III

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RICO

Izan avvistò Costanzo per primo, sulla spiaggia.

"Perché cazzo si è ficcato lì?" chiese Rico all'amico "Sarà pieno di innamorati che limonano sugli scogli e stronzate simili"

"È bello limonare seduti sugli scogli" rispose Izan, quasi infastidito "Possibile che vedi sempre il bicchiere mezzo vuoto?"

"Io vedo il bicchiere pieno di piscio Izan, questa cosa puzza di fregatura"

"Paranoico del cazzo..." borbottò Izan "Muovi il culo"

I due ragazzi attraversarono il parco che divideva la strada dalla spiaggia, schivando le macchine in corsa e i taxi posteggiati vicino ai marciapiedi, i due amici sembravano invisibili sotto le ombre degli alberi, con i completi sportivi neri, il cappellino di Izan sfilacciato contribuiva all'immagine di poco di buono che circondava il rosso e il suo amico.

Pochi secondi dopo, le scarpe dei due amici affondarono nella sabbia tiepida della spiaggia, camminarono rapidi e silenziosi verso Costanzo, superando coppiette e amici seduti sulla costa.

Passarono dietro a due ragazze vestite da discoteca, Izan toccò con il gomito l'amico.

"Hai visto quella come ti guardava?" chiese, quasi emozionato.

"No, e non me ne frega un cazzo Izy, non siamo qui per rimorchiare" rispose piccato Rico.

Quando furono a pochi metri da Costanzo, Rico fece un fischio al compratore, e lui si girò.

"Sembra una buona serata per fumarsi una canna, vero ragazzi?" esordì Costanzo.

"Non siamo qui per consumare, lo sai meglio di noi" rispose Rico, gli occhi verdi scintillarono al buio.

"Passano gli anni, e il tuo umorismo non migliora ragazzo"

Rico non rispose e si limitò ad allungare una busta di plastica a Costanzo.

Quest'ultimo aprì la busta e annusò il contenuto.

"Sbaglio o è diversa dall'ultima volta?" chiese, alzando un sopracciglio.

"Sbagli" ribatté deciso Izan "La persona è la stessa, l'erba è la stessa"

Costanzo non rispose, mise una mano venosa in tasca ed estrasse un piccolo rotolo di banconote, passandole a Rico.

"Bene, buona serata ragazzi, vi contatto se mi serve altro" disse Costanzo, e girò sui tacchi per andarsene.

Rico contò le banconote.

"Ehi, l'accordo era centocinquanta" lo richiamò "Non prendermi per il culo"

Costanzo si fermò e si girò lentamente.

"L'erba non è la stessa, la paga non è la stessa, intesi?" rispose, la vena sulla fronte sudata rifletté la luce della luna.

"Se l'erba non ti piace non sono cazzi miei Costanzo, ma i soldi devono essere centocinquanta e qua ne ho cento" ripeté Rico.

Costanzo si avvicinò pericolosamente a Rico.

"Ti ho già detto che i soldi sono questi, la storia finisce qua, levatevi dal cazzo"

"Dai Triz finiscila" sussurrò Izan.

"Ascolta il tuo amico ragazzo, non è la serata per scherzare"

"I soldi sono quelli figlio di puttana, tu non hai idea di che...."

Rico non lo vide nemmeno partire, sentì solo un dolore lancinante al naso e le gambe gli cedettero, ritrovandosi in pochi istanti sdraiato sulla sabbia, con il viso sfocato di Izan davanti agli occhi, circondato da mille puntini neri danzanti nel suo campo visivo, che poco dopo, si oscurò completamente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 10, 2024 ⏰

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