Capitolo 3.

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Proseguo il resto della serata ballando con Ariel e Grace e mi limito a fare qualche sorrisino da lontano a Fabian. Se solo sapesse cosa mi passa per la testa in questo momento. È così bello. E lo è ancor di più quando fa quel mezzo sorrisetto e quello sguardo che gli danno un'aria da duro.
Ad ogni modo la serata passa in fretta. Quando ci si diverte il tempo scorre veloce. Sono le tre del mattino in punto, ed io e Ariel decidiamo che si è fatto tardi e che è ora di tornare a casa. Non faccio in tempo per arrivare dai miei amici a salutarli che Fabian mi tira a sé e mi chiede il numero di telefono. Mi rifiuto di darglielo. È troppo presto e voglio aspettare per un altro incontro. In fin dei conti i mezzi per incontrarlo non mancano. Così mi prende lo smartphone e me lo scrive lui in rubrica, poi mi fissa e mi dice <Chiama se ti va, ci conto>. Sì, certo. E cosa gli dico? Cosa gli chiedo? A stento ci siamo detti quattro parole qui in discoteca. Non so cosa rispondere, così gli sorrido, mi volto e raggiungo Ariel e Grace all'uscita del locale per andare a casa.
Lungo la strada Ariel si volta verso di me dicendo <Hey Cry, guarda che vi ho visti, tu e Fabian, cosa devi raccontarmi?>. <Ma nulla Ari, ci siamo solo presentati e abbiamo parlato qualche secondo, nulla di che> le rispondo in tono indifferente. <Mah, sarà> ribatte lei seccamente. Ma cosa devo dirle? Che sono stata ipnotizzata da quello sguardo? Da quel sorriso? No. Farebbe troppe domande. È tardi, non sono pronta ad affrontare uno degli infiniti terzo grado di Ariel.
Grace guida l'auto in silenzio. La vedo infastidita. Tutta la sera ho notato come cercava di stare attaccata a Fabian. Lui le piace, si vede. Ma da come la respingeva lui, sembra che l'interesse non sia ricambiato. Beh, lo spero.

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