I piedi immersi nell'acqua fino alle caviglie. La musica che mi rimbombava nelle orecchie.
Non stavo pensando a nulla e mi andava bene.
L'ennesima chiamata da Derek, decisi di rispondere.
"Che vuoi?" Dissi con il mio solito fare scontroso
"È la decima volta che ti chiamo te ne rendi conto?"
"Si" noncurante che il tempo di tornare a casa e si sarebbe scatenata la bufera
"torna immediatamente" disse dall'altra parte del telefono poi la chiamata si interruppe
Derek era fin troppo protettivo nei miei confronti. Mio fratello sapeva che ero solito uscire di nascosto per andare al lago, da quando ci siamo trasferiti dalla California non faccio altro che pensare a quanto mi manca l'acqua tiepida anche di sera, l'acqua della piccola baia vicino casa.
Imboccai il sentiero e mi avviai verso la fermata dell'autobus.
Mi misi seduto sulla panchina, infilai le cuffiette nelle orecchie e feci partire la musica.
Ci eravamo trasferiti in Georgia verso luglio quindi avevo avuto qualche mese per abituarmi alla nuova casa. La scuola sarebbe cominciata da lì a pochi giorni e essere il ragazzo nuovo al terzo anno di liceo sarebbe stata dura, ma non avevo intenzione di rimanere da solo.* * * *
Odiavo la sveglia la mattina, soprattutto il primo giorno di scuola.
Mi vestì con il mio solito fare svogliato, optai per un jeans a lavaggio chiaro con una felpa grigia e ai piedi le air force 1 che oramai mettevo tutti i giorni.
Corsi in bagno a lavarmi i denti. Con lo spazzolino in bocca mi guardai allo specchio, una rapida passata di mano tra i miei capelli neri come la pece e, dopo aver messo in ordine e pulito il casino che avevo fatto in bagno, corsi a fare colazione.
Seduti in cucina trovai mio fratello e mia madre che mi scrutava da lontano con apprensione. Mio padre usciva di casa la mattina presto per andare al lavoro quindi la mattina non lo vedevo mai.
Dopo aver mangiato salutai tutti e corsi a scuola, abbastanza vicina a casa per essere raggiunta a piedi.
Raggiunsi un cancello dietro al quale si ergeva un grandissimo edificio a mattoni rossi costellato di finestre.
Raggiunsi l'ingresso cercando di non guardare in faccia a nessuno e immediatamente entrai nella segreteria, mi diedero il numero dell' armadietto e dopo essermi assicurato di aver ricevuto tutte le informazioni necessarie raggiunsi il corridoio.
Il mio armadietto era abbastanza vicino all' ingresso. Dopo averlo cercato a testa bassa tentai di aprire il lucchetto quando una ragazza sbattè con violenza l' anta in ferro
"ma chi me l'ha fatto fare di venire a scuola, non potevo rimanere a dormire nossignore guai a te se non vai a scuola" esclamò la ragazza che immediatamente si girò verso di me e le guance le si tinsero di rosso dall' imbarazzo.
"Scusami...aspetta sei nuovo?" Disse poi. Speravo che nessuno se ne sarebbe accorto e invece eccomi qui a parlare con una perfetta sconosciuta.
" io sono Star e tu sei?"
"Noah" dissi con fare sbrigativo ma la ragazza non sembrava voler mollare e continuò a parlare
"Allora Noah quali lezioni hai oggi? Ti porto alle classi" provai a dirle che non c'era bisogno che mi accompagnasse ma mi strappo l'orario delle mani e io non potei fare altro che stare zitto.
"Per fortuna hai le mie stesse classi perciò potremmo andare insieme" disse lei.
Un ragazzo di colpo si intromise e mi chiese:
"Sei nuovo?"
"Jade sempre in mezzo tu mi raccomando" disse ironica
"lui è mio fratello gemello Jade che non si fa mai gli affaracci suoi" aggiunse poi
"È per fortuna abbiamo le stesse classi oggi sorellina"disse il ragazzo con fare divertito
Ci avviammo verso le classi. Avevano entrambi folti capelli biondi con alcune ciocche dorate.
Quando si accorsero che li stavo fissando da un pò si girarono all' unisono e mi dissero:
" che c'è? Siamo praticamente identici lo sappiamo"
Non spiccicai una parola per tutto il tragitto.
Quando entrai in classe notai alcuni gruppetti sparsi.
Presi il primo dando libero in fondo all'aula e mi misi seduto. Mi guardai un pò intorno e notai dei ragazzi poco distanti da me, tra questi c'erano anche Jade e Star ma la mia attenzione fu catturata da una ragazza dai boccoli bruni e gli oggi azzurri come il cieli che parlava con altre ragazze. La ragazza notò che la stavo guardando e si avvicinò
"Bene bene"
"abbiamo un ragazzo nuovo" cercai di ignorare quegli zaffiri in tempesta che mi sputavano a poco più di dieci centimetri dal mio volto
"Come ti chiami?" la ignorai, mi stava già antipatica.
"Ti ho chiesto come ti chiami?" A quel punto tutti si girarono verso di noi
In quell'istante entrò il professore, prof Vithius di letteratura. Ci salutò velocemente e poi fece l'appello.
Arrivò alla lettera E
"Noah Evans"
"Sei il ragazzo nuovo?"
"Si" dissi
"Ti vuoi presentare?"
"No" a quella risposta tutti si girarono verso di me. Ero solito ad essere scontroso con tutti e anche in quella situazione mi feci riconoscere
"Bene cominciamo"
La lezione proseguì tranquillamente, una volta usciti dalla classe corsi verso Star.
"Ehi scusa chi era quella ragazza con cui parlavi prima?"
"Aria, la mia migliore amica"
"Aspetta perché lo vuoi sapere?"
"Hai visto la scenata che mi ha fatto prima in classe?"
"Si e fa così con tutti quelli che non fanno come dice"
A quel punto sentì l' altoparlante dire:
"Noah Evans in presidenza"
Andai controvoglia.
Entrai nell'ufficio del preside e mi ritrovai davanti Aria e quello che presumevo essere il preside.
"Ciao Noah" disse l'uomo sulla sessantina.
"Salve" dissi io.
"lei è Aria so che è stata in classe di letteratura con te quindi penso vi conosciate"
"le ho chiesto di farti vedere la scuola e ha detto che ne sarebbe stata felice"
"Grazie mille ma no..." il preside mi interruppe