𝑳𝒂 𝒇𝒆𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒂́

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𝑷𝒖𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒗𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝑨𝒕𝒆𝒏𝒂

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𝑷𝒖𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒗𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝑨𝒕𝒆𝒏𝒂

Se qualcuno mi dicesse << Cos'è la felicità?>> Non saprei come rispondere. Nella mia vita penso di non aver mai provato tanta felicità o meglio ho provato felicità nel mangiare dopo 3 giorni, ho provato felicità quando per un giorno non sono stata picchiata, non saprei proprio rispondere a questa domanda saprei dire cos'è la paura, il dolore, la stanchezza.Ho letto in moltissimi libri che la felicità è qualcosa di straordinario, che si trova nelle persone, nel partner, nella famiglia,si trova nei genitori, nelle sorelle, nelle amicizie, nei fratelli, guardando un film o semplicemente leggendo. Purtroppo non posso provare queste teorie, per il semplice fatto che non ho nessuno che prima di andare a letto mi rimbocchi le coperte, non ho nessuno orgoglioso di me, nessuno che mi ama, nessuno che si preoccupi della mia salute mentale e fisica, nessuno con cui parlare, nessuno con cui confidarsi, nessuno che mi aspetti, non ho una famiglia, e non ho idea di cosa si provi, non ho mai visto un film, non ho mai fatto tutto quello che un normale bambino ha fatto e penso di non riuscire mai a farlo, però un punto che posso provare è quello di trovare la felicità nella lettura, penso sia vero perché leggendo vivi altre vite, vivi in nuovi posti , sei in altri mondi e ti dimentichi della triste realtà
Ho 14 anni mi chiamo Atena e vivo con il mio fratellastro, un incubo, mia madre e il mio patrigno sono morti 4 anni fa per overdose, erano dei drogati che sfogavano la loro rabbia e la loro frustrazione su di me, mia madre mi picchiava perché le ricordavo mio padre. Dopo la loro morte pensavo che tutto sarebbe finito, invece mi sbagliavo, tutto andò di male in peggio: i pestaggi aumentarono, la sua rabbia aumentó , la sua crudeltà aumentò tanto da strappare la mia innocenza, non fermandosi solo lui ma anche i suoi amici. Mi chiedo cosa sarebbe successo se fossi cresciuta in una famiglia amata.
Forse è colpa mia

Sono stesa sul mio letto, se così si può chiamare perché consiste in un vecchio materasso, a pensare a tutto questo, probabilmente è colpa mia se vengo picchiata, ma effettivamente che colpa ne ho io? Non lo so. Mi sento distrutta fisicamente e psicologicamente, ho troppe ferite e lividi, il mio corpo piano piano sta cedendo, non so per quanto tempo posso andare avanti, comunque non affoghiamo nei pensieri ed alziamoci da questo materasso prima che mi succeda qualcosa di brutto.

Sto salendo le scale della cantina, ovvero della mia camera, cercando di non fare rumore, sono le 3 di notte passate e ho fame non mangio da circa 2 giorni. Mi avvicinai alla cucina, stavo per aprire il frigo quando improvvisamente senza volerlo urtai contro una birra vuota in vetro che cadde a terra frantumandosi. Cazzo sono morta, non potevo scappare, sperai che non avesse sentito , ti prego Dio ascoltami. Purtroppo non ebbi questa fortuna. Sono pietrificata, immobile mentre vidi il mio fratellastro di 29 anni scendere velocemente le scale accendendo la luce.

<< che cazzo ci fai tu qua? Non ti sono bastate quelle di ieri>> non respiravo, ero congelata, ma risposi senza guardarlo negli occhi<<Avevo f-fame signor Lucas>> << avevi fame è così? >> <<Si signore>> << Allora lasciami prepararti qualcosa, siediti arriverò tra poco >> ero ancora più scioccata mi stava prendendo in giro? probabilmente, quindi non mi siederò. Vide che opponevo resistenza e gridò<< Ho detto di sederti puttana!!>>allora lo ascoltai e mi sedetti, non potevo crederci stava cucinando qualcosa. Le mie speranze vennero sostituite dalla paura quando mi vennero portati sotto agli occhi 2 piatti vuoti. Non feci in tempo nemmeno a guardarlo che <<AAHH!>> tirai un grido di dolore mi aveva appena gettato acqua bollente sulla schiena e non contento mi colpì con la padella calda. Sentì la mi schiera lacerarsi, prendere fuoco<< pensavi seriamente di mangiare??? Povera illusa SEI SOLO UNO SPRECO DI SPAZIO, HAI UCCISO I MIEI FOTTUTI GENITORI>>gridò e mi buttò a terra iniziando a colpire le mie costole fin quando tutto divenne buio, ma prima di perdere la coscienza sentì un CRACK e la porta di casa chiudersi.
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Mi risvegliai sul pavimento inerme, distrutta fisicamente e psicologicamente, le costole e la testa pulsavano e dolevano, la schiena bruciava... dovevo fare qualcosa. Mi alzai facendo molta fatica e appena guardai l'orologio, per poco non ebbi un colpo,erano le 10 passate, tra due ore se non prima sarebbe tornato a casa quel mostro. Avevo circa un'ora e mezza per disinfettare le ferite, pulire casa, cucinare e andarmene nella mia camera prima che tornasse Lucas se non volevo essere punita.

Per prima cosa andai nel seminterrato alias cantina e presi il mio kit d'emergenza ormai utilizzato all'ordine del giorno, mi diressi verso il bagno e con cura iniziai a disinfettare il taglio profondo che avevo sulla coscia, era una piccolissima punizione perché avevo messo troppo poco sale nel piatto, poi passai alle ferite di ieri e alla fine a quelle di stanotte. Per tutto il processo cercai di non guardarmi allo specchio, ma non era assolutamente fattibile; salì le scale scricchiolanti in legno ormai quasi marcio e iniziai a pulire come al solito, poi iniziai a cucinare e alla fine uscii di corsa per andare a comprare gli antidolorifici, vi starete chiedendo dove e come ho preso i soldi bhe... Diciamo che ho diversi lavori, faccio corse illegali con veicoli, a volte sfide, nei bar, nei ristoranti; faccio di tutto pur di avere un po' di soldi...

Con la mia solita fortuna, ovviamente la farmacia era chiusa e quindi dovetti tornare a casa consapevole che avrei dovuto utilizzare i farmaci di Lucas.

Tornai a casa e scesi nella "mia camera" e mi stesi sul sudicio materasso, la fame iniziava a farsi avanti, ma dovevo resistere, Lucas dice che se mangio diventerò un pallone, ingrasserò troppo e i suoi amici non mi vorranno più e allora mi punirà e io non voglio essere punita, ho paura dei suoi amici e soprattutto ho paura di lui; per opprimere la fame iniziai a guardare questo posto freddo sudicio, pieno di muffa, vermi, a volte topi, ragni, puzza , ovviamente io, poca illuminazione, il mio materasso , i pochi libri che possiedo, soldi nascosti e un piccolo armadietto.

Stavo osservando la stanza quando sentì il rumore di due auto che stavano parcheggiando proprio nel giardino, mi resi subito conto chi fossero, Lucas e un suo amico, stavo per avere un cazzo di attacco di panico il suo amico era qui per me , per il mio corpo l'ultima volta è stato 3 mesi fa.

Sto tremando, decisi di nascondermi ed entrai in quel piccolo armadietto situato infondo alla parete. Stavo per svenire, sibillavo.

Sentì la porta di casa aprirsi, Lucas mi chiamò ma non risposi, potevo percepire la sua rabbia da qui sotto, pensai di essere morta e che adesso mi avrebbe trovato e punito, invece sentì silenzio per una quindicina di minuti a parte lievi rumori di piatti sedie,posate e bicchieri, stavano mangiando. Mi misi l'anima in pace pensando si fossero dimenticati di me, quando improvvisamente sentì un silenzio tombale e iniziai a preoccuparmi, passarono 10 minuti e sentì la porta del seminterrato emettere uno scricchiolo, mi salì l'ansia, la testa mi martellava, la schiena bruciava, stavo sudando e sentivo solamente il mio cuore rimbombare all'impazzata dentro la cassa toracica...<<Dove sei bambolina? >> Appena sentì la sua fredda voce e rauca mi venne la pelle d'oca e mille brividi percorsero il mio corpo<<vogliamo giocare a nascondino eh? Bhe allora giocheremo, ma sappi che vincerò io , perché io vinco sempre>> ero fottutamente terrorizzata, sentì un silenzio assordante e le orecchie iniziarono a fischiarmi, c'era troppo rumore chiusi gli occhi e mi tappai le orecchie con le mani, ma tutto quel casino era dentro la mia testa. Aprì gli occhi e gridai per lo spavento... Mi aveva trovato
...
potevo sentire il suo alito sul mio corpo e i suoi occhi pieni di odio e rabbia.

Mi prese dai capelli e mi buttò fuori dall'armadio e lì vidi il suo amico, Albert, che aveva una faccia compiaciuta e un rigonfiamento al cavallo dei pantaloni, che schifo. Lucas iniziò a spogliarmi mentre io cercavo di scappare, poi uno schiaffo colpì la mia guancia e capì che non c'era niente che potessi fare, se non pregare e sperare che non faccia troppo male, desideravo morire in questo istante, posso morire? Posso? Lo sperai, Lucas iniziò a colpirmi con la cintura su tutto il corpo, vidi la sua bocca muoversi e poi a un tratto Albert si slacciò i pantaloni e mi fu davanti e potete immaginare quello che mi fece...Per fortuna iniziai a perdere conoscenza e improvvisamente buio totale...

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