevo parlato in totale 3 volte con Meira. La prima volta mi aveva consegnato un libro lasciato in aula con la faccia da cazzuta dopo che avevo scopato la sua migliore amica e il giorno dopo ero scappato dalla finestra prima che si potesse alzare. Quella sera sparí nel nulla e non mi feci sentite, mi facevo talmente schifo a causa delle mie azioni. La seconda volta le pestai la borsa per errore e si infuriò come una pazza. La terza la incrociai fuori dall'aula, stava andando in bagno e puntualmente feci una battutina sul suo conto, lei si arrabbiò così tanto che mi mollò uno schiaffo sulla guancia, nulla di doloroso. Dato da una semplice ragazzina.
«Allora? Accetti o no?» mi chiede Cayden con fare prepotente. Lui vive per i soldi, deve guadagnarne abbastanza per saldare il debito di suo padre e liberarlo di prigione. Era l'ultima persona che gli rimaneva della sua famiglia.
Suo padre, Dale Harris, è una brava persona. Finito in gatta buia a causa di una sparatoria mentre tentava di difendere Cayden qualche anno fa. Mentre cercava di proteggerlo da un ragazzo che voleva mollargli un colpo dritto in testa, suo padre prese la pistola dalla giacca e pigiò il grilletto qualche secondo prima dell'altro uomo. Cadde a terra privo di sensi e la polizia arrivò poco dopo sul luogo, arrestandolo seduta stante. Sono passati solo 5 anni ma sta dando di matto a più non posso. Per questo Harris sta accumulando i soldi per liberarlo al più presto, una cauzione di 20 mila euro e non è neanche arrivato alla metà di quella cifra. Lo aiuto nelle scommesse, sismo in coppia contro altri due ragazzi, Elias e William Jones. Harris scommette e io metto in atto quel teatrino osceno, stessa cosa avviene nell'altra coppia con un'altra ragazza. Chi prima la porta a letto e la fa innamorare vince i soldi. O come preferisco fire io, chi prima la distrugge e le spezza il cuore vince. È la cosa più giusta da dire invece di camuffarla dietro parole comuni prive di significato.
Se ve lo state chiedendo, odio quello che mi tocca fare.
«Accetto.» Solo queste parole mi uscirono dalla bocca. Nemmeno io sono al corrente di ciò che mi potrebbe capitare. Sicuramente sarebbe stato peggio delle scorse volte. «Sì cazzo Erikson. Questa volta la cifra è molto molto alta.»
L'unico problema? Meira sa che facciamo scommesse e mai è poi mai si sarebbe avvicinata a me.E come si fa di solito, ci stringiamo la mano e buttiamo giù uno shottino di tequila in segno di scommessa e usciamo dal locale.
Ho appena fatto la scelta peggiore di sempre. Non voglio illuderla non voglio usarla, ma quei dannati soldi...dio quei soldi a Cayden servono.
Da lì, ebbe tutto inizio...
Eii ciao! Spero che vi piaccia il prologo. Ci ho messo molto tempo per formarlo e creare qualcosa che potesse piacere.🌟 Il nostro Ares è tanto burbero ma ha un cuore, odia queste scommesse le odia tanto ma vuole a tutti i costi che Cayden possa vivere la vita che merita davvero. Riuscirà a portare a termine questa scommessa e ritrovare ciò che la sua famiglia brama da tempo? O Meira lo cambierà radicalmente? Niente spoiler. Solo..buona lettura🌟. Se vi va un commento e una stellina🌟🌟
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Light
RomanceUn cuore intriso di una luce intensa, avvolta da uno strato di durezza. Un'anima condannata al segreto e all'oscurità. Una scommessa sarà la prima pedina che verrà mossa sulla scacchiera. L'inizio di un gioco passionale ed enigmatico. Una ragazza so...