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.Era un ricordo lontano, silenzioso ma fastidiosamente rumoroso. Era il ricordo di una vita. Di una fiamma. Di un'amore mai esistito. Era una folata di vento in un giorno caldo d'estate. Era come petali di ciliegio in fiore, profumati e delicati. Era il caldo torrido del deserto. Era il silenzio dopo la tempesta e allo stesso tempo il caos durante la tempesta. Era rude. Era bello. Era impossibile. Peccaminoso. Dannato. Irresistibile. Ma lontano. Era solo il ricordo di una vita passata. Di un tempo mai esistito.
Sua madre che era una donna fissata con l'indipendenza e l'autonomia (soprattutto quella economica) si dava sempre - e troppo - da fare nonostante avesse ormai quarant'anni ma il lavoro per lei era la cosa più sacra al mondo. La cosa fastidiosa di questa sua "ossessione" era che non trovava mai una stabilità e quindi si trasferivano di città in città come nomadi. E dopo mesi, anzi, anni aveva finalmente - almeno così si presumeva - trovato una stabilità.
L'avevano contattata dall'ospedale di Tokyo (la loro città natale) qualche giorno fa dicendole che qualcuno aveva raccomandato per lei e che erano curiosi di farle fare un colloquio e che, se tutto fosse andato per il verso giusto, avrebbe trovato un lavoro fisso.
E ovviamente le urla di felicità di sua madre avevano fatto preoccupare un intero condominio. Infatti ciò aveva spinto molti dei suoi vicini a bussare alla loro porta per accertarsi che fosse tutto ok.
La sera stessa avevano fatto le valigie ed erano ritornati a Tokyo dove, fortunatamente, avevano una casa. La loro vecchia e amata casa che per anni era stata abbandonata al suo destino.
"Izuku!" La voce di sua madre risuonò tra le pareti dell'abitazione e con un sospiro lasciò cadere i propri indumenti sul letto (che stava sistemando nel suo armadio) e scese al piano di sotto.
"Cosa c'è mamma?" Inko si girò verso di lui con aria raggiante e i suoi occhioni verdi si rilassarono in un'espressione dolce. Era sempre stata una bellissima donna. Da far invidia perfino ai muri "Ora che siamo qui dovrai riprendere la tua istruzione... non credi?" Il minore quasi si accigliò e incrociò le braccia al petto che a quel gesto si contrassero mostrando i muscoli ben accentuati dei bicipiti.
"Non credo proprio" Rispose mantenendo uno sguardo quasi annoiato e seccato "Izuku Midoriya! Riprenderai ad andare a scuola, senza 'se' o 'ma'. Non vorrai mica finire come me? Dopo anni sono riuscita ad ottenere un probabile posto fisso! Quindi non provare nemmeno a rifiutare perché ho già contatto la scuola dove andrai a breve" Il verdino si morse l'interno guancia ma cercò di mantenere la calma per non dare in escandescenze. Odiava discutere con sua madre perché diventava logorroica e petulante.
"Non andrò a scuola mamma. Chi mi assicura che otterrai davvero quel posto! E poi che farai mh? dopo nemmeno qualche giorno ti scoccerai e lascerai l'ennesimo lavoro! Come sempre d'altronde! Dici che vuoi essere libera e indipendente ma non ti accontenti mai delle opportunità che ti vengono offerte! Vuoi tutto e subito e non accetti la fatica e odi farti il culo per ottenere quello che vuoi! Ma il problema è che ci rimetto io perché vuoi sempre che io venga con te ovunque e mi trascini di qua e di là come se fossi una pezza!" Poi si fermò un secondo con il cuore in gola e cercò di riprendere aria "È per colpa tua se anni fa ho dovuto abbandonare la mia vita, i miei amici, la mia libertà. E a causa di questo spostarsi a destra e a manca non sono più riuscito a stringere rapporti o ad affezionarmi a qualcuno!" La donna si strinse nelle spalle e nonostante il suo viso mostrasse segni di tristezza consapevole di essere nel torto il suo sguardo rimase dolce e apprensivo.

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Il ricordo di una vita - A Bakudeku one-shoot
Fanfic"Erano insieme E questo bastava a renderli completi"