Capitolo 2

36 4 0
                                    

Mi svegliai verso le sette, stanamente. Di solito non riuscivo ad aprire occhio a quell'ora, e mi svegliavo sempre un quarto d'ora prima dell'inizio delle lezione. Mi alzai, andando verso la stanza di Lorenzo. Trattenni una risata nel vederlo  con una gamba fuori dal letto, in una posizione stranissima, ma ancora dormiente. Mi avvicinai a lui, per esaminarlo. Si poteva benissimo notare il suo fisico alto e magro, che però non gli davano l'aspetto di un ragazzo troppo esile. Il suo naso era definito, i suoi riccioli castani e morbidi, e la sua bocca era sottile, carnosa, e rosea. Nel momento in cui provai ad avvicinarmi di più per osservarlo ancora meglio, spalancò i suoi grandi occhi marroni. Arrossii per l'ennessima volta, indietreggiando. Lui rise, ancora mezzo addormentato, farfugliando un "buongiorno."

"Ehy, hai fame?" mi chiese.

"Si. Caffè e cornetto?"

"No, qui si mangia pancarré e nutella, a colazione. È la quarta regola che mi sono dimenticato di dirti ieri." rispose, lanciandomi una confezione di pane presa dalla sua borsa.

"Andremo d'accordo" pensai.

------------------------

"L'università fa schifo."

presi un sorso dalla mia tazza di té al limone, per poi riposare la bevanda sul comodino, osservando Lorenzo sbuffare scrivendo qualcosa al computer.

"Allora sei fottuto, è iniziata da sole ventiquattro ore."

"Ehy, tu perchè non stai studiando?"

"Perchè io non sono così sfigata da scegliere informatica come corso universitario." scherzai.

"Stai insinuando che sono uno sfigato?" rise lui.

"Oh, io non lo insinuo. Ne sono sicura, sfigato." non ebbi il tempo di dire altro, che un Lorenzo ridacchiante mi si fiondò addosso, facendomi il solletico. Risi di gusto, mentre lui mi solleticava i fianchi, facendomi quasi cadere dal letto, mentre cercavo di spingerlo via.

"SOCCOMBI ALLA MIA IRA, LURIDA PEZZENTE" gridava ridendo, e io, dopo un pò, mi resi conto che invece di spingerlo, lo stavo stringendo sempre di più.

Frenai subito il mio ridere sguaiatamente, facendo smettere anche lui, che assunse un'espressione preoccupata.

"Che succede? Ti ho fatto male?Non volevo, non-"

"No, tranquillo, sto bene. Solo che...Dovrei studiare anch'io ora, seriamente, ecco." mormorai, ma in modo deciso. Annuì, tornando a sedersi al computer e ricominciando a scrivere.

---------------------------

"Ti va di fare un giro per Torino o devi ancora studiare?"

Alzai la testa, vedendolo con lo zaino in spalla, i capelli meno scompigliati del solito.

"Certo, usciamo subito..." buttai i miei libri e quaderni sopra il letto, afferrando la borsa e uscendo dalla porta.

"Che ne dici di andare alla gelateria?"

"Ma non dovevamo fare un giro per Torino?"

"Non ho la patente, e sono troppo pigro per fare più di due chilometri a piedi."

Risi alla sua risposta, e mi incamminai insieme a lui.

-------------------------

"Dimmi, Diana, perchè ti trovi in questa università?"

"Per le stesse ragioni per cui ci sei tu."

"Ne dubito..." sussurrò.

"Perchè ne dubiti?"

Resosi conto che l'avevo sentito, alzò lo sguardo verso di me.

"Oh, niente, lascia stare. Quindi, rispondi alla mia domanda?"

"Voglio laurearmi. Per ora ho scelto solo dei corsi base, devo ancora trovare l'indirizzo che sono sicura vorrei frequentare per trovarmi un lavoro."

"Io seguo principalmente i corsi che riguardano l'informatica e la tecnologia. Peccato faccia schifo in teoria. Però al computer me la cavo."

"Ehy, poi potresti insegnarmi ad usare il computer?"

"Beh, certo. Basta che tu non voglia giocare a Slender, Happy Wheels o Cat Mario."

"Cos'é Cat Mario?"

Alla mia ultima domanda ridacchiò.

"Lascia stare."

PixelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora