Preludio, Maya e Katsuki

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17/10/2024. Ospedale Nazionale di Tokyo.

Bakugo Katsuki entra nell'ospedale e ha pur conoscendo bene il luogo, pur con una felpa addosso: il freddo lo sentiva dentro di sé. Non si trovava ridicolo, stava facendo di testa sua seguendo l'istinto.  Stavolta giusto, di affrontare il passato, di pensare di poter essere egoista e seguire il cuore.  Al liceo non voleva pensare all'amore, ma quando si comanda un'emozione? E si era innamorato, e ancora adesso che sono passati otto anni, Maya non potrà essere sostituita da un'altra. Un conto il sesso, un conto l'amore. Vorrebbe, indirettamente, dargli supporto, che possa svegliarsi dal coma. Poi se non lo vuole sentire, non lo sa, ma non gli parlerebbe più come quando era al liceo. Ovvio non è cambiato il suo carattere, ma dopo tutte le cazzate di aver allontanato negli anni gli amici che gli volevano bene. Riprovarci non vuol dire resettare tutto, ma non vuole stare a guardare mentre tutto scorre e lui non fa nulla. Oltre che non si riconosceva più il dolore di cedere alla rabbia e fumare sigarette. Ha ricominciato da un anno ad andare dalla psicologa, come in passato.

Che vita è di avere un lavoro se non puoi vivere la quotidianità a metà? Si ha i suoi vecchi, ma c'è quell'altra parte e lui è voglioso di crederci nelle seconde possibilità. 

Bakugo ha un carattere particolare, schietto, sprezzante, realista. Quasi questi lati glielo perdonarono per essere attraente, intelligente e con le carte in tavola per realizzarsi impegnandosi. Ma nessuno sa i demoni che si porta dentro, il senso di colpa che prova. Le stronzate che ha fatto, le occasioni che ha perso: aveva paura di essere felice. Una volta che ha fatto un'errore se ne sono aggiunti altri e ha allontanato col tempo le vere persone che gli volevano bene. 


<<Buongiorno Katsuki <<. La mamma di Maya: una signora bassa che lo vede mentre aveva finito di parlare con un'infermiera. Lo raggiunge, un po' stanco, contornato da un po' di rughe ai lati degli occhi, ma gli riserva comunque un sorriso. Katsuki non la imita. << Buongiorno...Hikari <<, si ricorda che lei non uole essere chiamata per cognome da nubile. Si sistema il cappuccio della felpa con una mano. I suoi capelli a punta biondo cenere si rizzano scompigliati. Guarda la camera 207; manca un quarto d'ora alle nove per l'orario delle visite... Infatti l'ospedale non era troppo pieno di persone. << Caro, vuoi entrare? <<. Fa un respiro, eccola la domanda, non si sente sicuro ad entrare e perciò ha visto in foto come è cambiata. E la trovava più bella, il sorriso, gli occhi marroni e i capelli neri. E certo che si è fatta una famiglia, peccato con un uomo schifoso che per vendetta l'ha messa sotto con la macchina non accettando di essere stato lasciato.  

<< Va bene così. <<. Le dà un mazzo di rose bianche, bellissime, delicate.

<< Perché non ci provi? I medici sono fiduciosi che presto uscirà dal coma perché reagisce agli stimoli...<< gli si illuminano gli occhi che si rendono lucidi.

<< Con Mariko ci ho parlato...mia figlia reagisce così per la situazione, è molto attaccata a Maya. Voglio che almeno ti saluta se ti dovesse vedere. <<

<< Chi altro viene a farle visita? << Hikari non lo forza. Un po' lo sta conoscendo, vede che dietro alla facciata da duro c'è sofferenza. Sa un po' la loro storia e lei non vuole provare rancore per un ragazzo che era smarrito, Maya ha anche le sue colpe di essere stata troppo testarda e ferma nelle sue decisioni. Si è fidata a parlargli perché lo vede che non è una cattiva persona. Ha fiducia che la sua bambina si sveglierà, glielo hanno detto i medici e se dal cuore ferito per la sua relazione tossica accoglierà Katsuki...come amico o di più solo il tempo lo dirà. Hanno sofferto tanto, una relazione di alti e bassi, di incomprensioni: non è una cosa da lasciare indietro.

<< Izuku e Shoto. << gli stringe una morsa al petto, li aveva visti, in sei mesi è impossibile non incrociarsi, ma sembrava sbagliato nel contesto parlare del passato e quindi c'erano saluti e silenzi nella sala d'aspetto. Hikari gli prende una mano, sta piangendo. Katsuki non pensava di trovarsi bene con un'altra donna da Inko e sua madre nei suoi difetti.

<< Non si sa ancora se potrà camminare nuovamente per la lesione al midollo spinale. Ti prego Katsuki, io non prego mai nessuno: me la sono sempre cavata e penso di essere stata una buona madre. Non arrenderti, promettimelo. O se non vuoi prometterlo a me, fallo per te stesso! <<

Le tue luci, le tue ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora