capitolo unico

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"Ma te sei scopato Mengoni?" la domanda è fatta ad alta voce da Riccardo, mentre mastica una gomma, tranquillo come una pasqua.

Alessandro si pente immediatamente di aver invitato Riccardo nel suo camerino per la seconda sera. Rimugina su quando abbia lontanamente pensato che potesse essere qualcosa di congeniale.

Glielo aveva chiesto lui, doveva registrare a Imperia un qualcosa che non aveva ben compreso perché Riccardo glielo aveva spiegato così velocemente e da giovane che ne aveva capito metà vocaboli, ma poi aveva aggiunto se poteva fargli un saluto visto che coincideva con la seconda serata di Sanremo. Dopo essere rimasto con lui in hotel, aver recuperato perché oramai non si vedevano da qualche mese buono, non se l'era riuscito a scrollare di dosso e Riccardo si era intrufolato tra i camerini dov'erano gli artisti.

Alessandro era convinto che dopo la loro esperienza insieme, non l'avrebbe mai più rivisto, erano molto diversi fondamentalmente, Riccardo era una scheggia impazzita caricata a pallettoni. In qualche modo però ciò non era successo, anzi. Si sentivano ogni tanto, si raccontavano le cose che stavano passando in momenti casuali tra i mesi, facevano serata quando ad Ale pareva, passavano il tempo volenterosi insieme a fumare. Alessandro non aveva nessuno amico che era come Riccardo.

E a Riccardo ogni tanto gli prendeva quel mood per cui gli piaceva proprio tanto parlare di sesso. Ad Alessandro non aveva stupito manco per il cazzo. Era comunque un po' prevedibile, a vent'anni è eccitante, ti fa sentire scorretto, le battutacce volgari che rispecchiano un qualche tipo di prime vere esperienze trasgressive sessuali.

La ciliegina sulla torta, poi, è che Alessandro può raccontargli le frociate, quelle che non sente dalle sue solite compagnie. E Riccardo è come un bambino a natale, vuole sapere tutti i dettagli fino al minimo capello, sbilanciandosi sui commenti meno etero dell'universo e curioso come se Ale fosse il primo gay mai esistito e gli stia raccontato una leggenda tipo il sacro graal.

È un rapporto particolare, Alessandro aveva ragionato a un certo punto in poi. Non lo direbbe mai ad alta voce, ma sentiva Riccardo come una sorta di suo fratello minore. Si prendono per il culo, non si sentono regolarmente, non c'è nessun tipo di freno nell'esprimersi tra di loro, litigano ma rimangono amici; è come Ale si è sempre immaginato i rapporti fraterni.

Alessandro rimane a guardarlo in silenzio dopo la domanda, arriccia il naso involontariamente ma prima che possa replicare, Riccardo mette i piedi sull'altra sedia e gira il suo telefono, dove sta andando in loop lo scambio che c'era stato tra lui e Marco Mengoni.

Riccardo ha un sopracciglio alzato mentre Alessandro cerca di non riconcentrarsi su quanto sia stato evidente e non sia riuscito a mantenere un espressione posata, a non far trasparire niente.

Alessandro apre la bocca e dice solo "no" senza aggiungere dettaglio che sia alcuno. Ma a Riccardo, ovviamente, non basterà mai. Il più piccolo infatti si ritrae il proprio smartphone verso di sé e commenta "dovresti, n'altro po' ti stendeva sulle scale là dietro".

Alessandro sbuffa. La verità è che negli occhi dell'altro, nelle duemila volta in cui aveva controllato com'era apparso nel riguardato da tutti momento, Alessandro dubita ci fosse stato qualcosa che non fosse di supporto per un artista il quale ha partecipato alla stesura di vari brani.

"Cos'è sta faccia?" Gli dice Riccardo mentre scruta le sue sopracciglia aggrottate ed espressione accigliata. "Vi state tutti facendo un film assurdo" borbotta Alessandro, non è sicuro di averlo detto col tono solito che portava ma gli era venuto sincero e impulsivo.

"No, aspe, che vuol dì" Riccardo procede a sputare la gomma nel cestino che si trova nell'angolo della stanza, come se non potesse concentrarsi sia su masticare che la discussione.

Marco Mengoni & Mahmood | is it a coincidence if I assign meaning to it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora