Prologo

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Mi alzo dal letto non appena sento suonare la sveglia, non voglio che mio padre si arrabbi perché faccio tardi il primo giorno di università.
Scendo le scale soltanto dopo essermi assicurata di essere presentabile, raggiungo il soggiorno e trovo mio padre già in attesa.

"Ce ne hai messo di tempo"

Alzo gli occhi al cielo, sparendo in cucina per poi tornare con la tazza piena di cereali.

"So che sei impaziente di liberarti di me" sospiro, fingendomi offesa. "Cosa ti avrò mai fatto!" recito con tono drammatico.

"Sai che oggi devo accogliere un nuovo ragazzo, non vorrai che per colpa tua arrivi tardi?"

Scuoto la testa perché chiaramente è l'ultima cosa che voglio, ma allora perché diamine insiste per accompagnarmi? Ho 19 anni, posso benissimo andarci da sola.

"Papà guarda che non mi costa niente prendere la macchina e andare, non c'è alcun bisogno che venga anche tu"

Mi osserva attentamente come per capire se io stia scherzando o meno e alla fine ci rinuncio.
Dopo 19 anni ho capito che è inutile tentare di fargli cambiare idea, ecco da chi ho preso la mia testardaggine.

[...]

"Ti chiamo quando sono finite le lezioni" lo saluto, dandogli un abbraccio rapido.

Una volta che è andato via posso finalmente cominciare la mia prima giornata all'università.
Ho scelto di studiare psicologia perché da sempre sono portata a capire cosa passano e provano le persone in un determinato momento e spero che questo percorso possa farmi maturare.
Dopo aver guardato l'orario riesco ad orientarmi per raggiungere la prima aula e prendo posto in seconda fila.
Ci sono ancora pochissime persone e man mano che arrivano si siedono tutte sparpagliate.

Perfetto, ora devo fare amicizia, penso tra me e me.
Non che abbia problemi a socializzare visto che sono spigliata, ma proprio non mi va di farlo ad una certa ora del mattino.

Per fortuna una ragazza si siede accanto a me e mi sorride.
Ha i capelli rossi e lunghi fino alle spalle e due bellissimi occhi azzurri.

"Ciao, anche tu senza amici qui?"

Annuisco. "Assolutamente, tutti i miei vecchi compagni del liceo hanno imboccato strade diverse"

"Mi chiamo Viola" mi stringe la mano. "Io sono di Milano"

"Clea, sono di qui"

Mi sorride mentre tiriamo fuori dalle borse dei blocchi per gli appunti, sperando che questo primo giorno sia più veloce nel suo trascorrere.

"Hai già trovato appartamento?" le chiedo per rompere questo fastidioso silenzio che si è già instaurato.

"Sisi, ho trovato qui vicino così posso alzarmi con calma la mattina"

"Beata te. Io abito a un quarto d'ora da qui in macchina" vedo che mi guarda con sospetto quindi aggiungo "non che sia tanto, ma ciò implica che mi devo svegliare prima di quanto vorrei"

"Non ti stavo giudicando affatto" ridacchia anche se infondo sappiamo entrambe che lo stava facendo.

Le quattro ore passano molto più in fretta di quanto mi aspettassi e in men che non si dica le lezioni di questa prima giornata sono arrivate alla conclusione.

"Allora ci vediamo domani" la saluto con un sorriso.

Sono contenta di averla conosciuta, è molto carina e simpatica ed è molto simile a me caratterialmente.
Tiro fuori il telefono e controllo, come mi aspettavo ci sono due chiamate perse da mio papà quindi lo richiamo.

"Clea eccoti"

"Ti avevo promesso ti avrei chiamato finite le lezioni"

"Hai bisogno che ti venga a prendere?"

"No no, c'è una fermata del bus qui vicino. Mi faccio portare da te così assisto agli allenamenti"

"Va bene, ma non distrarre i miei ragazzi"

"No quando mai"

Aggancio ridendo tra me e me perché sono più le volte che li distraggo che quelle in cui li lascio allenare in tranquillità.

[...]

Prendo posto dopo aver salutato mio padre e mi accomodo su una seggiola, guardando i ragazzi che si allenano.
Fede mi saluta con la mano e mi manda un bacio. Io e Chiesa abbiamo legato moltissimo in questi anni e cono contenta che ora stia con Lucia, è la ragazza perfetta per lui oltre che una buona amica.

"Clea per favore" mi lancia uno sguardo torvo mio papà. "Ti ho chiesto solo un favore"

Alzo gli occhi al cielo e mi sistemo facendo segno di tenere la bocca cucita e provocando una risatina da parte di Fede e Dusan.
I miei occhi vagano sui ragazzi e mi fermo ad osservare il nuovo arrivato.
Ha una buona, anzi buonissima, capacità di movimento e risulta molto agile oltre che ben preparato.
Inoltre non posso certo nascondere che sia un bellissimo ragazzo e forse rimango ad osservarlo un po' troppo.

"Lui è Kenan Yildiz" mi informa mio papà avendo ben notato che lo stessi tenendo d'occhio.

"Oh, ehm buono a sapersi" cerco di nascondere l'imbarazzo, ma probabilmente fallisco.

Il tempo passa in fretta senza che me ne accorga e l'allenamento si conclude con non poche raccomandazioni da parte del loro Mister.
Io aspetto lì vicino perché voglio salutare come si deve anche Fabio Miretti, con cui sono veramente legata.
Saluto velocemente con la mano anche Mckennie che sfreccia via con Weah e rimango appoggiata allo stipite della porta dello spogliatoio.

"Piccola guardona"

Scuoto la testa prima di colpirlo con il gomito. "Purtroppo non sono riuscita a guardare bene"

Fabio scoppia a ridere prendendomi a braccetto e uscendo insieme a me dalla porta.
"E chi volevi spiare? Dillo al tuo amico"

"Non posso proprio, segreto di stato"

"Risposta sbagliata. Dovevi dire me" si tocca il petto fingendo di essere ferito nel profondo e io scoppio a ridere.

"Perdonami" gli stringo il braccio dove poi lascio un rapido bacio.
"Che ne dici se andiamo al bar a prenderci qualcosa da bere?"

"Dico che sei una piccola guardona alcolizzata, ma sai che accetto volentieri"

Prima che possa ribattere una terza voce si aggiunge. "Se non è un problema verrei anch'io, non voglio tornare in appartamento di già"

Mi volto per vedere chi sia poiché non riconosco la voce e con mia grande sorpresa mi ritrovo il nuovo ragazzo con in spalla il suo borsone.

"Ma certo, vieni così conosci la figlia del mister" risponde Fabio, facendo un cenno con la testa nella mia direzione.

⭐️

Questo è il primo capitolo un poco introduttivo.
La storia è ovviamente inventata e completamente frutto della mia immaginazione, pertanto anche gli avvenimenti saranno del tutto falsi o comunque in gran parte inventati.

Lasciatemi una stellina e commentate pure dicendomi cosa ne pensate e se avete qualcosa in mente, accetto volentieri critiche costruttive e suggerimenti <3

Il numero 15 | Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora