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harry's point of view.

Il bip della sveglia riecheggia nella mia stanza da letto, così spingo il bottone laterale e la disattivo. Fisso il soffitto, sospirando. Sono già sveglio da un paio d'ore, poco sonno e troppi pensieri. Pensieri di lei, la biondina di bassa statura che ieri ho visto seduta vicino al bancone del mio appartamento. Era così bella nel vestito che io stesso ho disegnato, apparentemente per nessuna donna in particolare, ma da ieri sera, so per chi l'ho ideato. Poso le mani sul ventre e la cartellina rigida che mi avevano consegnato la sera stessa mi fa nascere un sorriso sul viso.

Tutti i suoi dati, le informazioni che devo sapere, sono lì, in quella cartellina color avorio. La apro e ci sono tutte le sue foto da quando era piccola sino ad ora. Dalle didascalie apprendo che il suo nome è Alexandra. Mi soffermo su una sua foto a quattordici anni per poi lasciar scorrere lo sguardo su quelle più recenti. L'innocenza non è mai cambiata, quegli occhioni azzurri che ieri sera mi hanno scrutato con sincera, limpida curiosità sono gli stessi di quelli della bambina che era. Vado avanti, ignorando la prominente erezione nei miei boxer marcati Calvin Klein. Ci sono scritte tutte le sue cose personali, i suoi interessi, le cose che detesta e le cose che invece ama, le persone che frequenta e dove lavora tre volte a settimana, non nei week-end. Meraviglioso, se avessi voluto portarla fuori Manhattan per un week-end avrei potuto farlo.

Mentre mi alzo, dirigendomi verso la doccia, scopro che balla e che il suo lavoro infrasettimanale è tenere lezioni di danza. Spero lo faccia per i più piccoli, l'idea che tocchi il corpo di un altro uomo non mi va poi così a genio. Ripongo la cartellina sulla mia scrivania, prima di fiondarmi sotto la doccia. L'acqua calda scorre lungo il mio corpo e chiudo gli occhi, figurandomi il suo corpo e il suo sorrisetto sfacciato mentre balla per me. La mia mano corre immediatamente sulla manopola della temperatura dell'acqua, abbassandola. Una doccia fredda è necessaria, sono in gran ritardo e per quanto mi farebbe piacere pensare a lei e immaginarmi ogni minimo particolare del suo corpo, la mia etica lavorativa me lo impedisce, soprattutto in un periodo così indaffarato.

Dopo essermi lavato, esco dalla doccia ed entro nella cabina armadio, facendo scorrere lo sguardo su tutti i miei completi. Opto per un paio di pantaloni neri Yves Saint Laurent ed una camicia bianca Dolce&Gabbana abbottonata fino all'ultimo bottone, per poi infilare le classiche scarpe nere eleganti. Scendo le scale dell'appartamento ed Hailey mi sorride raggiante, mentre posa sul bancone la mia colazione preferita. Uova con bacon e salsicce. Le sorrido cordiale e inizio a mangiare velocemente, più felice del solito.

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Quando esco dalla porta d'ingresso del palazzo, Andrew, il mio autista, è già lì ad aspettarmi per portarmi a lavoro, quindi entro rapidamente. Più tardi avrò il tempo e la calma per leggere il contenuto della cartellina, ma la curiosità prende il sopravvento e comunque sono ancora sui sedili posteriori di una delle mie auto. Schiarendomi la voce, apro il fascicolo, posando alcuni fogli sul piccolo cubo presente tra i due sedili anteriori. Andrew guarda distrattamente le foto della ragazza prima di mettere in moto, così stringo la mascella infastidito e le acciuffo, stropicciandole un po'.

"Non farlo più, Andrew, o ti ritroverai sotto i ponti." mormoro solamente, fulminandolo con lo sguardo dallo specchietto dell'auto e lo vedo deglutire, scuotendo impercettibilmente la testa. Torno a leggere il fascicolo con un sorrisino soddisfatto in viso.

Non passano nemmeno venti minuti, che il mio autista accosta lungo il marciapiede per farmi scendere. Infilo gli occhiali da sole, prima di scendere dall'auto, stringendo la mia valigetta con la cartellina sotto il braccio.

"Buon lavoro, Mr Styles." mormora allora il ragazzo bruno con un accenno di sorriso sul viso. Lo detesto per aver anche solo osato guardare le sue foto, quindi faccio solo un cenno con il mento, prima di entrare nel palazzo che ospita il mio marchio e quelli che tratto. Immediatamente Ashley, la receptionist, si alza e sorride a trentadue denti, mentre abbassa il mento. Tipico atteggiamento da oca, lei sono sicuro non lo farebbe mai. La ignoro completamente prima di salire al settimo piano. Stavo producendo una nuova collezione e, ahimé, nonostante non voglia far altro che sfogliare e sfogliare e saperne di più, mi reco da Zayn, il mio braccio destro, il mio migliore amico, per selezionare le stoffe più adatte per tutti i centotrentatré bozzetti disegnati.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 10, 2022 ⏰

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