RICORDI

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"Yeah, but then once I told you I was fine...why did you cry?"
"Because you didn't look away"

Di tanto in tanto lui e Larry facevano un gioco: "Ricordi?"
Un bel modo per crogiolarsi nella nostalgia in due senza farsi troppo male perché di dolore, entrambi, ne avevano provato abbastanza.
Nostalgia: per definizione il desiderio acuto, avido o ancora il rimpianto. La si prova quando l'oggetto per cui la si nutre non c'è più.
Il loro "Ricordi?" era molto meno masochista. Facevano parte di un gruppo di ragazzi vivi che passeggiavano fingendosi un po' troppo spensierati nella valle della morte. Rischiavano, toccavano con mano l'abisso più nero, viscido e nefasto dell'animo umano.
E spesso scherzavano, spesso ridevano anche mentre pensavano alla piccola Megan del quinto piano, a quanto fosse simpatica. Ricordavano quanto fosse morta e l'entusiasmo scemava. Ma tentavano di consolarsi, lo facevano perché in loro c'era amarezza, perché non potevano deprimersi sempre, spaventarsi per ogni dettaglio fuori posto lì, agli Addison Apartments. E quella era una concezione relativa: erano gli Addison Apartments ad avere qualcosa di fuori posto, di strano, o in quel piccolo microcosmo di cinque piani fatto di strani inquilini e fantasmi, demoni e qualsivoglia strana setta, gli elementi fuori posto corrispondevano a quella che nel mondo voleva dire normalità?

I could go off the deep end
I could kill all my best friends
I could follow stylish trends
And God knows I could make amends

Forse Sal, Larry, Todd, tutti loro vivevano su un binario parallelo alla realtà comune e ormai si erano acclimatati a una dimensione diversa da quella umana. Non per questo strana, che spesso sembra voler denotare in modo negativo.
Solo diversa, come erano diversi loro.
Ma era comunque cupa, spesso soffocante.
Sal aveva gli incubi e talvolta gli sembrava di impazzire. Temeva di essere già impazzito, da molto tempo. Si svegliava madido di sudore nella notte e non sapeva cosa fare; malediceva le pillole perché non lo aiutavano e i sonniferi anche se non era colpa loro, perché non erano loro a non fare effetto: era la sua mente a giocargli terribili scherzi, più potenti di ogni legame chimico esistente in quelle pasticche.
Uno squillo a Larry e poi se ne stavano lì, facendosi compagnia con telegrafici messaggi o con la cornetta premuta contro l'orecchio a parlare sottovoce perché Sal non voleva disturbare Todd nella stanza accanto e perché forse avevano paura che qualcuno li sentisse.
Non parlavano dei suoi incubi, non sempre.
«Ehi Sally Face, un altro incubo?»
«Sì, scusa se ti ho svegliato.»
«Mi chiedi ancora scusa?»
Quando Sal era teso, spesso Larry glielo domandava, se ricordasse qualcosa.
Perché non c'era nostalgia, in quel gioco: ricordavano cose che avevano vissuto insieme. E lo erano ancora, insieme. Potevano ridere, aggiungere dettagli agli episodi nel loro passato.
Non necessariamente uno dei due doveva trovarsi in difficoltà perché l'altro – soprattutto Larry – rispolverasse quel piccolo passatempo esclusivo e personale, solo loro.
Nel seminterrato che ormai era solo di Larry, mentre tentavano di accertarsi che tutto ciò che poteva servire al ragazzo nella sua nuova casa fosse imballato e pronto ad essere trasferito insieme a lui, Sal era sereno. Sereno a suo modo, nel suo tipico esserlo da qualche mese a quella parte e cioè non troppo. Ma ci stava lavorando; il pungolo dell'angoscia era diventato una costante a cui si era abituato, così come si era abituato alla fastidiosa sensazione della protesi premuta sulla pelle del viso, al calore del suo fiato riflesso sulla sua bocca e alla sensazione di pelle sudaticcia sotto la maschera.
«Ricordi quando mi hai raccontato la prima volta del tuo soprannome?»
Domanda inaspettata, mentre erano chini entrambi sugli scatoloni.
«Sì. All'epoca ancora mi faceva arrabbiare.»
«Questo era prima che iniziassi a chiamarmi Larry Face.»
Glielo gracchiava attraverso i walkie talkie, Sal, dopo aver sorriso nel sentire Larry dare a quel soprannome scelto dai fantasmi del suo passato, quei bulli da quattro soldi del New Jersey, un significato tutto nuovo. Adesso ogni volta che si sentiva chiamare così, Sally Face, si sentiva invincibile perché sapeva di aver superato almeno quel mostro.

BRAVE AS A NOUN | Sally Face Where stories live. Discover now