Simone vive per essere all'altezza delle aspettative.
Ha votato la sua esistenza a non essere un problema. O peggio, una delusione.
Da che ne ha memoria, gli è sempre stato ripetuto, fino allo sfinimento, quanto fosse bravo.
Gli è stato detto con fierezza, così tanta che Simone si è sempre sforzato di non tradire quell'immagine che di lui avessero disegnato.Ha rinunciato a correre nel prato insieme agli altri bambini, a giocare nel fango, a pasticciarsi le mani coi pennarelli, solo per tornare a casa ogni sera lindo, pulito, in ordine.
Ha optato per la riservatezza, la pacatezza, la quiete, invece di fare rumore e ridere insieme agli altri bambini.Che invidia, vorrei che anche mio figlio fosse così, invece guardalo: è uno scapestrato, pure tutto sporco.
Simone scapestrato e sporco non l'è mai stato. Non si è mai concesso d'esserlo, d'altra parte.
È sempre stato il bambino buono, gentile, educato che non causa problemi, che non dà fastidio e non infrange mai le regole. Quello a cui le cose non sembra necessario insegnarle, perché le sa già.A quattro anni sapeva gia leggere. Il primo giorno di prima elementari, quando hanno preso a spiegare l'alfabeto, sapeva già scrivere.
L'hanno inquadrato subito: guarda quel bambino in prima fila, quello lì sì che è sveglio.
Essere intelligenti, però, non è mai stato un vanto tra i bambini quanto lo è tra gli adulti.
I bambini sanno essere crudeli, soprattutto nel periodo di passaggio dall'infanzia alla pre adolescenza, in cui non accettano più di essere considerati piccoli e quindi si fanno grandi e grossi, soprattutto contro chi piccolo vuole rimanerlo ancora un po'.
Simone era piccolo e bravo e per questo è stato lungamente deriso.
Ha speso anni a sorridere in cucina, mentre i suoi genitori si congratulavano con lui per l'ennesimo bel voto, e poi a piangere chiuso in bagno per gli amici che non aveva.Però lui è bravo, no?
In qualcosa almeno è bravo.
Non avrà amici, sarà preso di mira dai suoi compagni, ma almeno ha quello: ha la scuola.Crescendo, questo è stato il suo mantra.
Ciò che gli ha permesso di alzarsi al mattino e iniziare la sua giornata con uno scopo.
Ciò che nel tempo l'ha plasmato e l'ha reso ambizioso, smanioso di dimostrare qualcosa a qualcuno, mai abbastanza soddisfatto.Non c'è mai un limite a quanto bravo puoi essere.
Inizi a volere di più, sempre di più, non ti accontenti mai.
Hai fame di risultati, di successi, di vittorie.
Pretendi tanto da te stesso, sempre di più.
Alzi sempre di più l'asticella, metti la bandierina più in là, sempre più in là.Fino a che un giorno cadi.
Cadi da una vetta altissima, dalla cima delle tue aspettative e di quelle degli altri.
Ti schianti al suolo, ti sfracelli le budella, ti rompi in mille pezzi.E una volta a terra non ti rialzi più, perché ti sei così tanto spremuto nel corso del tempo che hai esaurito le batterie. Non c'è più niente da spremere: sei un guscio vuoto, un corpo senz'anima.
D'altra parte, Simone crede d'aver dato l'anima per essere bravo, diligente, studioso. La sua anima, la sua essenza, il suo io è sempre stato questo, questo soltanto.
Senza lo studio, cosa sarà mai Simone? Niente, un corpo vuoto.Tu andrai lontano, gli hanno insegnato.
Ma se la bravura scompare, dove potrà mai andare? Da nessuna parte. Resterà lì schiacciato al suolo, nel solco che gli si è formato intorno, e la gente lo calpesterà e proseguirà per la sua strada senza mai degnarlo di uno sguardo, perché lui non è niente e non si merita niente.
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Cadere e Rialzarsi (o almeno provarci)
FanfictionSimone si sente niente, ma per Manuel è tutto. Dal testo: Simone, abbandonato anche da Manuel, si sente ufficialmente un fallimento: non solo non è stato all'altezza delle aspettative, non è nemmeno riuscito a tenersi stretto l'unica persona che abb...