tredici maggio -from the vault

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30/11/2023
Chi sostiene sia impossibile amare ed odiare contemporaneamente una persona, non ha mai amato davvero.
Sicuramente, non ha mai amato come e quanto io ho amato te; davvero tanto.
Paradossale pensare che i motivi per cui ti amo siano gli stessi per cui ti odio. Ti amo per come mi hai cambiata, perché mi hai fatto maturare, perché mi hai insegnato uno strano modo di amare; ma ti odio, perché rivoglio la mia spensieratezza; ti odio, perché la mia ingenuità in fondo mi piaceva; soprattutto, ti odio perché quello strano modo di amare ora non riesco a cambiarlo, non riesco a non cercarlo negli altri, pur sapendo che non lo ritroverò mai, forse neanche in te.
Questi pensieri non sono sbucati dal nulla, bensì sono frutto del ricordo di un giorno in cui ti ho amato quanto odiato, un giorno in cui mi sono detta che ti avrei lasciato andare e, contemporaneamente, aspettato per sempre.
Ero fuori alla palestra, maggio. 13 maggio. Non sono pazza, ho appena trovato un messaggio di quel giorno. "Ho riconosciuto la tua risata", mi scrivesti; ecco, in quel momento, ti ho amato tanto. Ho pensato che volevo aspettarti anche per sempre. Ma ecco che mi torna in mente: hai riconosciuto la mia risata, sì, mentre le tue labbra si poggiavano su quelle di Lei. E lì ti ho odiato tanto, mi son detta che dovevo lasciarti andare.
Tuttora, non so se l'ho fatto. O se lo sto facendo. Non penso di amarti ancora, ma l'amore che ho provato per te, beh, non basteranno 100 secoli per smaltirlo.
È l'01:16. Spero che, finalmente, tu stia dormendo sereno; te lo meriti. Spero che, finalmente, tu stia dormendo.

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