Capitolo 37 Marco

6 1 0
                                    

È l'ultima ora di lezione, sono esausto, raccolgo i miei quaderni per tornare a casa, Riccardo mi tira per un braccio, "hai visto chi c'è?"

Emma è fuori dall'aula, ha già il giubbotto e lo zaino sulle spalle; cammina avanti e indietro, picchiando i piedi al pavimento con forza e ha un'espressione contrariata.

"Sei qui per me?" Le offro un sorriso che lei non ricambia.

"Sì, proprio te. Come ti sei permesso di aprire il mio diario?" La sua voce è squillante, ha attirato l'attenzione dei miei compagni, eviterei di fare il teatrino.

"Che male c'è? Non è così grave."


Il suo sguardo è infuocato di rabbia: "Che male c'è? Esiste la privacy, non te l'hanno detto?" Urla sempre di più.

"La privacy? Sicura che tu non abbia altro da dire?"

Si passa la mano tra i capelli, anche spettinata, è stupenda. Mi diverto a metterla in difficoltà, ora non ha più la stessa sicurezza di prima. 

"Hai capito cosa voglio dire."

"Seguimi, non parliamone davanti a tutti."

Mentre ci allontaniamo incrociamo i ragazzi che escono dall'edificio, mi dirigo verso il laboratorio linguistico, come immaginavo l'aula è vuota, non c'è nessuno in giro. Solo che non ho pensato a cosa dirle, immagino sia lei a dover parlare. 

"C'è qualcosa che mi vuoi confessare? Ti ascolto," il mio tono bonario cerca di alleggerire la situazione, lei è nervosa.

"Smettila di prendermi in giro. Non devi avvicinarti a me e non hai il permesso di toccare le mie cose. Hai capito?"

Mi incanto a guardare il suo viso, il movimento delle sue labbra che si muovono. Forse crede che non la stia ascoltando, lo ripete di nuovo, con ancora più enfasi. "Non ti devi permettere mai più di toccare le mie cose. Mai più. Mi devi lasciare in pace, hai capito?"

 Devo dirglielo, è il momento giusto per farlo, non posso perdere questa occasione. Le prendo la mano e poi faccio appoggiare la sua schiena contro la parete, la blocco posizionandomi di fronte e lo dico: "Non posso, mi sono innamorato di te."

Lei stacca la sua mano dalla mia, riportando il braccio lungo il suo corpo. Io appoggio una mano sui suoi fianchi, con l'altra le accarezzo prima il collo, poi la guancia, lei non stacca il suo sguardo dal mio. Il suo profumo è dolce, perdo il controllo, la bacio. Ho chiuso gli occhi, mille brividi, delle scosse elettriche mi attraversano. Assaporo ogni istante, è subito magia, sono suo. 

Poi però mi allontana: "Hai letto il mio diario e credi di poter far quello che vuoi con me?"

Non riesco a credere alle sue parole, non ha fatto resistenza. "Il bacio ti è piaciuto mi sembra."

I suoi occhi sono lucidi, è scossa anche lei, in un modo di diverso dal mio, sta tremando, "mi piaci, ma non sei autorizzato a prendermi in giro, devi stare lontano da me.

"Che cosa?? "Non ti prendo in giro, tu mi piaci, io piaccio a te. Mettiamoci insieme, ti sto chiedendo di diventare la mia ragazza."

"Marco, te lo chiedo per favore, lasciami stare."

La osservo inebetito mentre si allontana, perché fa così, io sono innamorato di lei.



...................


Sono pieno di dubbi, che cosa ho sbagliato? Soprattutto le piaccio o no? Ha detto mi piaci e non devi prendermi in giro, qualche cosa del genere. Il bacio è stato favoloso, le ho chiesto di diventare la mia ragazza, cosa vuole di più, una proposta di matrimonio? Credo sia prematuro. Però questa volta sono stato diretto e concreto, ci è anche stata al mio bacio, quello che non capisco la reazione successiva. 

Entro in cosa e mi fiondo in camera; lancio lo zaino per terra, mi butto sul letto. Schiaccio il cuscino sulla mia testa, non ho nemmeno salutato mamma.

 Arriva lei da me, "ma hai visto che ore sono? Non potevi avvisare? Vieni a mangiare che si raffredda."

"Non ho fame, sono rimasto a scuola per controllare i compiti dei gemelli, ho mangiato con loro in classe. Scusami, sono stanco."

"Marco, tutto ok? Da qualche giorno sei assente, non hai fame, mi dici che ti sta succedendo?"

"Non è niente. Ci sono tante verifiche, sono solo stanco. Mi riposo, poi mangio. Ok?" 

Esce dalla stanza, per fortuna, ho bisogno di stare da solo.

"Mi chiudi la porta per favore?"

"Va bene, ti aspetto giù..."

"Grazie mamma."

L'AMORE TI CAMBIA (Qualcosa che non dimentichi.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora